martedì 29 gennaio 2008

Il giorno dopo

Alla fine mi son svegliato diversamente stamattina. Meglio.

Non credevo, ma e' come se mi fossi tolto un peso dal groppone. Non sto qua a menarla ancora piu' di tanto, che palle. Mi son svegliato pensando per la prima volta che ho fatto la scelta giusta, WOW!

Sabato e Domenica la coppia Luca & Rob mette a posto la macchina, e poi arriveranno foto, foto e ancora foto!

lunedì 28 gennaio 2008

Una gita a...

La settimana enigmistica non mi manca per nulla, il titolo serve ad introdurre il mio weekend.

Alla fine ci sono ritornato ad Edinburgh. Con la mia nuova macchinina (il prossimo post lo dedichero' a lei!) ho percorso l'A68 all'andata e l'A1 al ritorno. Tre ore e mezza a viaggio, sette ore complessive, per mettere davvero una pietra sopra alla vita da universitario.

Edinburgh con la macchina e' piccola. Dal bypass al centro ci saranno 10 minuti scarsi: quando andavo al centro commerciale, che si trova nei paraggi della circonvalla, col bus il viaggio mi sembrava lungo una vita.

Ho passato il weekend a casa di Craig, che mi ha gentilmente ospitato: ho finalmente potuto notare che Craig ed i suoi amici hanno un fortissimo accento scozzese. Non me n'ero mai accorto quando ero la, probabilmente perche' e' stato il primo posto dove sono atterrato quando son arrivato in UK, e mi sembrava normale che tutti parlassero in quel modo che ora trovo buffo. Il weekend e' andato giu' bene: son andato con Adam, che pure lui ha studiato all'uni di Edi e voleva rivedere i suoi vecchi conoscenti; cosi' ho passato due giorni con amici vecchi e nuovi, accompagnati da massicce dosi di alcool, musica, fumo e quant'altro.

Non posso che trarne tristezza io da questi viaggi. Rivedere il flat in Nicolson St mi ha fatto venire alla memoria tanti episodi successi lo scorso anno in quella casa, quando ancora ero studente. Lo stesso e' successo rivedendo il club, le strade, i negozi: un salto nel passato. Constatare che e' tutto finito e' un po' triste.
Con gli amici li' e' stato un po' la stessa cosa con gli amici a Torino. Bello rivederli ma..

Questo mi ha portato a pensare un po' alle relazioni che ho con i miei amici. Gran parte della gente che conosco ha una sua cerchia di amici, e rimane tranquilla e felice con quella, frequentandosi sempre e comunque. Io no. A parte Giorgio, amico d'infanzia, e qualche altra rara eccezione, ho sempre avuto gruppi di amici "a tempo e a scopo": quelli del liceo, quelli del primi anni d'uni, della fine dell'uni, della specialistica, di Edinburgh, e ora di Darlo, per citarne alcune. Non ho mai mischiato i gruppi, e quando ci ho provato ho avuto scarso successo. Questa frammentazione e' un po' dovuta al mio modo d'essere ed alla mia vita (che e' un po' conseguenza del mio modo d'essere), e devo ammettere che e' interessante conoscere sempre nuova gente, ed e' allo stesso tempo triste sapere che dopo un po' li lascerai. E tornare poi a trovarli funziona poco e male, come gia' si e' visto a Torino, come si e' visto a Edinburgh.

mercoledì 23 gennaio 2008

La mia casa avra'

La mia casa che non avro' mai avra' un appendi abiti nero all'ingresso e una radio sveglia Sony sul comodino della camera da letto. Ed anche la porta d'ingresso nera.

Oggi ho iniziato a comprare un pezzo della mia casa che non avro' mai: SONY ICFC218S Digital Alarm Clock, £12.99 da Argos. Eccola qua, orgogliosa, sul comodino. E' un modello con radio analogica, di quelle con la rotellina sul lato per selezionare la stazione radio, AM/FM. Un tocco antico in un oggetto moderno, in quanto e' persino in grado di sincronizzare l'ora automaticamente.

Mi ricorda quella che hanno i miei in camera da letto loro. E' un brutto segno.



domenica 13 gennaio 2008

Cosi' son finite le vacanze di Natale

Son tornato a casa. Finalmente.

Non dico che son stato a male a Torino queste due settimane, diciamo che son stato molto contento di tornare a Darlington. Avevo aspettato queste vacanze per un bel po', e quando son poi arrivate non mi hanno soddisfatto pienamente. Rivedere i miei ed i miei amici e' stato bello da un lato, strano dall'altro.

Partiamo dal fatto di aver passato due settimane a casa a Torino, anzi, nella casa dei miei a Torino. Al mattino, quando mi svegliavo, mi sembrava di alzarmi e di andare in uni. All'inizio e' stato simpatico, gli ultimi giorni e' stato pesante invece. Mi sentivo abbastanza legato a casa dei miei: pur essendo simpatico essere chiamato per cena, mi mancava decisamente uno spazio mio. O meglio, mi ricordavo di quando non lo avevo. Nonostante tutto avevo comunque voglia di passare un po' di giorni con i miei, e son contento di averlo fatto.

Con gli amici e' stato anche strano. Son uscito spesso, ho organizzato feste e son andato in giro, sia per capodanno, sia a mangiare fuori. E' stato bello sentire un po' tutti di nuovo, dai vecchi amici, a quelli del liceo, a quelli dell'uni: nuove storie da raccontare, nuove storie da sentire. Eppure c'e' stato qualcosa che non funzionava. Non in particolare con qualcuno, neanche per una particolare questione: una sensazione, che avevam perso qualcosa che ci accumunava. Magari la faccio piu' grande di quanto sia effettivamente, ma questa sensazione l'ho avuta. E non sono l'unico: il mio amico qua a Darlo, Giuseppe, ha avuto la stessa impressione passando le vacanze di Natale a casa. Anche lui e' via da un anno.. coincidenze?

Torino ed in generale l'Italia e' stata la delusione piu' grossa. Tralasciando problemi vecchi e nuovi del belpaese, di cui solo Grillo crede che all'estero qualcuno li consideri, sono rimasto un po' stranito dalla gente. A parte i commessi a Torino con cui ho avuto da parlare: uno che mi fa, appena entro "mi dica, ma un po' veloce"; un altro che quando gli chiedo se hanno delle cose non di marca mi risponde "ma chi le compra?". Giravo per la citta', vedevo tutti i ragazzi griffati dalla testa ai piedi, i negozi carissimi, mi chiedevo come la gente possa comprare tutte quelle cose. Cacchio, piangon tutti miseria dal mattino a sera, con stipendi indecenti e tasse ignobili, ma alla fine se i negozi hanno certi prezzi e' perche' la gente compra. Io, nel mio piccolo, mi son rifiutato. Ho solo dato 5€ per un cappellino in una bancarella di via Po.
Poi be', gli uffici pubblici son rimasti sempre uguali, forse non ero solo piu' abituato.

Per finire, all'andata sull'aereo ho conosciuto una ragazza, Chiara, che ha appena iniziato a lavorare a Londra e che tornava pure lei per le vacanze a casa. Ho reincontrato poi Chiara sul volo di ritorno, che pure lei tornava in Inghilterra. Mi son sentito molto pendolare aereo.