mercoledì 25 febbraio 2009

-2 (denti del giudizio)

I denti del giudizio rompono i maroni, e questo si sa. A me rompevano i maroni dalla scorsa estate circa. I due di sotto sono orizzontali e spingono contro gli altri; quelli di sopra invece sono scesi bene, ma uno ha la radice piu' bassa rispetto agli altri denti, e continua a graffiare la gengiva sottostante. Insomma, bisognava agire.

Ed ho agito. Ieri, alle 11.30 di una mattinata assolata come raramente accade in Inghilterra, un simpatico dentista di Ferryhill della clinica Queensway mi ha tolto due dei quattro denti del giudizio. Solo due, gli altri per ora ho deciso che rimangono, in quanto quello superiore e' molto dentro la gengiva, e rimarra' li', mentre quello inferiore e' pericolosamente vicino al nervo, ed una sua rimozione rischia di danneggiare il nervo in maniera permanente.

Togliere i denti del giudizio e' uno scherzo: ti viene anestetizzata la parte intorno, quindi il dentista toglie i denti come io tolgo i chiodi dal muro. Quello sotto era un po' piu' ostico, ed ha dovuto tagliarlo in varie parti prima di rimuoverlo. Insomma, dal dentista non senti nulla, e' quando arrivi a casa che iniziano i dolori. Son passate 30 ore dall'intervento: il dolore e' stato abbastanza forte 4 ore dopo esser uscito dalla clinica (quando l'anestesia passa), poi e' andato diminuendo. Ovviamente mi faccio di antidolorifico (ibuscopen) e di penicillina per evitare infezioni.

Il problema e' mangiare. Ieri mi son fatto una scodella di gelato cart d'Or, e la notte ne he sentite le conseguenze. Ho una fame boia, di oggi non ho ancora mangiato nulla, penso che appena esco andro' al Morrisons a prendermi omogeneizzati per bambini sotto i due anni. Ed un po' di pudding, che non fa mai male.

Maledetti denti del giudizio. Per lo meno l'intervento e' stato gratis: non ho ben capito perche', ma essendo stato riferito alla clinica dal mio dentista, non ho dovuto pagare un soldo. Meglio cosi'.

venerdì 20 febbraio 2009

Neo-patentato

Dopo 12 mesi che si risiede in UK e' obbligatorio convertire la propria patente in una del Regno Unito. Piu' avanti scrivero' alcune considerazioni sul perche' di questa regola, ora iniziamo a vedere come si fa ad ottenere la patente.

Andando in posta si ritira un modulo della DVLA (l'agenzia della motorizzazione UK) chiamato D1. Ci si puo' anche far spedire il modulo gratuitamente a casa, facendone richiesta sul sito della DVLA. Questo e' un modulo standard, che serve per cambiamenti di dati legati alla patente, o per la richiesta di una nuova patente.

La compilazione e' abbastanza semplice: oltre al modulo, bisogna allegare un documento d'identita' originale (che verra' poi restituito - io ho allegato la carta d'identita'), la vecchia patente (quella italiana, che NON viene restituita ma viene mandata indietro alla motorizzazione italiana) ed un assegno da £50.

Perche' si deve convertire la patente? Io credo che la ragione sia legata alle multe ed ai punti. Mi e' capitato due volte di essere fermato dalla polizia sulla A66 perche' ero leggermente sopra i limiti di velocita', e mostrando la patente italiana e pretendendo di non parlare inglese l'ho sempre fatta franca.

Una eventuale multa poi sarebbe stata mandata in Italia, in quanto il mio domicilo legato alla patente italiana e' in Italia, e dubito che la polizia della Cleveland County o di County Durham sia in grado di sollecitare multe al di fuori del Regno Unito.

I punti poi legati alla multa come sarebbero calcolati? Sarebbe ragionevole pensare che ad ogni patente viene legato un unico set di punti, che viene usato in tutta Europa (o in tutto il mondo). La realta' pero' mi fa pensare che e' impossibile convertire il sistema di punti da uno stato all'altro. Per esempio, nel Regno Unito i punti vengono dati, non tolti come in Italia: si parte da 0 infatti, e a 12 punti la patente viene revocata. Non e' un grosso problema questo, ma inizia a creare un po' di confusione.

Immaginiamo ora, per semplicita', che anche in Italia i punti vengano dati, come in UK, e la patente venga quindi revocata al raggiungimento di 20 punti. Una possibile conversione di punti italiani in punti UK potrebbe esser fatta calcolando il peso dei punti: 1 punto UK vale 1.6 punti italiani (1:12 = 1.6:20). Un'altra teoria potrebbe invece partire dal presupposto che in UK le regole siano piu' rigide, e che quindi, tenendo il peso 1 a 1 nei due stati, a 12 non si possa piu' guidare, mentre questo limite e' fissato a 20 punti in Italia. Questo implica che una persona, con 13 punti sulla patente, possa guidare in Italia ma non in UK.

E se in realta' ci fossero n set di punti, uno per stato?

Insomma, credo ci sia abbastanza confusione su questo argomento. E forse questo e' il motivo per cui chiedono di cambiare la patente in una locale. Ovviamente il cambio di patente cancella tutti i tuoi punti passati (ricevuti o tolti). Mi chiedo quindi se un italiano, con magari solo piu' 3 punti sulla patente, possa farsi un giretto in Francia, cambiarsi patente, e vedersi cancellata tutta la sua precedente carriera automobilistica poco brillante.

Ma a Bruxelles, non c'e' gente pagata per risolvere questi problemi?

PRINCE2

Eccomi di nuovo qua!

Dopo un lungo silenzio scaramantico, posso di nuovo parlare. Il vuoto di post era dovuto all'attesa dei risultati dell'esame da project manager che stavo aspettando: per tradizione, e scaramanzia, non posto nulla tra l'esame e i risultati. L'attesa ha dato i suoi frutti!

Sono certificato PRINCE2 Practitioner, che per i non addetti ai lavori si puo' riassumere come una certificazione di conoscenza di come portare avanti un progetto (che puo' riguardare computer, macchinari meccanici, costruzioni, Lego..) secondo una struttura prestabilita. L'obiettivo e' di lasciare poco al caso, e di essere pronti a reagire positivamente agli imprevisti che accadono durante l'esecuzione di progetto. Poi come sempre va tutto a puttane, e non c'e' struttura che tenga. Ma illudiamoci, almeno all'inizio, che tutto sia pianificato.

Non mi dilungo piu' di tanto su cos'e' Prince2: andate su questo sito e avrete tutte le informazioni che volete. Parlo invece un po' della mia esperienza sul raggiungimento di questa qualifica.

L'idea di prendere questa qualifica arrivo' per caso un annetto fa, quando sul treno da High Wycombe a London una ragazza me ne parlo' come una qualifica indispensabile per noi giovani senza esperienza che si affacciano al mondo del project management. La curiosita' aumenta, e a Giugno 2008 riesco a convincere la mia azienda a pagarmi corso + esame. Le date son fissate per Ottobre 2008, quando poi cosa succede? Crisi economica, recessione, credit crunch, chiamatela come diavolo volete, fattosta' che la mia azienda decide di posticipare tutti i corsi all'anno nuovo. Ed eccoci qua, Gennaio 2009, mi reco ad Altrincham per il corso. Tre giorni di corso, che coprono anche due esami (il Foundation, volto a verificare le conoscenze di base, e il Practitioner, che controlla la tua abilita' ad applicare le conoscenze acquisite su casi reali), 10 persone. L'esame Foundation passa abbastanza senza problemi per tutti, mentre il Practitioner sembra un ecatombe. Effettivamente l'ho trovato molto complicato: 3 ore di esame, 360 domande ed un caso studio da leggere. Insomma, non una passeggiata di salute, specialmente dopo 3 giorni che ti hanno fatto una testa cosi' su project management.

Non ci speravo, e oggi aver ricevuto esito positivo e' stato un sollievo. Continuo a nutrire fortissimi dubbi su questa impostazione dei corsi, che consiste in una full immersion di 2 giorni e mezzo in un argomento, per poi avere l'esame le ultime due ore.