martedì 27 dicembre 2011

Post-Natalizio - mini recensione del Kindle

Che gioco di parole nel titolo, eh?

Sto smaltendo cene e pranzi di Natale, e mi e' venuto in mente di scrivere una piccola recensione sul Kindle che ho regalato ai miei. Si tratta del Kindle di Amazon senza tastiera fisica, quello che Amazon lo spaccia come l'ultimo Kindle, ma che in realta' e' il penultimo, dato che in US vendono gia' il Kindle touch.

Il Kindle (£89 senza 3G su Amazon.co.uk, 99 su Amazon.it) e' un lettore di libri elettronici prodotto da Amazon e venduto un po' ovunque. Arriva in una scatola di cartone marchiata Amazon e si presenta facile da aprire e da usare. La scatola contiene un piccolo manuale di avvertenze ed un cavo per caricare la batteria via USB. Non e' presente alcun cavo per caricare il Kindle dalla normale presa di corrente: Amazon vende il caricatore ufficiale all'assurdo prezzo di £12.99 e quello non ufficiale a £2.95. Il caricatore non ufficiale si distingue per non avere la A di Amazon stampata sopra. Indovinate quello che ho comprato...

Parlando di autonomia, sono abbastanza impressionato dalla durata della batteria. Prima di darlo ai miei, ho caricato il Kindle per 12 ore via USB. Ora sono circa 3 giorni che i miei lo usano, e la batteria e' intorno al 70%. La connessione wi-fi si puo' facilmente attivare e disattivare - non credo ci sia una ragione per avere il wi-fi acceso mentre si legge un libro, e questo permette di risparmiare batteria.

Lo schermo del Kindle utilizza una tecnologia chiamata e-ink Pearl, che permette una resa pari (a mio giudizio superiore) a quella di un normale foglio di carta stampata, seppur limitata al monocromo. L'unica nota negativa dell'e-ink (confrontato con un normale LCD) e' il refresh rate, che e' piuttosto basso. Per il resto, l'assenza di retro-illuminazione non affatica l'occhio e permette una comoda lettura all'aperto, anche con il sole alle spalle. In piu', la mancanza di retro-illuminazione contribuisce al risparmio di batteria.

Il Kindle e' facile da usare. Fa una cosa, e la fa bene - mi ricorda il mio iPod di 3a generazione. Si collega facilmente alla wi-fi di casa, in un amen sei sullo store della Amazon con il tuo account e puoi comprare i libri con un click. Ammetto che il fatto di non avere una tastiera fisica rende la ricerca dei libri un po' complicata, cosi', al posto di perdere due ore ad andare avanti ed indietro con la rotellina sulla tastiera virtuale, ci siamo collegati al sito di Amazon dal laptop ed abbiamo comprato un libro. Una volta comprato, il libro e' stato subito scaricato sul Kindle via wi-fi, e la lettura e' iniziata.

Insomma, i miei sembrano soddisfatti del Kindle per ora, io sono ancora indeciso se prendere lo stesso o aspettare il Touch che esca in UK.

martedì 20 dicembre 2011

Mercatini di Natale

Quest'anno sono finito a Lincoln per cercare i regali di Natale. Lincoln e' un paesino ad un'ora da Nottingham, famoso tre weekends all'anno per i suoi mercatini di Natale, ed il resto dell'anno per le prelibate Lincolnshire sausages.

Avevo gia' in programma di andare lo scorso anno a Lincoln, ma l'improvvisa invasione di pinguini sull'isola aveva rovinato i piani degli organizzatori, ed i mercatini erano stati cancellati. Quest'anno i pinguini son rimasti a casa, ed io ho potuto godermi finalmente questi famosi mercatini di Natale. Cosi' lo scorso weekend, insieme ad amici, siam partiti di buon'ora per Lincoln.

A parte la marea di gente in stile Time Square l'ultimo dell'anno, i mercatini facevano particolarmente pena. La meta' delle bancarelle vendeva roba da mangiare, solite porcate d'oltre manica che io adoro, l'altra meta' vendeva bigiotteria e paccottiglie che regaleresti a qualcuno solo se ti sta veramente sul culo. In compenso la cittadina e' davvero caruccia. Una cattedrale arroccata sul cucuzzo della montagnetta, il borgo antico, le mura.. insomma, i mercatini di Natale l'hanno rovinata.

Alla fine non ho comprato nulla, ma ho mangiato parecchio. Quest'anno i regali di Natale li ho fatti a Nottingham, tra John Lewis e bancarelle in centro, con tanto di panettone e pandoro al Victoria Centre.

sabato 17 dicembre 2011

NewsWatch

Immaginate una RAI de-policizzata e de-pubblicizzata, senza programmi demenziali come l'Isola dei Famosi e che non ha paura di trasmettere una puntata di Family Guy. E con Doctor Who. Sareste quasi contenti di pagare il canone! Questa e' la BBC. Oddio, ci sono anche programmi odiosi, ed un numero spropositato di quiz a premi. Ma tutto sommato, vale le £12 al mese.

Stasera voglio brevemente parlare di NewsWatch, un programma settimanale di BBC News. NewsWatch e' un programma televisivo che da voce agli spettatori di BBC News, accogliendo le loro lamentele sulla qualita', imparzialita', copertura delle notizie trasmesse da BBC News. Una sorta di feedback del telegiornale. Se credete che un servizio sia stato troppo a favore di una parte piuttosto che di un'altra, si puo' scrivere a NewsWatch con la speranza di essere ascoltati. Per la BBC, e' un modo per dimostrare ancora di piu' la loro imparzialita', non avendo paura di confrontarsi con gli spettatori sui loro contenuti.

Non passo le serate a vedere NewsWatch: in genere, quando c'e' in tv, giro su un altro canale. Lo trovo particolarmente noioso e monotono, e fortunatamente trovo sempre qualcosa di meglio da fare. Eppure l'idea che esista e' grandiosa. Il fatto che abbiano pensato di fare un programma cosi' lo trovo grandioso. Ok, magari non e' cosi' grandioso, ma alla RAI non l'hanno mai fatto. Un NewsWatch in salsa italiana sul TG1 non sarebbe andato avanti per tutti gli insulti a Minzolini.

giovedì 15 dicembre 2011

Disoccupazione dalle mie parti

Pare che ci siano 2.64 milioni di persone disoccupate sull'isola. Di questi 2.64 milioni, poco meno della meta' (1.03M) sono giovani tra i 16 e 24 anni, il 22% di questa fascia di popolazione.

Ha ancora senso fare armi e bagagli e spostarsi in Inghilterra? Il report dell'ufficio nazionale di statistica (da cui e' tratto l'articolo della BBC citato sopra) riporta un dettaglio dell'occupazione tra i cittadini UK e i cittadini non UK. Il numero di cittadini non UK impiegati in questo ultimo anno e' salito a 2.56M (+147K dall'inizio dell'anno), mantenendo stabile la percentuale di cittadini non UK occupati al 68,3%. Possiamo quindi dedurre che:

Cittadini non UK 16-64Oct 2010Oct 2111
Occupazione68,3%68,3%
Occupati2.41M2.56M
Totale3.53M3.75M

C'e' ancora gente che migra in UK, per studio o per lavoro. Non sappiamo se i nuovi occupati (147K) siano persone appena arrivate in UK o meno, e non sappiamo neppure che tipo di lavoro abbiano trovato. Non sappiamo la loro fascia di eta', non sappiamo la loro locazione nell'isola. Ma ci sono, e sono un bel numero. Purtroppo questo report - come molti altri - non risponde alla domanda sull'opportunita' di spostarsi in Inghilterra o meno, ma sappiate che ci sono (almeno) 147K persone circa che durante l'ultimo anno lo hanno fatto. Chi vi scrive fa parte di quel 68.3% da 5 anni.

lunedì 21 novembre 2011

Ingoiare il rospo - parte seconda

Non che ce ne fosse davvero bisogno di una parte seconda, una sorta di reiterazione dei deliri di Venerdi' scorso. Non mi ricordo cosa ho gia' detto, se non che ero incazzato, che bla bla bla, che fanculo, che bla bla bla. La solita marea di cazzate che mi viene in mente quando qualcosa non mi riesce. Pero' alla fine mi ero promesso di continuare a scrivere, ed eccomi qua.

La questione aperta e' il dove ho sbagliato. Dopo una gita fuori porta a Coventry (orribile) ed a Stratford-upon-avon (caruccia ma un buco), ed una corsetta nella nebbia che da due giorni avvolge Nottingham, ho improvvisamente realizzato che nel passato le cosa non mi son andate mai bene la prima volta. E spesso neanche la seconda. Ci son volute tre, quattro, cinque tentativi prima di colpire il bersaglio. E' capitato all'uni con alcuni esami, e' capitato quando me ne son andato ad Edinburgh, e' capitato quando cercavo lavoro, e' capitato quando cercavo di cambiare lavoro.. insomma, e' capitato sempre. Era un po' naive credere che con gli mba non capitasse? Decisamente.

Quindi, la parola d'ordine e' perseveranza. Forte della mini esperienza fin'ora fatta, mi rimettero' a studiare per il GMAT, migliorero' il mio curriculum con altri lavori e ci riprovero' il prossimo anno o tra due. E nel frattempo, vado ad ammazzare le solite 20 persone a partita su MW3 :)


sabato 19 novembre 2011

Ingoiare il rospo

Mi e' sempre piaciuta l'espressione non tutte le ciambelle escono col buco. Sara' che mi piacciono le ciambelle. Spinto da un commento che mi e' stato lasciato oggi, scrivero' questo post sulla ciambella che non e' uscita col buco, un'incredibile ed innovativa metafora per dire due delle quattro universita' a cui ho fatto richiesta di ammissione mi hanno respinto, e le altre due sono in procinto di farlo.

It's a warm summer evening circa 600 BC... ah no, la mia storia non inizia cosi'. E' un fresco pomeriggio di circa meta' Maggio 2010. Sono ancora abbastanza gasato per la mia promozione a capo progetto, e sto passando le ultime due settimane a Darlington prima di trasferirmi a Nottingham. Mi guardo indietro, e vedo che negli ultimi 5 o 6 anni circa sono riuscito a fare tutto quello che mi era venuto in mente di fare. Mi capita sotto mano una brochure di un MBA alla LBS. Le parole sono accattivanti, le immagini colorate ed i personaggi sorridenti: ci vuole poco a catturare la mia attenzione. Non avevo mai pensato ad un MBA, ma in quel momento penso che l'idea non sia affatto male. Inizio a cercare informazioni in rete, e dopo un po' di giorni trovo tutto il materiale possibile immaginabile. Scopro che, oltre alla LBS, ci sono altre universita' davvero carucce oltre oceano, e penso: "e se lo facessi pure io questo MBA? Sarebbe una bella occasione per trasferirmi in US".

Inizia cosi' il solito iter: pianificazione e comunicazione. La pianificazione e' subito ardua: purtroppo non ci si puo' preparare per le richieste in un paio di mesi, ma secondo i vari pundit sui forum pare ci voglia almeno un anno. Mi faccio tutto lo schemino, e mi preparo per essere pronto ad Ottobre 2011, esattamente un anno e mezzo circa di preparazione. Avrei dovuto pensare subito che era un progetto troppo a lungo termine, e la mia storia recente dice che i progetti a lungo termine non vanno mai a buon fine. Eppure, cocciuto e ambizioso, me ne frego e provo lo stesso. La comunicazione e' il mio solito difetto: tutti i miei problemi diventano i problemi del mondo. Inizio quindi a parlare dei miei piani con tutti (e dico tutti) i miei amici, rompendo i coglioni a chiunque passi a fianco con la mia storia, nella speranza che possa ricavare piu' informazioni per risolvere il mio problema.

Il tempo passa: la preparazione per il GMAT e' interrotta prima da una crisi nervosa e poi da un viaggio in India. Arrivo alla fine con un voto al di sotto delle mie aspettative, ma dentro il range dell'80% degli ammessi alle universita' top5. Altro errore: mi accontento del voto, e non lo riprovo, credendo che comunque la mia storia personale sia cosi' forte da compensare il voto. Il TOEFL e' una formalita', ed arrivo alla preparazione degli essay. Vado a pagare $200/h una tipa che sta dall'altra parte dell'oceano per correggermi gli esssay, e forse mi sono lasciato un po' andare con le spese li'. Poi ci sono le lettere di raccomandazione, di cui ho scritto la traccia ma non ho potuto verificare esattamente.

Morale della favola: arriva Novembre, e due universita' (le piu' facili della mia personalissima top4) mi segano, lasciando poche speranze per le altre due. Dove ho sbagliato? GMAT troppo basso? Essay non al meglio? Lettere di raccomandazione troppo elusive? Puo' essere, ma stasera ho realizzato che forse il problema e' un altro. Non sono gli essay, non sono le lettere di raccomandazione: il problema sono io e la mia esperienza. Fino ad oggi ho sempre creduto di aver fatto delle cose brillanti, sia in termini accademici sia in termini lavorativi. Ero un po' dell'idea che, alla fine, provando una o due volte al massimo, il risultato lo ottenevo - questo mi dava un'idea che potessi arrivare ovunque volessi, bastava un po' di impegno. L'ammissione all'MBA mi ha invece fatto scontrare per la prima volta contro qualcosa piu' grande di me: io, per la commissione di ammissione, ho fatto meno del 10% dei migliori partecipanti. Ho fatto meno nella vita, in generale, e questo mi costa una sedia alla Booth o alla Columbia (le sedie a Stanford e al MIT son gia' traballanti..).

E cosi' stasera sono qua che ingoio il rospo. La velocita' con cui le universita' mi hanno risposto mi ha fatto pensare a quegli atleti che si preparano per i 100mt alle Olimpiadi. Mesi e anni di preparazione, per un momento che dura 10 secondi o poco piu'. Oltre all'oro, all'argento ed al bronzo, ci sono almeno altre 4 o 5 persone che hanno partecipato e che hanno perso. La sensazione e' amara - hai lavorato tanto, e non hai raccolto nulla. Ripenso: "E' stato davvero tutto tempo sprecato?". Avrei potuto uscire piu' spesso, avere una vita sociale piu' attiva, piuttosto che passare nottate a studiare. e a scrivere essay. Magari avrei avuto quella mini crisi nervosa ad Agosto, magari mi sarei concentrato di piu' sul lavoro.

O magari no. Magari era proprio quello che mi ci voleva. Di positivo c'e' che ho riniziato a scrivere sul blog.

Continuo domani.

giovedì 6 ottobre 2011

Jobs

Saro' ripetitivo, ma io Steve Jobs me lo ricordero' sempre per questo video.


giovedì 1 settembre 2011

Sul perche' non scrivo piu'

Ok, forse sono l'unico a cui frega a qualcosa di sto blog. Eppure Domenica scorsa, a casa di amici, si e' iniziato a parlare di blog, ed e' venuto fuori che non scrivo piu' sul blog perche' sono condizionato dal titolo.

Un mio amico ha da poco iniziato un blog, dove parla un po' di politica, un po' di cazzi suoi, un po' di roba filosofica. Il blog si chiama "Appunti" e ci scrive un po' di tutto sopra: alla fine, tutto puo' benissimo essere categorizzato come appunto. Partendo da questo, e' venuta fuori la discussione sul mio blog, ed il motivo per cui io non scrivo piu'. Il mio blog, questo blog, si chiama vado via da casa, perche' quando me n'ero andato ad Edinburgh a studiare ero effettivamente andato via da casa e volevo raccontare quell'avventura.

Ma andare via da casa e' una fase transitoria, che ha un capo e una coda. Analizzando la frequenza dei post per anno, direi che casa l'ho trovata circa nel 2009:

  • 83 post nel 2007
  • 63 post nel 2008
  • 15 post nel 2009
  • 11 post nel 2010
  • 7 post nel 2011 so far
Nel 2009 ho messo una pietra sopra al fatto che son andato via da casa, e paradossalmente sono tornato al punto di partenza, solo 1000 miglia piu' a nord ovest di dove sono partito.

Tutta questa pallosissima analisi per dire che non scrivo perche' non c'ho piu' un cazzo da scrivere. Rileggevo i primi post, avevo scritto dell'avventura di aprire un conto in banca o di andare alla posta, perche' effettivamente i primi mesi erano un'avventura. Ora boh, se dovessi scrivere di quando vado in banca e' solo per insultare il solito consulente finanziario che vuole propormi il nuovissimo-edge-funds-che-mi-fara'-guadagnare-miliardi-e-che-ora-e'-troppo-sottovalutato (chi sa come mai eh..), oppure se devo andare in posta mi incazzerei per la coda. Insomma, non troppo diverso da quando stavo a Torino e andavo a parlare in Fineco o alla posta di c.so Taranto. Altro che non troppo diverso, e' fin troppo uguale. 

Il fatto e' che avrei pure voglia di scrivere, ma il titolo mi frega. Quindi i casi sono due: o cambio titolo, o cambio vita. Ovviamente cambiare titolo al blog sarebbe piu' facile, eppure questo titolo mi ispira parecchio, ed ultimamente ho lavorato per andar via da casa, di nuovo. Spero alla fine dell'anno di aver modo di riaprire il blog degnamente!

domenica 3 aprile 2011

Debriefing sul TOEFL

Ieri ho dato il TOEFL alla Oxford School of English

Velocemente, un'idea su cosa sia il toefl. Il toefl e' un esame che valuta la conoscenza della lingua inglese. L'esame consiste in 4 sezioni: lettura, ascolto, parlato, scritto. Nella lettura, il candidato deve leggere alcuni testi e rispondere a delle domande su quello che ha appena letto; nell'ascolto si risponde ad alcune domande su dei brevi monologhi; nel parlato si risponde (oralmente!) alle domande proposte; nello scritto si fanno due temini da circa 300 parole l'uno. Il voto e' in 120esimi, io per varie ragioni devo prendere un minimo di 109.

Ho studiato abbastanza poco per sto esame. Avro' fatto si' e no 15 ore di studio, e due prove d'esame a casa, tanto per capire quello che mi sarebbe aspettato. Forse avrei potuto fare un po' di piu' a casa, ma non credo mi sarebbe servito piu' di tanto.

Il problema principale dell'esame e' che viene sostenuto da piu' persone in un'unica stanza. Come ho detto prima, c'e' una sezione orale, in cui il candidato deve produrre oralmente la risposta: questo significa che, durante l'esame, c'e' gente che parla, a voce alta. Io l'ho trovato molto fastidioso: sentire il proprio vicino d'esame che parla abbassa moltissimo la concentrazione, fino al punto che stavo piu' a sentire cosa diceva lui che non a fare il mio esame. In piu', durante l'esame viene chiesta di fare la prova microfono diverse volte: spesso si sente gente parlare durante l'esame anche quando non si e' tutti nella sezione di orale.

Non era complicatissimo comunque, ma piu' complicato di quello che pensassi. Tra due settimane mi danno i risultati; spero davvero nel 109, altrimenti devo ridarlo.

giovedì 31 marzo 2011

Serata a Londra con la Chicago Booth

Breve incursione a Londra stasera, durata non piu' di 5 ore in tutto.

Questa sera la Chicago Booth, una delle 5 universita' americane che ad Ottobre ricervera' la mia domanda d'ammissione, teneva una lezione da un'ora e mezza circa ad alcuni aspiranti studenti. La lezione era rivolta piu' su un modello executive mba che full mba, ma tanto bastava per trarne qualche spunto su come possa essere una lezione vera e propria. Io son stato invitato a partecipare, ho partecipato, e qui son le mie considerazioni.

Iniziamo dal contorno. Ho avuto modo di parlare con altre persone invitate: sara' per caso, ma ho solo beccato americani. Gli interventi fatti dopo la lezione erano solo da gente americana. L'insegnante era americano, il presentatore americano, e la tipa seduta a fianco a me che starnazza al cellulare mentre aspetto il treno e' americana. Mi aspettavo inglesi, francesi, spagnoli (per il vero, ho sentito due tipe che parlavano spagnolo), invece solo americani. Ovviamente non ho nulla contro gli americani, ma mi son chiesto perche' gli europei non trovino interessante questo tipo di opportunita',

La lezione non era malvagia, tutt'altro. L'argomento e' quello da far cascar le palle se mal spiegato (company governance), invece l'insegnante e' riuscita a tenermi sveglio per un'intera ora e mezza. Sara' l'accento americano che e' veramente buffo, sara' che urlava come una pazza, sara' che ero in prima fila, e sara' pure che e' proprio brava a spiegare, credo di aver capito l'argomento e la ricerca che ha presentato. Non ha coinvolto molto la platea - non ha smesso di parlare per un minuto - eppure aveva un buon piglio.

Di tutto l'incontro c'e' una cosa che non soffro, il prima e il dopo. Prima della lezione ci hanno radunati tutti in un salone, con l'intento (non formalizzato) di interagire (conoscersi, scambiarsi opinioni, biglietti da visita ecc). Ecco, io sta cosa non la sopporto. Non sopporto che mentre son li' a bermi il succo di frutta e guardarmi le news in santa pace debbano arrivare sti americani a far conoscenza. Non sono una persona sociale, non credo nel networking come strumento per migliorare la propria posizione lavorativa, non me ne frega un cazzo che sei andato via dall'oregon per spostarti a londra (cioe', ti credo poi, che diavolo c'e' da fare nell'oregon? o ti ammazzi o vai via). Eppure se te ne stai da solo sembra che attiri la gente, e se non la attiri vengono quelli che hanno organizzato l'evento ad introdurti ad altri gruppi. Che palle. Son venuto per sentirmi la lezione, non per conoscere nuovi amichetti. Mi ricordo la stessa cosa e' successa il primo giorno all'AO quando ci hanno barricato dentro un'hotel per due settimane. A me non fregava un cazzo di conoscere nessuno, eppure tutti volevano che conoscessi tutti.

Nota sulla location. La lezione si e' tenuta al campus britannico della Chicago Booth: centro di Londra, palazzo stupendo, ampi spazi e cibo a volonta. Insomma, se volevano rimarcare che hanno soldi, be' l'han fatto bene.

lunedì 7 marzo 2011

Il tunnel

C'e' un tunnel a Nottingham. E' un tunnel pedonale, che congiunge il centro al parco. Oggi ci sono passato, e mi e' venuto in mente di scrivere questo post.

Il tunnel si trova, guarda caso, al fondo di Tunnel Road: bisogna conoscere esattamente dove sia per poterlo prendere, dato che non ci sono indicazioni e non e' affatto visibile. Ho vissuto 6 mesi a ridosso di quel tunnel, e non avevo la piu' pallida idea che esistesse. Poi un collega mi fa "Ah, ma tu abiti vicino al tunnel", ed io, con l'espressione inebetita, ho chiesto di qualche tunnel stesse parlando. E cosi' son entrato nella stretta cerchia di persone che conosce del tunnel. Sto rischiando parecchio a rivelare questo segreto, apprezzate il gesto.

Ho detto prima che questo tunnel congiunge il centro di Notts al Park. Oggi ci pensavo, e mi e' venuto in mente che sembra uno di quei tunnel dimensionali delle favole. In 20 metri si passa dal caotico centro - per quanto caotico possa essere il centro di Nottingham - alla quiete del Park, dai palazzoni alle ville vittoriane, dal grigio al verde. Il modo con cui e' stato fatto poi e' particolare: dal parco, il tunnel appare un gigante traforo nella terra argillosa di Nottingham. Nell'altro ingresso invece hanno costruito un palazzo, uno di quei grossi condomini da 5 o 6 piani. L'hanno costruito proprio sopra un estremo del tunnel, e la ditta costruttrice ha dovuto lasciare un piccolo accesso al tunnel tra i garage del palazzo: prendendo il tunnel da quella parte, sembra di entrare a casa di qualcuno.

La comodita' di questo tunnel per i residenti del parco e' indiscussa: si arriva al centro senza dover salire sul crinale del castello, dove corre Ropewalk. E' anche questo un pregio del Park: essere attaccati al centro, senza doverne condividere i difetti, tipo rumore o traffico.

Tutte le foto sono di Mr Ray Teece e sono prese dal sito Nottingham21.

venerdì 11 febbraio 2011

Ennesimo post su Ryanair

Io davvero non li capisco. Spiegatemi qual'e' la ragione per avere un volo da East Midlands a Torino due volte all'anno. Non due volte al giorno, non due volte alla settimana, e neppure due volte al mese: due volte all'anno. Quindi, se volete accaparrarvi un volo EMA - TRN, sappiate che potete volare solo il 19 ed il 26 Febbraio.

martedì 8 febbraio 2011

Parliamo un po' di tasse

Ho cosi' tanta voglia di studiare stasera che scrivo un post sulle tasse in UK.

Prendo spunto da una lettera che mi e' arrivata Sabato scorso, dove l'ufficio delle imposte britannico, l'HMR&C, mi ha fatto gentilmente notare che nel lontano 2007 ho pagato meno tasse del dovuto. L'importo richiesto e' di £324, penny piu' penny meno, che verra' spalmato sulle detrazioni dell'anno prossimo.

Come sono tassati i dipendenti in UK? Non e' troppo complicato: in un caso normale, lo stipendio e' tassato come segue:
  • £0 - £6475 = 0% (default free allowance)
  • £6476 - £37400 = 20%
  • over £37400 = 40%
La tabellina si legge in questo modo: le prime 6000 sterle non sono tassate, poi a stipendi annui fino a 37400 si e' tassati il 20%, ed il resto e' tassato al 40%. La free allowance e' variabile, in base alle detrazioni che uno richiede ogni anno (per esempio, donazioni alle charity o agli ordini professionali sono detassati). I piu' pignoli si vadano a vedere questa sezione, dove la gemella grassa della signora Fletcher spiega ogni dettaglio delle tasse.

L'ufficio delle imposte e l'azienda si scambiano dati per generare un codice per ogni dipendente, chiamato codice PAYE. I tre numeri che formano questo codice identificano l'ammontare della free allowance: se una persona non ha alcuna detrazione, il suo codice sara' con buona approssimazione 647L (dove L e' una lettera generata in base a questa tabella).

Dato che e' abbastanza semplice calcolare quanto si paga di tasse all'anno, non mancano i programmini che fanno questo conto per voi: il mio preferito e' listentotaxman.com, ora pure per iphone!

Ma torniamo a noi: come son riusciti a sballare un sistema cosi' semplice? Perche' nel lontano 2007 ho pagato meno tasse? Il problema e' nato quando ho iniziato all'Atos Origin. L'anno fiscale UK va dal 1 Aprile al 31 Marzo, ed ho iniziato a lavorare per la Atos il 15 Ottobre 2007, circa a meta' dell'anno fiscale. Quelli della Atos credevano che fosse il mio primo impiego dell'anno, quindi hanno applicato tutta la free allowance sul sullo stipendio dal 15 Ottobre 2007 fino al 31 Marzo 2008. Piccolo problema: io avevo lavorato al Citrus Club dal 1 Aprile 2007 fino al 31 Agosto 2007, erodendo parte della mia free allowance. Nel frattempo le tassazioni sono cambiate, ed alla fine quello che devo all'erario e' £324.

Il problema e' stato oggetto di ampia discussione in ufficio - ok, non ho troppo da fare in questo periodo! I punti salienti della discussione:
  • Ma com'e' che dopo 4 anni quelli dell'ufficio delle tasse si svegliano e vengono a chiederti il conto a casa?
  • Ma se loro hanno sbagliato a fare i conti, non sono loro che devono pagare? (punto caldeggiato da me in persona)
  • Alla fine ci ho guadagnato, per via dell'inflazione (magra soddisfazione)

domenica 6 febbraio 2011

Il punto della situazione

Dopo mesi di latitanza, mi ritrovo a fare il punto della situazione.

In realta' non avrei molta voglia di fare il punto della situazione, ma oggi e' Domenica, mi son svegliato presto, (incredibilmente!) non ho assolutamente nulla da fare dopo mesi e mesi passati a studiare, e sto aspettando di digerir colazione prima di farmi una corsetta. Insomma, una Domenica tranquilla: fuori ci sono 12 gradi, non fosse per un ventaccio che porta via sarebbe una bella giornata di Febbraio.

Leggevo l'ultimo post, datato 4 Settembre 2010, ed un po' di cose sono cambiate in questi mesi. Ho cambiato macchina innanzitutto: venduta la gloriosa Rover, ho comprato una Golf un po' meglio messa - solo 68k miglia questa volta! Ho cambiato casa poi: mi son trasferito nel mitico Park, 5 minuti a piedi da dove stavo prima. Finalmente posso parcheggiare la macchina davanti a casa, la zona e' tranquillissima e sono sempre attaccato al centro. Drawbacks: arrivare a casa la sera un po' bevuti e spaventarsi quando una volpe esce dal giardino. Ma la cosa piu' importante e' che ho finalmente finito il gmat.

L'avventura con il gmat e' stata abbastanza tortuosa, ma e' finita. Diciamo che mi aspettavo qualcosa di piu', ma questo e' stato il mio risultato: 680 (49Q, 34V) AWA 5.0. Puntavo al 700, ma pazienza: mi faro' bastare il 680. il 34 che ho preso nella parte verbale e' quello che mi da piu' fastidio: credevo di averla fatta bene quella sezione, e mi ero preparato parecchio; si vede che ho lasciato qualcosa nei libri... Non ho intenzione di ridarlo per ora: il range dell'80% degli ammessi ad Harvard va da 750 a 680, la media e' sul 700, quindi direi che per ora mi tengo questo voto.

Ho un senso di vuoto ora addosso: passavo le sere ed i weekend a fare esercizi, ora mi son ributtato su call of duty per ammazzare il tempo (e nel frattempo ammazzare un po' di gente!).

La prossima settimana inizio la preparazione per il toefl. L'esame sembra abbastanza semplice, anche se devo prendere un minimo di 109 per avere possibilita' di essere ammesso a tutte le uni che voglio. Non credo sia un problemone: leggendo su internet, gente con un gmat simile al mio si e' preparata in 20 ore per prendere 109 al toefl. Ho prenotato l'esame per il 2 Aprile, quindi ho circa due mesi per prepararmi, con un po' piu' di tranquillita' che con il gmat. L'esame si terra' al Clarendon Centre ad Oxford, una buona scusa per farmi un giretto da quelle parti, dato che non son mai stato la.

Per la cronaca, il toefl costa $185, piu' £14.13 di libro The Official Guide to the TOEFL.

Mi sa che ripostero' qualcosa il 2 Aprile!