mercoledì 19 dicembre 2012

Italiani in vacanza a Londra

Non mi ricordo se in passato ho gia' scritto un post su questo tema. Chissene, lo riscrivo. Questo post sara' volutamente razzista e tirera' fuori i peggior stereotipi: di nuovo, chissene - sono Italiano, posso parlar male dei miei connazionali. Analizzero' gli Italiani a Londra come un documentario di Quark sugli animali della Savana. Quando leggerete questo post, dovete immaginarvi la voce del tizio dei documentari di Quark che vi descrive queste gli atteggiamenti, le abitudini, i movimenti del branco ecc.

Tutto quello che vado a raccontare e' tratto da esperienze nei passati 6 anni. Ho assistito di persona a tutti gli eventi.

Gli Italiani in vacanza a Londra si dividono in tre categorie: famiglie, gruppo di amici misto, gruppo di amici unisex. Oggi mi concentro sulle famiglie.

Famiglie.

Le famiglie sono il mio gruppo preferito. Solitamente composte da padre, madre e due figli (questi ultimi un po' paffutelli, ma varia da stagione in stagione), le famiglie Italiane a Londra sono addobbate tipo spedizione antartica, anche fosse il 15 di Agosto - pantaloni di flanella, piumino che ha segnato la vita ad almeno 10 oche, sciarpa kilometrica e cappello di fustagno sono i tratti tipici. All'interno di questa armatura, la temperatura si aggira intorno a quella del sole, ma gli Italiani non sembrano patirne, anzi, guardano con disprezzo i locali che si aggirano in jeans e felpa.

La mamma in genere e' il capo branco. Si aggira minacciosa con una mappa della tube di Londra, preziosa come la mappa di Zelda. Anche con la mappa in mano, non si fida troppo di quello che c'e' scritto sopra - mai fidarsi dei leaflet gratis, specialmente se arrivi dall'Italia. Di conseguenza, la tipica famiglia Italiana in vacanza a Londra circonda qualsiasi mappa della tube in stazione, in un chiaro intento di non far vedere la mappa ad altri, e col dito percorre miglia e miglia di linea ferroviaria sulla mappa. Per poi perdersi puntualmente il treno.

Salgono sulla metro, riescono ad ostacolare tutte le 10 uscite anche se sono in 4, e si mettono in viaggio. Poi il panico, il terrore nei loro occhi. Il treno si ferma, ed il conduttore inizia la sua tiritera sul perche' il treno e' fermo. "We're being held at a red signal, we'll be on the move shortly". Oddio cosa ha detto. Oddio i tedeschi hanno ripreso i bombardamenti di Londra e non possiamo muoverci. Oddio i Maya avevano ragione. Poi il treno riparte, e tornano a respirare. Fino alla stazione dove devono scendere. La preparazione alla discesa e' paragonabile solo alla partenza dei 100 metri: tutti attaccati porte 10 min prima che il treno vada a fermarsi, figli davanti, mamma e papa' dietro. Appena la porta si apre, la mamma spinge i figli fuori, e tutti scappano dalla metro come se non ci fosse un domani. Cazzo, tanta fatica per trovare la metro giusta, almeno goditi il viaggio.

In giro per Londra, la famiglia Italiana non ha particolari tratti distintivi. A parte rischiare la vita ogni volta che attraversa la strada - un problema che accomuna un po' tutti gli Europei in genere - la famiglia si muove rapida per la citta', in genere apprezzando la pulizia del centro, gli scoiattoli in Hyde Park e commentando i prezzi alti delle attrazioni e dei dei taxi. Commenti razzisti su donne col nijab non si sprecano, e sono solo sorpassati da quelli sulla gente con una pinta in mano. Societa' malata, dicono loro.

Ad un certo punto, la fame prende il sopravvento. Sono in genere le 9 di sera, quando la famiglia Italiana in vacanza a Londra decide di andare a mangiare. Perche' anche se la fame e' arrivata alle 5 del pome, la famiglia Italiana non puo' mangiare alle 5 del pome. E neanche alle 6. E' una di quelle regole Italiane non scritte, tipo che il pasto si puo' solo consumare su un tavolo con una tovaglia o che il pasto consiste in tre portate.

Una volta trovato un ristorante dove mangiare, la famiglia Italiana da il meglio di se. Un po' di imbarazzo all'inizio quando il cameriere chiede "how many?" e il papa' risponde "fud", ma poi a gesti si capiscono. Una volta seduti, la mamma addobba la tavola col suo mini-dizionario italiano inglese, ed inizia la traduzione di tutto il menu', quello dello scorso anno e quello dell'anno precedente. Il cameriere si spazientisce un po', dopo che per la quinta volta e' stato mandato via perche' la mamma e' riuscita solo a tradurre gli ingredienti del primo starter. Si fanno oramai le 10, il ristorante sta quasi chiudendo, il cameriere si fa insistente e alla fine la famiglia desiste. Fish & Chips. Il padre inizia a lodare le qualita' del merluzzo fritto e del pure' di piselli, neanche fosse foie gras e tartufo. Mezza pinta per lui (mezza sega), coca cola per lei e i figli. Si accordano sul fatto che il vino in Inghilterra non sara' mai come quello in Italia, e lasciano perdere.

lunedì 17 dicembre 2012

Poi BT ti impressiona

Quando credi che non ci sia piu' speranza contro organizzazioni che fanno outsourcing di help desk, vieni puntualmente smentito.

Domenica pomeriggio, ore 4, pigramente a casa a recuperare le forze di un weekend un po' delirante, decido di risolvere un problema che mi seccava da un po' di tempo.

Ho una linea adsl con BT, uno dei maggiori ISP del regno. Mi sono sempre trovato bene con BT, a parte quando ho cancellato il contratto un annetto fa e mi hanno fatto un po' di storie. Quando mi sono spostato qua a Hillmarton Road, ho trovato che la mia via non era ancora cablata, e l'adsl piu' economica era appunto quella di BT, quindi boh, tanto valeva aprire di nuovo un contratto con loro.

BT offre un servizio chiamato BT-OpenZone: wi-fi hotspots praticamente ovunque, da Penzance a Newcastle, passando per Cardiff e Hull. E ovviamente pure Londra. Questi hotspots sarebbero a pagamento, ma per i clienti BT sono gratuiti. Gran cosa quando sei in giro e non vuoi attaccarti alla linea 3G.

Nei primi giorni che avevo la linea BT ho provato a registrarmi al servizio BT-WiFi, ma senza successo: per qualche motivo il sistema di registrazione credeva che fossi ancora sul vecchio contratto (che avevo chiuso un annetto fa), e non mi faceva procedere oltre. Oggi, di buona lena, sono andato sulla pagina di supporto, ed ho provato a chattare con l'operatore. Troppo scazzo chiamare.

Memore delle avventure con Vodafone Italia e la loro chat, non ci speravo piu' di tanto: chi sa cosa mi dicono. Invece, l'operatore, probabilmente a 1000 miglia di distanza, e' stato puntuale e preciso. Mi ha fornito una nuova chiave d'accesso, una password temporanea, poi mi fa "Rimango in linea, prova ad accedere e fammi sapere se funziona tutto ok". Io ringrazio, provo, funziona, e gli scrivo "Grazie, funziona tutto bene! ciao!" e stacco la comunicazione.

Contento per la riuscita dell'operazione, configuro iPhone e iPad con le password, e bon, per me finiva li. Per BT no. Non contenti che gli avessi scritto che funzionava tutto bene, mi hanno chiamato sul numero di casa. "Mi scusi, ci stavamo parlando prima in chat, probabilmente e' caduta la linea: ho letto che e' riuscito a far funzionare il servizio, volevo ancora chiederle se potevo aiutarla con qualche altra cosa". Alche' io ho ringraziato di nuovo, dicendo che era tutto a posto per questa volta.

Boh, questo e' un servizio. E mi ha sorpreso. E son qui a scriverne.

mercoledì 5 dicembre 2012

30

Primo post scritto dall' iPad.

Ricapitolando velocemente i primi 30 della mia vita:
  • Nasco 30 anni fa. 30 anni fa non esisteva neppure la tv a colori.
  • Buio assoluto nei primi 5 anni di vita. Per quanto ne so, ho vinto un Nobel, ma non me lo ricordo.
  • Studio per 5 anni alle elementari. Studio, oddio, avevo gia' vinto un Nobel, me la prendo comoda e decido di imparare bene l'alfabeto e la tabellina del 2.
  • Studio per 3 anni alle medie. Una sorta di elementari, con la differenza che i compagni ti chiamano per cognome.
  • Studio per 5 anni al liceo. Imparo cose utili, come la storia del regno di Prussia ( che mi tornera' utile per il mio secondo Nobel, ma all'epoca non lo sapevo).
  • Studio per 5 anni matematica e informatica. Mi insegnano a maneggiare con i numeri, per poi darmi un computer e spiegarmi che tutto quello che posso fare io, lui lo fa meglio e piu'  velocemente.
  • Cambio patria. Decido che un posto piovoso e nuvolo e' piu' adatto al mio stato d'animo.
  • Lavoro per 5 anni alla Atos. Capisco che tutto quello che ho studiato nei precedenti 18 anni di vita non serve ad un cazzo di nulla, si va avanti solo rompendo i coglioni al capo, non a versi di Dante. E' un po' seccante, potevano dirmelo prima, mi concentravo su un altro Nobel.
  • Compro casa. E capisco che se avessi lasciato perdere studio e lavoro, ma avessi intrapreso una carriera da idraulico, ora sarei ricco sfondato.
  • Per conflitto di interessi non posso scrivere nulla sugli ultimi 6 mesi, a meno di non trovarmi a piedi domani.
E poi mi chiedono perche' son scazzato.