venerdì 28 giugno 2013

Il pippone - su passaporti e marche da bollo

Dopo una breve vacanza in Liguria, mi ritrovo a tu per tu con la guardia di finanza a discutere di passaporti e marche da bollo. Ma facciamo un passo indietro...

Correva l'anno 2008 quando rinnovo il mio passaporto Italiano al consolato di Manchester. Con mio grande disappunto, il rinnovo del passaporto implica il pagamento della marca da bollo per un anno. Pagata per la marca da bollo per un anno, non l'ho piu' rinnovata negli anni successivi. Sono stato negli Stati Uniti ed in India parecchie volte, sempre partendo da Londra, senza alcun problema. Sono stato spesso in Italia e in Europa, usando il mio passaporto, e nessun finanziere mi ha mai detto nulla. Fino allo scorso Lunedi', quando, al controllo passaporti dell'Aereoporto di Genova, l'ufficiale di turno mi fa un pippone sul fatto che non ho pagato la marca da bollo dal 2009.

Ma cos'e' la marca da bollo per passaporti? La concessione governativa per passaporto e' un balzello esclusivo del governo Italiano dal costo di €40,29 e valido per un anno legale, (ha quindi la medesima scadenza annuale del passaporto). Dal momento che l'Italia aderisce all'Unione Europea, e che quindi la Carta d'Identita' e' riconosciuta come un valido documento d'identita' da parte di tutti i governi dell'Unione Europea, la marca da bollo per passaporti non e' necessaria per viaggiare all'interno dell'Unione Europea, ma e' obbligatoria per paesi fuori dall'Unione Europea. Cosi', per andare da Milano a Londra, la marca da bollo sul passaporto non serve, mentre da Milano a NY la marca da bollo e' richiesta. Lascio a voi una riflessione sull'etica di questo balzello, io lo trovo semplicemente idiota.

Ma se uno va da Milano a NY con scalo a Londra? Dal punto di vista del governo Italiano, non cambia nulla - il passaporto uscira' dall'Unione Europea, un timbro (con data e luogo) verra' stampato all'immigrazione dell'aereoporto JFK di New York, ed al ritorno a Milano il finanziere controllera' che la marca da bollo sul vostro passaporto copra la data di permanenza a New York. Questo nei sogni del governo Italiano...

Gia', perche' se io vado a Londra con un Ryanair, vado e torno da NY con un BA e poi torno a Milano con un Ryanair, posso usare la Carta d'Identita' per il volo di Londra e il passaporto per il volo a NY. Gli ufficiali Inglesi non possono controllare la validita' della marca da bollo (dubito che sappiano cosa sia una marca da bollo...), e per l'ufficiale Italiano voi state semplicemente andando a trascorrere una vacanza a Londra.

Attenzione pero'.
  • Pagare le tasse e' un dovere di ogni cittadino Italiano. Purche' siano eque. Ritengo che questo balzello sia assolutamente inequo. L'equita' di una tassa e' un parametro molto soggettivo, quindi ognuno puo' decidere come muoversi di conseguenza. Personalmente non vivo in Italia da parecchio tempo, e non usufruisco di alcun servizio Italiano, se non i servizi consolari Italiani. I servizi consolari sono pietosi, per essere gentile, ne parlero' in un altro post.
  • La prova che siete andati fuori dall'Unione Europea rimane sul vostro passaporto. Questo implica che non dovrete mai e poi mai mostrare il passaporto senza marca da bollo ad un ufficiale delle dogane, altrimenti rischiate una multa salata (€143.58), qual'ora l'ufficiale verificasse che siete stati all'estero senza copertura di marca da bollo nei tre anni precedenti al controllo.
  • Due voli diversi per uscire dall'Italia e per uscire dall'Unione. Mi e' capitato di assistere due anni fa ad una simpatica scenetta all'aereoporto di Fiumicino. Un ragazzo stava andando a Rio, con scalo a Lisbona. Si presenta alla dogana con il passaporto senza marca da bollo, affermando che non stesse uscendo dall'Unione Europea. L'ufficiale gli chiede di mostrargli il biglietto, dove c'era chiaramente scritto che il volo era per Rio con scalo a Lisbona. A quel punto il ragazzo ha pagato la marca da bollo. Avesse avuto due voli diversi, non legati l'un l'altro, il ragazzo era a posto.
Tornando a noi. All'Aeroporto di Genova, l'ufficiale mi guarda il passaporto. Inizia a guardare tutte le paginette, e vede i timbri Americani e Indiani. E mi fa bello trullo:

Ufficiale: "Signor Cacchiani, lo sa che lei deve pagare la marca da bollo vero?".
Io: "No grazie, non mi serve, sto andando a Londra".
Ufficiale (con tono da galletto): "Eccome no. Lei e' stato fuori dall'Unione Europea parecchie volte, guardi" sfogliando il passaporto "lo sa che c'e' una multa di €143.58 per ogni anno che non ha pagato la marca da bollo" falso, e' retroattiva solo per tre anni, e €143.58 e' l'importo minimo, non fisso "quando lei rientra dalla sua vacanza le faranno pagare una multa salata guardando il passaporto".
Io: "Quindi se io mostrassi solo la Carta d'Identita' al mio ritorno, sarei a posto?".
Ufficiale (con tono da galletto ferito): "Ehmmm.. ma qui le tasse vanno pagate comunque. Vabbe', vede che coda c'e' dietro di lei, vada vada, e in bocca al lupo".
Io: "Crepi!"

mercoledì 8 maggio 2013

That's not my name

Per i miei genitori sono:

  • Lu
  • Luc

Per i miei clienti sono:

  • Lucas
  • Lukas
  • Luka
  • Luca-san

Per i miei amci sono:

  • Lu
  • Luk
  • Luc
  • Luchino
  • Luchetto
  • Lucazzo
  • Lucche' (new entry, mi piace!)

Insomma, se mi chiami Luca, e' perche' probabilmente non ci conosciamo bene. E non e' necessariamente una cosa malvagia.


martedì 9 aprile 2013

Cancellare una carta di credito

Io saro' pure acido con il mondo, ma il mondo non fa nulla per venirmi incontro.

Da quando ho rimesso a posto le mie finanze dopo aver comprato casa, ho cercato di razionalizzare le spese e massimizzare gli intoriti. L'ultima cosa che mi serve da fare e' sostituire una delle mie carte di credito con un'equivalente cashback. In poche parole, devo far fuori la Mastercard della Lloyds e prendere una Mastercard della Aqua.

Oggi sono andato alla Lloyds per cancellare la carta di credito, e gentilmente mi hanno invitato a telefonare al customer service, dato che la cancellazione della carta non e' un'operazione che possono fare al banco. Gia' iniziavano un po' a girarmi, ma vabbe'. Torno in ufficio, chiamo il numero, la voce automatica mi chiede numero di carta, data di nascita, codice di sicurezza della carta. Dopo 5 minuti, raggiungo un operatore, che bello gioioso mi dice che per cancellare la mia carta devo passare un altro step di sicurezza. Che palle. Mi chiede una password (che non sapevo, perdonami se l'avro' impostata solo 5 anni fa), mi chiede quanta gente e' registrata sulla carta (spero solo io), mi chiede qual'e' l'ultimo pagamento che ho fatto (che non ne ho la piu' pallida idea). Alla fine mi dice che non ho passato il test di sicurezza, e la carta non puo' cancellarmela. E a quel punto mi incazzo.

Mi incazzo, perche' porca di quella troia, sto cancellando una carta, neanche cercando di aprirne una nuova. Mi han fatto 3 domande prima, tra cui data di nascita e codice di sicurezza della carta, e per quanto ne so potrei fare qualsiasi pagamento con questi dati. Ma non posso cancellare la carta. L'operatore mi invita a mettere giu la cornetta e richiamare, cosi' potro' rispondere di nuovo alle domande di sicurezza. Alche' io mi incazzo ancora di piu' - fammene altre di domande cazzo!

Risultato, carta non cancellata. La passo nel trita carte e fanculo al mondo.

Come ho comprato casa a Londra (3)

La scelta della casa passa ovviamente dalla visita alla proprieta'. Una volta individuato una serie di case che mi piacciono, basandomi su tutti i criteri identificati in precedenza (prezzo, zona, metratura, e perche' no, foto della casa), prendo appuntamento con gli agenti immobiliari per organizzare le visite.

Solitamente la visita della proprieta' viene effettuata tramite l'agente incaricato dal venditore. Ci sono parecchie agenzie di vendita a Londra: le piu' famose sono Foxton e Faron Sutaria. Altre agenzie piu' piccole sono altrettanto rispettabili, ma si focalizzano solo su alcune aree o su un certo segmento di prezzi. Queste agenzie hanno anche un motore di ricerca di case nei loro siti, ma ovviamente i risultati sono limitati agli appartamenti in gestione dall'agenzia.

Gli agenti immobiliari sono ovviamente li' per vendere la casa al prezzo piu' alto possibile. Sono pagati su commissione dal venditore, quindi maggiore il prezzo di vendita, maggiore il loro bonus. Tenetelo sempre a mente quando vi decantano le lodi di qualsiasi topaia che visitate.

Prima di andare a vedere una casa, faccio una lista di domande da chiedere al venditore:

  • Ragione per cui il venditore sta vendendo la proprieta'
  • Problemi con i vicini o nel vicinato
  • Prezzo medio di luce / gas
  • Data dell'installazione del boiler
  • Accesso al giardino
  • Riparazioni / alterazioni alla pianta della casa
  • Ultimi lavori alla facciata
  • Ultimi lavori al tetto
  • Prezzo della council tax
  • Durata del leasehold
Porto sempre dietro una macchina fotografica, ed cerco di fare piu' foto possibili alla casa. Durante la visita, mi soffermo sempre su alcuni particolari:
  • Macchie di umido sul soffitto o sulle pareti
  • Stato del pavimento o del carpet
  • Stato della scatola dei fusibili
  • Perdite intorno ai termosifoni
Una volta vista una proprieta', torno a casa e metto a posto tutti i dati raccolti in uno spread sheet creato per l'occasione. Ho adottato un sistema di voti per fare i confronti tra le proprieta' visitate: per ogni riga scrivo un criterio, e per ogni colonna una casa. Ad ogni cella fornisco un voto, da 1 a 10, e poi sommo tutti i valori per ottenere il risultato. Questo mi da un'idea veloce di quale proprieta' scartare senza pensarci due volte.

Mi do anche un tempo massimo per la ricerca della casa. Non posso stare tutta la vita a cercare la casa perfetta, e sono certo che ci sara' sempre una casa migliore di quella che andro' a comprare. Pazienza, io sono per le cose funzionali ora e non perfette domani. Trovero' la casa entro fine Luglio, due mesi dopo l'inzio della ricerca. Questo discorso ovviamente si puo' applicare solo a Londra, dove il mercato immobiliare e' paragonabile ad un formicaio in fuoco. Dovessi cercare casa a Darlington, probabilmente mi darei altre tempistiche.

Una volta identificato le 3 case che piu' si avvicinano al mio ideale di casa perfetta, torno a rivedere le proprieta'. Idealmente, avrei voluto avere la seconda visita in un altro periodo del giorno e della settimana rispetto alla prima visita, ma purtroppo, avendo solo il Sabato disponibile, le mie visite cadevano sempre di Sabato alle 10am.

Alla fine ho deciso. Punto su Flat 4 al 32 Hillmarton Road.

lunedì 8 aprile 2013

Come ho comprato casa a Londra (2)

Questo post e' gentilmente sponsorizzato da Cristian e Raffaella. Senza di loro, ero quasi convinto di buttare via tutto il blog. Grazie!

3. Scegliere la casa.

Dopo avere messo a posto le finanze e scelta una o piu' zone dove cercare casa, inizio una delle fasi piu' divertenti dell'acquisto della casa: la scelta della casa.

Io purtroppo non ho ganci a Channel 4 e non sono riuscito a mettermi in contatto con Kristie o Phil per la trasmissione Location Location Location, quindi ho dovuto cercare la casa per conto mio. Scartati gli annunci sui giornali, mi sono subito lanciato su Rightmove e Zoopla, i due motori di ricerca di case piu' famosi del regno. Se devo comprare una casa, la trovero' li.

Tra i due motori di ricerca, preferisco Rightmove. Infatti, Rightmove ha una funzione che permette di disegnare su una Google Maps l'area di ricerca. Questa funzione e' parecchio comoda quando si vogliono includere o escludere aree specifiche di ricerca, tipo quartieri indesiderati o zone industriali. Rightmove ha anche una app per iPhone, che permette di cercare delle case vicino alla zona dove si e' in un preciso momento. Comodo in particolare quando si passeggia per qualche quartiere e si vuole vedere una media dei prezzi delle case.

Entrambi i motori di ricerca hanno dei filtri per prezzo dell'offerta. Dal momento che il prezzo della casa effettivo e' generalmente dal 5% al 10% inferiore del prezzo d'offerta, io cerco sempre case dai £250k ai £320k. Altri filtri interessanti sono il numero di camere (da letto) e il fatto che la casa sia un freehold o un leasehold, che sia una casa privata o una council house.

Ok, ho messo un po' di carne al fuoco: inziamo con la definizione di leasehold e freehold.

Leasehold: un sistema di possesso di una proprieta' (per un certo termine) ma non del terreno su cui e' edificata. Il possesso della proprieta' e' soggetto al pagamento dell'affitto del terreno su cui e' edificata. Quando il termine del possesso scade, la proprieta' torna al possessore del terreno.

Freehold: un sistema di possesso della proprieta' e del terreno, senza limiti di scadenza.

Stando alla definizione, chi e' quel pirla che andrebbe a fare leasehold, quando puoi avere un freehold? Dipende parecchio dalla disponibilita': per esempio a Londra e' raro avere i freehold, specialmente sugli appartamenti. Bisogna poi stare attenti a chi-paga-cosa: il leaseholder non deve pagare il mantenimento degli esterni della proprieta' (tetto, facciata, giardino..) - queste spese vanno tutte al possessore del terreno; d'altra parte il freeholder, dato che possiede il terreno, e' soggetto a tutte le spese della casa.

Il termine del lease e' variabile, in genere e' sui 99 anni. Alla fine del termine, la casa torna al proprietario del terreno, a meno di non accordarsi in anticipo per un'estensione del lease. Attenzione che l'accordo, pur essendo abbastanza comune, non e' assolutamente garantito. Le case perdono di valore quando sono vicine al termine del leasing, e da quanto ho sentito, le banche raramente concedono mutui a leasing sotto i 75 anni. Per chi si muove un po' nel mercato azionario, i prezzi delle case sotto leasing si muovono parecchio come i futures. Quindi quando su Rightmove trovate una casa a Mayfair di 80mq a £200k, guardate bene che il leasehold non scada dopodomani!

C'e' poi un'altra forma di freehold chiamata share of freehold. Quando una casa e' divisa in pochi appartamenti, ed i condomini si riescono ad accordare per comprare il terreno su cui la casa e' eretta, il terreno viene diviso in shares tra tutti i condomini. Ogni condomino possiede quindi una percentuale del terreno. Attenzione di nuovo! Dal momento che ognuno possiede una quota del terreno, i lavori condominiali sono divisi tra tutti i condomini, previo accordo. Se voi siete felici possessori di un appartamento all'ultimo piano e vi si buca il tetto, dovete cercare al piu' presto un accordo con tutti gli altri condomini, i quali possono non essere cosi' tanto interessati all'acqua in casa come lo siete voi.

Io non ho mai avuto preferenze tra le tre formule, anche se l'idea di possedere il terreno su cui compro casa mi e' sempre piaciuta.

Passiamo velocemente alla definizione tra proprieta' privata e council house.

Properieta' privata: una proprieta' edificata da un cittadino o da una societa' privata.

Council house: una proprieta' del comune.

Qui la differenza e' abbastanza veloce da capire, e la si vede a vista d'occhio appena vi trovate di fronte una council house. Le council house sono case costruite dal comune intorno agli anni '60 e '70. Sono case bruttine, ricordano i palazzi sovietici costruiti in era comunista. Originariamente, il comune dava gli appartamenti delle council house alle persone meno abbienti. Ultimamente, i comuni hanno venduto parecchi appartamenti a cittadini privati per battere cassa. I prezzi delle council house sono generalmente piu' bassi rispetto alle case normali.

A Londra, le council house sono state costruite un po' ovunque, da Chelsea ad Hackney. Questo da un lato e' lodevole - non ci sono quartieri ghetto, dall'alto pero' annoia i ricchi proprietari di Knightsbridge che possono trovarsi con un loft da £10M costruito a fianco ad una council house.

Ho sempre trovato rischioso comprare casa in una council house. Il prezzo delle council house e' decisamente piu' basso, ma il mantenimento della casa e' dato ai condomini sotto forma di share of freehold. I condomini piazzati dal comune ovviamente non pagano, ed essendo il maggioranza, il comune ha l'ultima parola sulla ditta dei lavori. Questo vuol dire che tu, condomino privato in una council house, devi sottostare ai pagamenti che dice il comune senza batter ciglio.

E poi, ste council house sono veramente brutte e piene di brutta gente. La mia casa sara' una casa privata.

Continua...

Tu che stai leggendo questo post

Si', proprio tu. Mandami un messaggio, fatti sentire. Dimmi quello che ti piace e quello che non ti piace. Insomma, fai sentire la tua voce. Mandami un messaggio, una email, aggiungimi su facebook o skype, insomma, fai qualcosa. Fino a ieri credevo che questo blog non lo leggesse nessuno, poi incuriosito sono andato a vedere un po' di statistiche di Google Analytics e mi sono convinto del contrario.

E' stato molto bello incontrare due lettori del mio blog lo scorso Venerdi' sera, spero davvero di incontrarne altri. 

sabato 30 marzo 2013

La migrazione: cambiare cas.. err, sito

Giorni fa ho aperto Google Reader, e mi son depresso. Google annunciava la chiusura di Google Reader, cosi', senza batter ciglio.

Non ho idea perche' Google Reader venga chiuso. E' un ottimo servizio di aggregazione RSS, interfaccia semplice, chiara e pulita, integrato con gli altri account Google. Insomma, e' da stronzi chiuderlo. Ma tant'e', devo trovare un altro sito con aggregatori RSS. E l'ho trovato (dopo averne provati 5)!

Feedly sembra fare tutto quello che fa Google Reader, ma meglio. Innanzitutto ha preso tutti gli RSS registrati dentro Google Reader e li ha messi nel mio nuovo account. L'interfaccia e' pulita quanto quella di GR, ed il livello di personalizzazione e' decisamente alto.

Raccomando Feedly come alternativa a GR.

venerdì 29 marzo 2013

Sui "no" in generale

Prendo spunto da alcuni fatti successi ad inizio settimana per scrivere questo post. Avevo iniziato a scrivere un articolo simile ben un anno e mezzo fa, quando Stanford mi aveva cordialmente comunicato che non avevano bisogno di me per i loro MBA. Poi, per un motivo o per l'altro, il post si era perso nella cartella con tutti gli altri draft. Ed ora.. eccoci di nuovo qua, ta-da! Vediamo di chiuderlo questo post, sta volta.

Lunedi' sera scorso mi son preso un sonoro "no" da una ragazza. Capita, direte voi. Si', lo dico anch'io, non e' il primo e dubito sara' l'ultimo. Ci sono rimasto un po' male - ho l'abitudine di analizzare troppo il perche' dei "no", pensare dove ho sbagliato, come avrei dovuto agire, cosa far meglio la prossima volta. Insomma, non dico capita e finisce li'. Dicevo, ci son rimasto un po' male, ma solo per circa 16 ore, perche' poi e' successa una cosa interessante, che vi andro' a raccontare.

Dato che sono oberato di lavoro, ho deciso di assumere 3 nuovi PM, che mi diano una mano a gestire i vari accounts. Ne ho preso uno, me ne mancano ancora due. Martedi' pomeriggio avevo un colloquio con un PM senior, che sulla carta sembrava dio sceso in terra. Esperienza di 15 anni in aziende di tutte le dimensioni, progetti grandi e piccoli, insomma, uno che ne sa a pacchi. Io ero ancora un po' seccato da quello che mi era successo la sera prima, ed al colloquio mi pongo piu' aggressivo del solito. In genere, quando faccio colloqui cerco di mettere a proprio agio la persona che ho davanti - e' inutile renderla ancora piu' nervosa di quella che e', mi perderei ottime persone solo perche' sono agitate. Questa volta invece bombardo il tipo di domande, appena sento che cambia discorso di un millimetro lo interrompo, in maniera un po' rude, e gli dico di stare a quello che gli stavo chiedendo. Insomma, non la solita chiacchierata tranquilla che faccio ai colloqui. Il tizio diventa nervoso, inizia un po' a balbettare, alla fine io gli dico che potevamo anche finire li' il colloquio, e ci lasciamo cosi'.

Alla sera scrivo il mio solito report al capo, raccomandando di non assumere il tipo, e allego la mia lista di motivazioni. Mentre scrivevo il report, mi accorgo che il mio atteggiamento non e' stato dei migliori. Potevo aiutare il tipo di piu', essere meno stronzo, e magari se la sarebbe cavata al colloquio. Ma non e' andata cosi'. Io ero in una giornata un po' storta, e lui ha avuto sfiga di trovarmi in una giornata storta. Ed e' questo il succo del post.

Tanti "no" che ho ricevuto in passato, da aziende, universita', tipe, dipendevano tanto da me quanto da fattori esterni che non potevo controllare. Ho sempre avuto difficolta' ad accettare questa cosa, per due motivi:

  • suona come una giustificazione - ah, non sono riuscito a fare questo, ma non e' colpa mia, e' colpa di qualcos'altro
  • mi secca non avere il controllo della situazione - se non posso controllare completamente la situazione, devo affidarmi alla fortuna, e a quel punto me ne vado al casino' che almeno mi diverto un po'
Eppure non trovo altra spiegazione. Il tipo del colloquio era molto preparato, ma io ero in una giornata no, e non c'e' nulla che lui avrebbe potuto fare per cambiare questa situazione. Idem per l'MBA a Stanford: io potevo essere preparato quanto volevo, ma ci sono tanti di quei fattori fuori dal mio controllo che determinano l'ammissione o meno al programma. E quel colloquio ad Amsterdam di 3 anni fa, che ero convinto aver fatto bene - chi sa cos'e' successo dietro le quinte per dirmi che non mi volevano.

Insomma, Martedi' sera mi son trovato chiaramente in una posizione in cui il fattori esterni hanno sicuramente influenzato quel colloquio. E non mi venite a tirare fuori il discorso dell'etica - no, il tipo non li richiamo, perche' comunque, alla fine, se fosse stato bravo sarebbe riuscito a fare una figura mediocre anche alle domande che gli avevo posto.

Quindi, il riassunto di tutto sto pippone e' proprio che certe cose capitano, e non posso farci nulla. E dopo un anno e mezzo devo smetterla di pensare al perche' non mi han preso a Stanford!

In tutti questi "no", c'e' un lato positivo. Quoto il CEO di Dropbox, Drew Houston: "Don't worry about failure; you only have to be right once". E cosi', anche se non son stato preso ad Amsterdam, due mesi dopo avevo trovato lavoro a Nottingham come PM. E se non mi avevano preso giu a Cannes, avevo poi trovato lavoro a Londra. Alla fine, le cose si mettono sempre a posto, basta sbattersi un po'.

E per la cronaca, Martedi' sera stavo finalmente a posto, rilassato e tranquillo come una pasqua. Anche grazie ad una schiera di amici che non si stufa mai di sentire le mie lamentele ed i miei problemi ;)

martedì 29 gennaio 2013

Storie dalla Metropolitan line

Mi ero quasi dimenticata di raccontarla questa.

Intendiamoci, non che sia una di quelle storie da far cambiare la vita, ma semplicemente un aneddoto su quello che mi e' successo la scorsa settimana in metro mentre tornavo a casa. Mi e' venuto in mente ora perche' stasera non ho un cazzo da fare, sono le 11 e sono stranamente sobrio. O diversamente alcolizzato, vedete voi.

Non divaghiamo, e cerchiamo di tenere questo post stretto e conciso. Iniziava tutto quando, come al solito, uscivo dal pub verso le 10 e avevo una fame porca. Sono a Liverpool Street (non a Liverpool, i miei assidui lettori capiranno il collegamento) e mi fiondo al chioschetto dei cornish pastis. Per voi poveri sfigati che vivete sulla terra ferma, i cornish pastis sono cornetti di pasta frolla con dentro le peggio schifezze lasciate come scarti industriali.

iPhone sparato nelle orecchie, aspetto il treno che arrivi e nel frattempo mi addento una cornish pastis. Una ragazza a fianco a me si addenta un cheese burger, e un altro tizio si mangia una baguette con dentro prosciutto e qualcos'altro. Insomma, un banchetto di ubriachi sulla platform della metropolitan line.

Arriva un gruppo di ragazzini. Italiani. Non serviva sentirli per capire che fossero italiani. Ragazzi con 3 kili di gel in testa neanche facessero le controfigure a Travolta in Fame, pizzetto e barba curatissima, scarpe da ginnastica stile anni 90. E zaino Seven. Ragazze anche loro in jeans - ma in Italia le gonne non esistono? - e scarpe da ginnastica. E zaino Invicta. Carini comunque, 18 anni ciascuno, magari la prima gita da soli fuori dall'Italia. O fuori dalla regione. O fuori da casa di mamma e papa'. Vabbe', non divaghiamo.

Io mi sarei anche fatto i cazzi miei, non che' questi si siedono uno a fianco a me e due davanti, ed iniziano ad urlare come scimmie. Avevo pure gli Arctic Monkeys sparati nelle orecchie, ma ad un certo punto non sentivo piu' nulla. Con un gesto rapido, stacco la musica e ascolto questi cos'hanno da urlare. E nel frattempo mi finisco il mio cornish pastis.

Per praticita', daro' 3 nomi ai ragazzini. Peppo, Aldo, e Gessica. Gessica con la G.

Peppo: "Oh ma minchia, ma secondo voi, qui a Londra, esistono le famiglie normali?"
Gessica: "Eccerto cazzo, certo che esistono, sono stata qua 2 settimane in vacanza studio lo scorso anno, e c'erano le famiglie normali"
Aldo: "E' vvero, c'hai raggione"
Peppo: "No ma guarda cazzo, sono le 10 e tutti mangiano in sta metropolitana:
Aldo: "E' vvero, c'hai raggione"
Gessica: "Ma non capisci un cazzo, e' che questi sono usciti adesso dall'ufficio, tutti gli altri sono a casa a mangiare la pasta"
Peppo: "Ma secondo te la mangiano la pasta questi, cioe', mangiano cose normali?"
Gessica: "Eccerto che mangiano la pasta"
Aldo: "E' vvero, c'hai raggione"
Peppo: "No ma cazzo tipo, guarda quella tipa che si sta mangiando un amburgher, fa proprio schifo oh"
Gessica: "Eh eh che troia, che schifo"
Aldo: "E' vvero, c'hai raggione"
Peppo: "E guarda sto qua a fianco a me, cazzo sta mangiando, dei cornetti?"

Alche' io mi giro, con una faccia non propriamente sobria, accenno un mezzo sorriso, e gli dico:

"Guarda, quello che sto mangiando si chiama cornish pastis, e' abbastanza buono, te ne posso offrire uno".

Gessica: "Ahaahha che figura di meerda"
Peppo [un po' palliduccio]: "Err mi-mi s-s-cusi" (mi piace quando mi danno del lei)
Aldo [accartocciato dalle risate]: "Ahahahhahaha" (Aldo non ha mai contribuito molto)

Aldo, Peppo e Gessica escono - aka si catapultano - appena si ferma il treno, a Farringdon. Io me ne son tornato a casa sorridendo - e no, non perche' ero ubriaco.

lunedì 14 gennaio 2013

Fare la cosa giusta - non andare all'ospizio

Oggi pomeriggio ho passato un'ora e mezza della mia vita a parlare con un vecchietto in un ospizio.

L'anzianotto in questione e' un amico di un amico. I due si conoscono da una vita, e si sono sempre scambiati corrispondenza. Succede che il vecchietto non ha risposto all'ultima lettera invitata dal mio amico: l'ultimo contatto infatti risale al 2011, ed il mio amico era giustamente preoccupato per le sorti del vecchietto.

Il mio amico mi ha cosi' incaricato di andare alla ricerca di questo anziano, che casualmente vive a Londra. Non sono riuscito a trovare un recapito telefonico, cosi' oggi pomeriggio dopo aver fatto due commissioni, mi sono messo in marcia per Kilburn alla ricerca di questa persona. Trovarlo non e' stato difficile: avevo il suo nome ed il suo indirizzo di posta, che risulta poi essere un'ospizio. Dopo aver convinto la portinaia a farmi entrare, arrivo nell'appartamento di questo uomo.

Il tipo e' completamente sordo. La portinaia mi avverte - se vuoi parlargli, devi urlare.
io: "Hello, my name is Luca, I'm here on behalf of.. "
lui: "Whaaaat?"
io: "HELLO - MY - NAME - IS..."
lui: "I CAN'T HEAR YOU, SPEAK LOUDER!"
io: "For folks sake.. HELLOOOOOOOOOOO!!" (ho poca pazienza..)
e cosi' via..

Dopo una buona 20ina di minuti, usciamo dall' empasse delle introduzioni, e inizia la mia fine. Questo simpatico vecchietto pare che non parlasse con anima viva dalla guerra 15-18, cosi' inizia a raccontarmi tutta la sua vita. E mi racconta del suo tempo passato nel Libano, a Roma, a lavorare per Thomas Cook etc. Cioe', una vita pienotta, in giro per il mondo.

Io ho il livello di sopportazione pari a 0, ma mi sembrava brutto mollarlo li' a meta'. Allora dopo avermi raccontato tutto della sua vita, inizia a raccontarmi di quanto e' scazzato in ospizio, che nessuno lo viene a vedere, che la sua famiglia si e' dimenticato di lui, che paga troppo per questa camera, che nella sua agenda ha ancora numeri di tante donne ma non gli va piu' di chiamarle..

Alla fine, mi ha messo una tristezza dentro che la meta' basta. Solo che ero troppo scazzato dopo un'ora e mezza a star li a sentirlo parlare, che ad un certo punto gli ho detto che vabbe', mi faceva piacere averlo conosciuto, che sarei andato a trovarlo tra un po' di mesi e amen.

A vedere le sue condizioni di salute, mi sa che la prossima volta che lo vado a trovare sara' al Brompton cemetery. In compenso, mi ha dato un po' di indirizzi di ottimi ristoranti in centro, mi ha detto di andare e farsi dare qualche sconto dicendo che sono suo amico :/

venerdì 4 gennaio 2013

Lavori al minimum wage nella capitale

Prendo spunto da una conversazione che ho avuto ieri con il gestore di un ristorantino italiano dietro Harrods per scrivere qualcosa sui lavori da barista / cameriere / commesso che i ragazzi italiani possono trovare qua a Londra. Vorrei mettere numeri, grafici, considerazioni di carattere economico e sociale, ma come diceva un mio vecchio professore all'universita' di Torino, verrebbe solo fuori una minestra riscaldata. Vi metto un paio di link, come il London's Poverty Profile o National Minimum Wage Low Pay Commission 2012,  per approfondire i discorsi.

Paolo, un simpatico Bresciano a Londra da parecchi anni, dice che riceve mediamente 10 ragazzi italiani al giorno in cerca di lavoro nel suo ristorante. 10 al giorno, 300 al mese! Purtroppo li deve mandare via tutti, e le cose non miglioreranno nei prossimi mesi quando entrera' in bassa stagione. Troppi ragazzi in cerca di lavoro? O poca offerta di lavoro? E son poi tutti ragazzi?

Si', troppi ragazzi in cerca di lavoro. L'offerta di posti al minimum wage, dopo il calo del 2008-2009, e' tornata lentamente a salire. Pub e ristoranti che avevano chiuso a causa della delocalizzazione di lavori fuori Londra, riaprono per incontrare la domanda di nuovi colletti bianchi affamati. Ma sulle sponde italiche la crisi continua a mordere, ed orde di giovani senza lavoro - laureati o meno fa poca differenza - cercano miglior fortuna oltre manica. E si ritrovano tutti qua a Londra a cercare lavoro.

A questo punto, io mi farei due domande.

Perche' venire a Londra? Ok, fa molto cool passare le notti negli ambienti underground di Shoreditch o fare spesa a Sloane Square, ma con un lavoretto al minimum wage e' gia' tanto se ti puoi permettere un frappuccino da Starbucks dopo aver pagato l'affitto della tua camera condivisa con 10 persone. Gli affitti sono alle stelle a causa dei pochissimi mortgage concessi, i trasporti sono carissimi causa tagli del governo al settore pubblico. Il regno e' grosso, non inizia e finisce dentro la M25. Personalmente mi piace parecchio Bath e Bristol, ma anche Nottingham non era affatto male. E perche' non York o Leeds, nel grande nord? Tutte cittadine stupende dove la vita costa moooolto meno, bar e ristoranti ce ne sono uguali, inglese lo parlano uguale (ok, non al nord, ma ci assomiglia). C'e' sempre la Scozia poi - io ci ho lasciato il cuore ad Edinburgh! Vivere in un posto economico ti permette di vivere decentemente con uno stipendio base, pagarti un corso di inglese (vedi punto dopo), uscire la sera e conoscere gente. E trovi anche meno italiani in giro, cosi' hai meno tentazioni di fare gruppo e magari impari qualcosa della cultura locale.

Perche' ammazzarsi di lavoretti? Va bene, Londra e' l'unico posto al mondo che ti tira. Boh, ti capisco, anche per me e' cosi'! Hai lasciato l'Italia con un pezzo di carta in mano, spero per te in qualche disciplina scientifica e non in scienza dei formaggini cremosi. L'inglese non lo parli molto, ma la tua idea e' di venire qua e imparare lavorando. Cazzate. Devi andare a lezione, punto. Un amico, architetto, lavorava come cameriere di giorno e barista alla sera, 6 giorni su 7. Due lavoretti al minimum wage, che gli pagavano l'affitto e qualche sfizio di tanto in tanto. Dopo 6 mesi, non aveva imparato una mazza di inglese. Pero' sapeva dirti tutti i piatti del giorno e le birre che servivano. Se n'e' tornato a Udine. Fai un corso di inglese, fai colloqui di lavoro per lavori su cui hai studiato sopra. Non per metterti fretta, ma ora che tu hai finito l'universita' in Italia, un tuo coetaneo locale qua ha gia' lavorato da tre anni come professionista.