lunedì 31 ottobre 2016

Cose curiose per un italiano ad Hong Kong

Sono passati 73 giorni da quando sono atterrato a Hong Kong, e non passa giorno che trovo una cosa strana o curiosa da raccontare. Come avevo già iniziato a fare in questo post, di seguito andrò ad elencare le cose che mi hanno colpito di più.

I ponteggi delle case sono fatti di canne di bambù. Esattamente, non ferro o acciaio come siamo abituati a vedere nelle nostre città, bensì un reticolato di canne che assomiglia molto ai quadri svedesi che avevamo nelle palestre delle nostre scuole in Italia. Solo alto come un palazzo di 15 piani! Ogni volta che passo sotto un'impalcatura fatta di bambù, ho sempre una paura che crolli tutto da un momento all'altro. E se un panda allo stato brado si sia messo a masticare una canna nella notte, ed improvvisamente venga giù tutto?? Ok, non impanichiamoci. Non ho mai visto panda allo stato brado aggirarsi affamato per le strade di Hong Kong, e non penso francamente che ci sia, ma non pensavo neanche che ci fossero volpi allo stato brado che si aggiravano per il centro di Londra, invece erano di norma nel mio giardino di casa.

Hong Kong ha la nomea di essere una città dove si lavora tanto. Mediamente, le persone lavorano 50 ore a settimana, con turni che possono arrivare a 10 o 11 ore al giorno. Ho chiesto al mio prof di Cinese dei pareri su queste statistiche, e lui mi ha risposto: "ah beh, ma tanto hai il Sabato e la Domenica per te, ben due giorni di riposo!". L'idea di lavorare come un mulo per tutta la settimana e poi passare il weekend a recuperare le energie non mi è troppo congeniale, così ho chiesto al mio professore cosa lui pensasse del fatto che, in paesi come in Europa, si tende a lavorare meno durante la settimana. La risposta è stata che, secondo lui, ad Hong Kong la gente lavora molto perché punta ad andare in pensione presto, intorno ai 50 anni. Ha senso, sempre e solo se ci arrivi a 50 anni lavorando di questa lena!

Alla domenica, le filippine e le indonesiane occupano il centro città. Immaginate di camminare per il centro della vostra città e di trovarvi a fare lo slalom tra donne sedute per terra su dei cartoni che mangiano, giocano a carte, parlano a dormono. Ovunque vi giriate, una distesa di persone sedute per terra, un mix tra un sit-in di protesta e una giungla di barboni. Questo è il centro di Hong Kong ogni domenica, unico giorno di festa per le badanti quasi esclusivamente donne filippine e indonesiane che approfittano del loro giorno libero per ritrovarsi con le amiche in posti tipo sotto i cavalcavia, nei corridoi della metropolitana, sotto le tettoie dei negozi. Inutile dire che trovo tutto questo spettacolo di una tristezza incredibile, sapendo che queste persone non possono neppure comprarsi un caffè allo Starbucks tanto sono pagate poco, e quel poco lo devono mandare alle loro rispettive famiglie di origine. Il comune chiude un occhio su questa pratica, anzi aiuta queste donne nel loro ritrovo settimanale chiudendo alcune strade per permetter loro di accamparsi nel mezzo della careggiata.

Per finire questa carrellata di cose curiose, voglio fare una rettifica su alcune cose scritte su questo post. No, gli abitanti di Hong Kong non rispettano i semafori pedonali, se ne fregano completamente e attraversano la strada indipendentemente se c'è il rosso, il verde o il blu. Invece, fanno la fila ai bus, in maniera ordinata e precisa, meglio che a Londra!

giovedì 20 ottobre 2016

Tifoni ad Hong Kong

Oggi ho cancellato il contratto di internet con BT. Sì, stavo ancora pagandolo dopo tutto questo tempo... Dopo avere aspettato 20 minuti per prendre la linea, riesco finalmente a parlare con l'operatrice che mi cancella il contratto e, quando le lascio il mio numero di cellulare per darmi la conferma, capisce che vivo ad Hong Kong e mi dice: "How exciting it must be to live in Hong Kong!". Oggi ho un nuovo motivo che farà questa esperienza ancora più exciting: sta arrivando un tifone!

Un tifone, o ciclone tropicale, è un fenomeno metereologico caraterizzato da forti venti e piogge che si sviluppa sull'oceano all'altezza dell'equatore e, ruotando su se stesso, si sposta verso la terra ferma. Questo fenomeno è abbastanza comune nel sud est asiatico, e di solito colpisce Hong Kong e le regioni limitrofe ogni estate nei mesi di luglio e agosto, a più riprese. I tifoni vengono classificati con una scala numerica, dove 1 e 3 sono definiti come non pericolosi mentre 8, 9 e 10 sono considerati pericolosi.

Come ho detto all'inizio, un tifone a livello 8 si sta avvicinando alla città. Questi fenomeni ad ottobre sono abbastanza inusuali, ma la città sembra essere comunque preparata all'arrivo. È curioso vedere tanta frenesia per questo evento: dal portinaio che ti dice che domani è meglio rimanere in casa, al capo della scuola di cinese che avverte tutti gli studenti del pericolo imminente, all'università che bombarda la mia casella email con mille comunicazioni su come comportarsi in casi simili. All'ingresso di ogni ufficio sono comparsi cartelli che indicano il livello del tifone in avvicinamento, internet e tv avvertono della situazione attuale e tutti sembrano avere procedure e regole su cosa fare in questi momenti: rimanete in casa, non andate in ufficio o a scuola, procuratevi provviste per i prossimi giorni. Insomma, l'impressione che ho è quella di una città preparata all'arrivo di Godzilla dal mare.

Tutti preparati, ok, ma poi ti ricordi che ieri ha piovuto, una pioggia forte ma niente di eccezionale, e questo è come appariva lo Starbucks sotto in metro:

Thanks Oojin for this picture!

Ora, a parte il tipo che legge il giornale e se ne frega bellamente del mondo che gira e dell'acqua che sale, fa un po' impressione vedere come una pioggerella come quella di ieri possa allagare tutta la metropolitana. Viene da pensare che cosa accadrà quanto il tifone arriva!!

Qui altre foto da ieri:

lunedì 26 settembre 2016

Imparare il Cinese Mandarino ad Hong Kong

C'e' un motivo per cui diciamo "questo e' cinese" quando leggiamo qualcosa di cui non capiamo nulla. A Hong Kong si scrive e si parla cinese, quindi e' facile intuire la difficolta' nel comunicare con la gente del luogo. Per risolvere il problema, ci sono tre opzioni: trincerarsi nell'Inglese e sperare che il tuo interlocutore ti capisca;  imparare la lingua locale, il cantonese; studiare il mandarino. Ho optato per il mandarino, e spiegherò le ragioni di questa scelta.

Perche' imparare il cinese

Imparare il cinese non è la scelta del tipico expat, molti scelgono di continuare a parlare solo l'inglese. Io ritengo che la scelta di imparare il cinese sia innanzitutto una questione di rispetto per la cultura locale: arrivo da un paese straniero, ho deciso di stabilirmi e lavorare ad Hong Kong per un certo periodo, credo sia il minimo fare uno sforzo ed imparare la lingua del posto. Di pari passo con la lingua va la cultura, e molti expat preferiscono vivere in zone fortemente occidentalizzate, dove la presenza di Cinesi e' pressoche' inesistente ed i negozi sotto casa assomigliano a quelli di Fulham Broadway. Nulla di male, ci mancherebbe altro, ognuno cerchi e trovi la Hong Kong che piu' gli pare e piace. Io preferisco cercare di integrare e mediare la mia cultura con quella locale, provando ad imparare qualcosa di nuovo.

In un'ottica lavorativa, la meta' degli annunci di lavoro nell'IT e Finance richiedono una padronanza del cinese (mandarino o cantonese), quindi mi sembra sciocco limitare il numero di possibilita' disponibili avendo solo da spendere l'inglese. Per quanto riguarda lavori che richiedono un'interazione con i clienti, a Ida viene chiesta la conoscenza del cinese con una frequenza maggiore rispetto a me. Per finire, mi piace studiare, e mi sembra furbo approfittare di essere ad Hong Kong per imparare una nuova lingua che potro' spendere ovunque saro' in futuro - alla fine, la cina ci conquistera' tutti, no?

Mandarino vs cantonese

Il problema che io ed Ida ci siamo posti inizialmente e' stato quello di decidere se studiare mandarino o cantonese. Prima di tutto, una piccola lezione di lingua cinese. Il cinese scritto si divide in tradizionale e semplificato, dove i caratteri tradizionali sono piu' complicati di quelli semplificati. Il mandarino, scritto con i caratteri semplificati, e' il dialetto ufficiale cinese, ovvero quello promosso dal governo per unificare la lingua all'interno ed al di fuori della Cina. Il cantonese invece e' il dialetto parlato nel sud della Cina e a Hong Kong, e si basa su caratteri tradizionali.

Perche' imparare il mandarino quando ad Hong Kong si parla il cantonese? Innanzitutto il mandarino si sta diffondendo sempre di più ad Hong Kong; da quando i britannici hanno levato le tende nel 1997, un numero sempre maggiore di cinesi (e quindi parlatori di mandarino) e' entrato ad Hong Kong, facendo si' che questo dialetto si diffondesse da queste parti. Il governo promuove il mandarino nelle scuole, quindi le nuove generazioni locali crescono bilingue. Non c'è un vero motivo per imparare il cantonese, a meno che non si pensi di rimanere sempre ad Hong Kong.

Scuole di mandarino ad Hong Kong

Ci sono parecchie scuole di mandarino ad Hong Kong, basta cercare su Google. Noi eravamo interessati ad un corso intensivo che ci permettesse di arrivare ad una padronanza della lingua decente in poco tempo, che fosse flessibile in modo da permetterci di viaggiare di tanto in tanto, che non costasse troppo e che avesse una buona reputazione. Dopo aver parlato con un paio di scuole, e' venuto fuori che per avere una discreta padronanza del cinese dobbiamo studiare in maniera intensiva (15 ore di lezione + 15 ore di studio individuale a settimana) per lamento 4 mesi. I sono costi un po' alti (circa £650 al mese), ma speriamo ne valga la pena.

Per la cronaca, ci siamo rivolti alla QLanguage, una scuola orientata a studenti occidentali che insegna mandarino nel centro della città. Stuart, il direttore della scuola, mi e' sembrato abbastanza onesto a presentare la scuola ed il corso, quindi alla fine ci siamo rivolti a lui.

Imparando il mandarino

E' una settimana e mezzo che sono a lezione, e dire che mi piaccia tanto e' dire poco. Bisogna mettere molta attenzione ai toni con cui una parola viene pronunciata: un tono sbagliato e la parola assume un significato completamente diverso, persino l'opposto in alcuni casi. Pronunciare una parola correttamente e' una delle cose piu' complicate nel cinese, mentre invece la grammatica riuslta essere completamente l'opposto, di una semplicita' assurda: niente desinenze, niente eccezioni, niente coniugazioni.  

Quello che mi affascina in maniera particolare sono i caratteri e la loro storia. Molti caratteri si scrivono in una certa maniera perche' sono evoluti da caratteri geroglifici che disegnavano cose semplici, come sole, luna, uomo, donna o bambino. Sapere la storia dei caratteri, a parte essere parecchio interessante, mi aiuta a memorizzare i caratteri in maniera effettiva.

Ci vorra' ancora un po' di mesi prima che sia in grado di scrivere il mio primo post in cinese, ma sono molto determinato nello studio. Io e Ida abbiamo l'obiettivo di imparare 800 caratteri alla fine del quarto mese, per ora ne sappiamo una 40ina. 760 to go!

domenica 28 agosto 2016

7 giorni ad Hong Kong

Dopo 7 giorni ad Hong Kong, inizio a prendere un po' le misure sulla citta', i suoi abitanti ed i modi di vivere delle persone. E' sicuramente una visione parziale, fatta da una persona che e' arrivata Domenica scorsa in citta' e ha girato si' e no tre zone di Hong Kong. Non pretendo assolutamente di aver capito alcun che' della cultura e delle usanze locali, e non voglio giudicare le maniere del posto. Di seguito scrivero' delle cose curiose che hanno attratto la mia attenzione, curiose perche' diverse dalle mie abitudini Londinesi.

Non so se i cinesi mangino anche in casa, ma a giudicare dal numero di bar, ristoranti, tende con sgabelli che si trovano in giro, direi che mangiano tanto fuori, ad ogni ora del giorno. Io e Ida leggevamo tempo fa che e' abbastanza conveniente mangiare fuori, e dal momento che molte case non sono attrezzate con delle cucine, si fa di necessita' virtu' e si mangia fuori casa. Dipende tutto ovviamente dalle zone: ad Hung Hom, dove mi trovo in questo momento, e' abbastanza facile mangiare molto con meno di $100 (circa £10), mentre a Central o nelle zone con piu' expat i prezzi salgono a $200. I ristoranti applicano un 10% di service charge, leggermente inferiore al 12.5% Londinese, e non e' abitudine lasciare tips. Mi piace un casino che la gente ti da il resto con due mani: immaginate che dovete prendere il resto di $10, la cassiera vi dara' il resto tenendo la banconota dalle due estremita' usando l'indice e il pollice di entrambe le mani per farvela vedere prima di progervela. Carinissimo.

I pedoni rispettano i semafori, una cosa che a Londra ho visto fare raramente. Mi ha stupito quando, in una strada deserta ma col semaforo rosso, molti (non tutti) Cinesi erano fermi ad aspettare il verde prima di attraversare. Mai vista una cosa simile ad Oxford Circus! In compenso, le macchine non rispettano le strisce pedonali, esattamente come in Italia. La citta' e' essenzialmente pulita, non ho visto nessuno gettare in strada cartacce o sigarette, e parlando di sigarette, ho visto poca gente fumare.

Gli abitanti di Hong Kong fanno la fila per salire sui bus, e sono molto piu' ordinati degli Inglesi da questo punto di vista. Il problema pero' e' che quando, per qualche motivo, non fanno la fila (i.e. quando devono salire sulla metropolitana), non hanno un minimo riguardo per le persone a fianco a loro e si accalcano sui mezzi come se non ci fosse un domani. Stessa storia quando devono scendere da un mezzo, ti vengono addosso senza problemi. Ah, se mai vi capita di prendere i bus o di girare in citta' con uno smartphone, non fate troppo affidamento al GPS. Non riesco ancora a capire come mai, ma il GPS non e' troppo accurato in questa citta', e sbaglia la posizione di parecchio. No, non e' un mio problema del cellulare, perche' ne ho parlato con altri e sembra che tutti abbiamo lo stesso problema! Se non altro, il segnale del cellulare e' onnipresente: tunnel stradali, metro, edifici giganteschi, ovunque.

Non ho ancora capito perche', ma pochissimi usano le infradito in questo paese. Con il caldo e l'umidita' di questi giorni, mi sarei aspettato di vedere tutto tranne persone con scarpe da ginnastica pesanti. Invece, pochissimi in infradito, pochi con sandali, quasi tutti con scarpe da ginnastica. In compenso, non si fanno problemi a correre a torso nudo, cosa che se ti metti a corrrere a torso nudo a Londra ti fermano in un nano-secondo. A proposito di caldo e umido, l'aria condizionata qui va come l'acqua: ogni locale chiuso (e non parlo solo di negozi, ma anche di metropolitana, bus e taxi) ha l'aria condizionata. A parte lo shock termico di passare da una temperatura esterna di 35 gradi ai 22 condizionati, e' un gran piacere trovare sollievo negli shopping centres quando si gira la citta'.

Per finire, una considerazione sulla lingua. Fuori da Central o altri quartieri preferiti dagli expat, la lingua e' Cinese, e solo Cinese. In queste zone infatti, i negozi sono attrezzati con uno o due membri dello staff che parlano un pochino di Inglese, ma neanche tanto. La cosa mi ha stupito abbastanza, essendo Hong Kong uno stato ufficialemnte bilingue, ma tant'e', questa e' la realta. Detto questo, anche se non si parla Cinese, ho trovato le persone molto disponibili ad aiutare altre persone come me perse nel mezzo di una bus junction, o indecise su cosa prendere per cena. Nessuna remora, nessun risentimento post-coloniale, anzi, un sorriso e via.

lunedì 22 agosto 2016

Prime impressioni di Hong Kong

Se dovessi descrivere Hong Kong con due aggettivi dopo il primo giorno, direi che la citta' e' caotica ed intrigante al tempo stesso. Dopo 24 ore che sono atterratto, ho vissuto un mix di emozioni diatmetrarlmente opposte, dal "questa e' la citta' perfetta, non voglio piu' andarmene" a "fatemi tornare a Londra subito".

Ho trovato un appartamento su AirBnb come prima casa, per un mese e qualcosa. L'appartamento si trova ad Hung Hom, un quartiere popolare di Kowloon. La prima cosa colpisce di Hong Kong e' la densita' per metro quadro di persone e cose. La citta', non potendosi sviluppare troppo in orizzontale per via delle montagne, si e' spinta verso il cielo senza ritegno, riempiendo ogni rione di palazzi altissimi, tutti uno attaccato all'altro. Questo fattore fa alzare la densita' ed il concentramento di persone ad un numero impressionante, persone che intasano poi marciapiedi, strade e mezzi pubblici. Iniziamente avrei pensato che questa mancanza di spazio mi fosse soffocante, in realta' posso dire che non la sento piu' di tanto. La metropolitana intasata c'era anche a Londra al mattino nelle ore di punta, Oxford Street e'spesso piena di gente, ed i palazzi della City e Canary Wharf sono alti uguale. Il mio appartamento e' minuscolo (una stanza piccola con un letto, un bagno con doccia e wc tutto in uno), ma ci posso sopravvivere per qualche mese nel frattempo che io e Ida cerchiamo lavoro.

Quello che non mi aspettavo e' la poco conoscenza dell'Inglese. Avevo sentito pareri discordanti prima di partire, da chi diceva che nessuno parla una parola di Inglese, a chi mi aveva detto che ce la si cava facilmente con l'Inglese. Vivendo a Hung Hom, un quartiere molto cinese e poco expat, mi son trovato parecchie volete di fronte a persone che non parlano una parola di Inglese. Quindi mi chiedo: ma gli Inglesi, che diavolo hanno colonizzato a fare? Come e' possibile che non ci sia un cane che parli la lingua, se non Cantonese o Mandarino? Il fatto di non capire nulla di quando la gente parla mi ha fatto ricordare dei primi tempi ad Edinburgo, circa 10 anni fa. Anche la non capivo niente quando la gente parlava, e mi seccava parecchio. Questo mi fa venire voglia ancora di piu' di imparare il Cinese, voglia che avevo gia' prima ma era passata un po' in secondo piano.

Ora apriamo la rubrica de "Due cose a caso che mi sono piaciute e non". Mi piace che la gente faccia la coda ai bus, molto di piu' di come la fa a Londra; mi piace non sentire uno suonare un clacson neanche per sbaglio, nonostante il traffico. Non mi piace invece che la citta' sia sporca, i Cinesi sembrano curare veramente poco il decoro cittadino; e non mi piace che la gente sembri triste, magari perche' vivono in cubicoli?

Dopo la prima giornata, prevale di gran lunga l'emozione di di scoprire una citta' e piu' in genere una cultura nuova. Penso che rimmaro' qua un bel po'.

venerdì 12 agosto 2016

Hong Kong, è iniziato tutto così

Una settimana e partiro' per Hong Kong. Esattamente il 20 Agosto, alle 9 del mattino, saliro' su un aereo direzione Hong Kong sola andata. Ma perche'? Tutto e' iniziato a Marzo scorso...

Esattamente il 6 Marzo scorso ero in treno diretto a Brighton. Io ed Ida avevamo deciso di passare un weekend sulla ridente riviera Britannica, e durante il tragitto in treno tra Londra e Brighton ci siamo messi a chiacchierare di come vedevamo il nostro futuro, e soprattutto dove lo vedevamo.

Ho sempre desiderato viaggiare, vedere nuovi posti, esplorare nuove culture. Anni fa non mi sarebbe dispiaciuto trasferirmi da qualche altra parte nel mondo, tipo negli Stati Uniti, o Dubai, o Singapore. Dopo aver lasciato Torino, non sono mai stato nello stesso posto per piu' di due o tre anni, e l'idea di spostarmi fuori dal Regno Unito mi aveva sempre allettato.

Poi 5 anni fa sono arrivato a Londra, ho comprato casa, ho costruito un giro di amicizie.. ed una cosa tira l'altra, finisco per mettere le radici nella capitale. Il mio desiderio di viaggiare viene progressivamente fermato da una paura di non riuscire a mantenere gli impegni (qua la parola impegni e' la traduzione dall'inglese della parola commitment, lo preciso perche' non riesco a trovare un traduzione migliore) che mi son creato intorno a me. La casa prima di tutto: ho un mutuo da pagare, e l'idea di non riuscire a pagare la rata mensile per qualche motivo mi preoccupa. Poi ho un lavoro ben pagato, ed a Londra ci sono altri migliaia di lavori pagati ancora meglio da poter cercare. Per farla breve, queste preoccupazioni mi avevano fatto salire una paura che l'idea di andare via da Londra e riniziare da capo non era piu' una cosa per me.

Poi c'e' stato quel viaggio in treno agli inizi di Marzo. Ida vorrebbe viaggiare, io le ho parlato che pure io vorrei viaggiare, ma ora mi sento bloccato. Parlando, Ida mi ha fatto riflettere su queste mie paure, e sul fatto che tutte queste preoccupazioni si possono superare, basta volerlo veramente.
  • Il mutuo per la casa si ripaga semplicemente affittando la casa. Siamo a Londra, non in un paesino nel mezzo della Lucania, le case si affittano con la facilita' con cui si beve un bicchier d'acqua. Ci sono fior fiore di agenzie che gestiscono gli affitti, o su AirBnB o a lungo termine, dipende cosa si vuole.
  • Il lavoro lo si trova. Certo, fuori dal Regno o dall'Europa mi servirebbe un visto, ma dopo aver speso fior fior di £££ nel mio MBA, una buona carriera fino a questo punto, una qualificazione tecnica, non mi aspetto di avere particolari problemi.
  • Non si riparte da zero. In questi anni ho costruito abbastanza, ho salvato anche qualche soldo recentemente. Insomma, non e' proprio come quando sono andato ad Edinburgo una decina d'anni fa, dove partivo da zero. In questi anni ho costruito una rete intorno a me, che dovrebbe ripararmi da ogni problema.
Questo discorso e' venuto in concomitanza con il programma di scambio che la mia universita' organizza ogni anno. Infatti, la LBS da l'opportunita' ai propri studenti di fare l'ultimo term in un'altra top university in giro per il mondo. C'e' un processo di selezione dato il numero di posti limitato, e gli studenti sono invitati ad inviare delle preferenze sull'universita' in cui vorrebbero passare l'ultimo term e il motivo per cui vorrebbero andare. Le migliori richieste vengono premiate con l'accesso all'universita' preferita.

Ho colto la palla al balzo, e ho messo la mia preferenza per la top university di Hong Kong, la HKUST. L'idea e' che se fossi stato preso, io e Ida ci saraemmo trasferiti ad Hong Kong a Settembre. Bene, il 4 Aprile, dopo aver avuto la mia prima esperienza nei banyas pubblici di Mosca, la LBS mi comunica che sono stato accettato alla HKUST. Figata, si parte per il South East Asia!

domenica 17 luglio 2016

MBA finito, considerazioni sul cambio di carriera

Dove sono?
Finalmente sono arrivato alla fine del mio Executive MBA, hurrah! Giovedi' e' stata una giornata di celebrazioni. prima alla Royal Festival Hall per il Congregation, poi il party all'universita', poi cena tra me e Ida. Sono stra soddisfatto di questa esperienza, e consiglio questo MBA a tutti.

Salto la parte del networking che oramai la conoscono pure i muri: si va ad un MBA per espandere la propria rete di conoscenze, ed il network ad LBS e' sicuramente eccellente.

Vorrei invece soffermarmi su un punto meno discusso, ovvero acquisire nuove conoscenze. A parte i corsi generali in amministrazione aziendale, molto utili e ben fatti, ho avuto l'opportunita' di seguire tantissimi corsi in finanza. Questa opportunita' non e' banale, dato che e' praticamente impossibile per una persona come me - che non ha esperienza in finanza - entrare in un Master in Finance o seguire dei corsi di alta specializzazione finanziaria.

Uno dei motivi per cui io, e molti dei miei compagni, ci siamo iscritti all'MBA e' proprio quello di un cambio di carriera: chi da finanza vuole entrare in marketing, chi da IT vuole imparare di piu' finanza ecc. LBS mette a disposizione una marea di corsi sia in marketing che in finanza, e quindi mi viene naturale consigliare a tutti quelli che vogliono spostarsi da un ramo all'altro di considerare un master alla LBS.

Prima di chiudere, voglio ringraziare Ida, che mi ha supportato e sopportato in questi due anni di studio, ed ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto. Non sono sicuro che ce l'avrei fatta senza l'aiuto di tutti loro.

Alla prossima avventura.. ad Hong Kong!

domenica 26 giugno 2016

Fear not, little britain

Ormai l'esito del referendum lo sanno anche i muri: il popolo ha votato brexit, e brexit sia. E ora? La Camera dovrebbe prendere atto del risultato del refendum e uscire dall'Unione, ma ho l'impressione che le cose andranno diversamente.

Venerdi' mattina mi sono svegliato abbastanza impanicato, dal momento che mi trovavo nella minoranza delle persone che aveva votato Remain. Da buon Inglese naturalizzato, mi sono fatto una tazza di te, e poi un'altra, ed un'altra ancora. Ho letto mille commenti su Guardian, Independent, Standard, e BBC, e dopo due giorni mi sono deciso a dire la mia. Non staro' a parlare delle ragioni per cui la maggioranza della popolazione votante ha deciso di uscire dall'Unione, ma faro' delle considerazioni su due cose curiose che sono successe ieri.

La prima e' stata la faccia da funerale di Gove e Johnson durante la conferenza stampa sulla vittoria dei Leave. Insomma, avete vinto il referendum! Guardate quel pirla di Farage come esulta! Quei due no invece: la tirano lunga su come Cameron, che da poco ha annunciato le sue dimissioni da Primo Ministro, e' stato un buon politico, coraggioso ecc ecc. Belle parole, ma perche' indugiare cosi' su Cameron? E perche' sti musi lunghi? Stanno forse realizzando la cazzata immane (aka suicidio politico) che hanno fatto?

La seconda cosa e' un fatto che non e' avvenuto. Sappiamo oramai tutti le cazzate che si sono dette durante la campagna elettorale: Farage che ritratta sui £350M all'NHS, Hannan sull'immigrazione, e chi ne ha piu' ne metta. Be', una e' passata piu' in sordina: Cameron aveva promesso che se vincevano i Leave, lui avrebbe iniziato le procedure per l'uscita dall'UE il giorno dopo il voto (avrebbe invocato il famoso Articolo 50 del trattato di Lisbona), prendendosi quindi tutte le responsabilita' annesse. Be', non l'ha fatto: con il suo discorso di uscita, ha detto (parafrasando) "io me ne vado, ora sono cazzi vostri (Gove e Johnson) uscire dall'UE e spiegare al popolo tutte le stronzate che avete detto".

Insomma, Cameron non si prende la resposabilita' di uscire dall'Unione, dicendo che sara' responsabilita' del nuovo PM farlo. E chi sara' nuovo PM? 99% Johnson. Vuoi vedere che ieri Johnson era un po' preoccupato perche':
  • Non si aspettava che i Leave vincessero
  • Cameron non ha nessuna intenzione di invocare l'Articolo 50
  • Sara' lui stesso che dovra' premere il grilletto, prendendosi tutte le conseguenze quando i suoi elettori vedranno nero su bianco che poveri sono, e poveri rimangono, con o senza Unione
Johnson non e' stupido. Fa il buffone, ma non e' stupido, ma purtroppo non e' neanche coraggioso. Dovra' trovare una via d'uscita, ce ne sono varie che ho sentito fin'ora:
  • Chiamare un secondo referendum. L'Irlanda l'ha fatto due volte in materia Europea, ma si trattava di cose diverse. In piu' Cameron ha chiaramente detto che il referendum e' uno ed uno solo - nessun foreverendum.
  • Non ratificare il voto del referendum. Il referendum non ha validita' legale, quindi il parlamento potrebbe ignorarne il risultato. Sarebbe un po' una stronzata, e giustamente la gente andrebbe a Westminster a prendere tutti i parlamentari a sassate.
  • Temporeggiare. Per ora questa e' la tattica, ma a Bruxelles invece vorrebbero velocizzare un po' le procedure.
E poi c'e' un'opzione un po' esotica: il veto della Scozia. Secondo alcuni trattati tra UK, Scozia e UE, il parlamento Scozzese ha diritto di veto su materie riguardanti l'UE. Ora, sicuramente non farebbe aumentare l'amore tra Inghilterra e Scozia (se mai ci sia stato amore), ma potrebbe togliere Johnson dagli impicci.

venerdì 24 giugno 2016

In

E chi sono io per non contribuire ai mille post sul Brexit che riempiono le prime pagine dei giornali e le bacheche di Facebook?

Questa mattina, intorno alle 8 e mezza, mi sono recato a votare sulla permanenza o meno del Regno Unito all'interno dell'Unione Europea. Ho votato Remain, dopo le seguenti considerazioni.

Iniziamo da come e' nato questo referendum. Nel 2013, David Cameron (leader del partito conservatore britannico), promette un referendum sull'Unione Europea in caso vittoria alle prossime elezioni. In quel periodo i conservatori stavano perdendo voti e parlamentari a favore dello UKIP, un piccolo partito populista che faceva forza su temi come immigrazione, nazionalismo e sentimenti anti-europei. Cameron decise cosi' di arginare questa emorragia proponendo il referendum, credendo di dare un contentino agli euro-scettici del suo elettorato e confidando che la maggioranza del popolo avesse comunque con spirito europeista. Una scommessa molto azzardata sul futuro del paese a fronte di una piccola vittoria all'interno del partito. Cameron vince le elezioni, e deve fissare una data per il referendum.

La campagna referendaria e' una campagna basata tra le bugie di chi vuole l'UK fuori dall'UE e le previsioni nefaste di chi vuole che rimanga dentro. Da una parte lo UKIP e vari parlamentari conservatori che sparano stronzate su quanto l'UK contribuisce all'Unione, dall'altra economisti, istituzioni, labouristi, e conservatori tra cui Cameron stesso che dicono quanto male farebbe l'uscita dall'UE all'economia britannica. Una campagna becera, con insulti a sfondo razzista ad Europei e immigrati in genere, culminata con l'uccisione di una parlametare labourista da parte di uno squilibrato. Come per Cameron, abbiamo gente come Johnson, Gove e Farage che gioca col futuro di 60 milioni di persone solo per una sedia da primo minstro.

Tutto questo ha portato alla concezione del referendum come uno scontro tra l'elite della popolazione, che vede nell'Unione un modo per accrescere le proprie ricchezze, e la gente comune colpita dalla crisi, che vorrebbe dazi e confini per migliorare il proprio stato sociale. Insomma, una guerra di classe che c'entra ben poco con l'Unione Europea e le ragioni per stare o rimanere all'interno dell'Unione.

Scelgo di rimanere per le seguenti ragioni:
  • Personali: ho una casa nel centro di Londra, siamo nel mezzo di una bolla speculativa immobiliare, e ci sono alte probabilita' che la bolla scoppi se l'UK esce dall'Unione.
  • Ideologiche: credo in un'Europa ed in un mondo senza confini - senza sembrare John Lennon, mi sta veramente sulle palle dover fare visti per andare a lavorare in paesi fuori dall'UE.
  • Economiche: la riduzione di barriere e dazi non puo' che aiutare l'espansione dell'economia di un dato paese. Prendete un qualsiasi libro di macroeconomia e leggetevelo, bene.
  • Storiche: l'Inghilterra ha fatto la storia Europea esattamente come ogni altro stato Europeo, e condividiamo valori e principi col continente.