domenica 26 giugno 2016

Fear not, little britain

Ormai l'esito del referendum lo sanno anche i muri: il popolo ha votato brexit, e brexit sia. E ora? La Camera dovrebbe prendere atto del risultato del refendum e uscire dall'Unione, ma ho l'impressione che le cose andranno diversamente.

Venerdi' mattina mi sono svegliato abbastanza impanicato, dal momento che mi trovavo nella minoranza delle persone che aveva votato Remain. Da buon Inglese naturalizzato, mi sono fatto una tazza di te, e poi un'altra, ed un'altra ancora. Ho letto mille commenti su Guardian, Independent, Standard, e BBC, e dopo due giorni mi sono deciso a dire la mia. Non staro' a parlare delle ragioni per cui la maggioranza della popolazione votante ha deciso di uscire dall'Unione, ma faro' delle considerazioni su due cose curiose che sono successe ieri.

La prima e' stata la faccia da funerale di Gove e Johnson durante la conferenza stampa sulla vittoria dei Leave. Insomma, avete vinto il referendum! Guardate quel pirla di Farage come esulta! Quei due no invece: la tirano lunga su come Cameron, che da poco ha annunciato le sue dimissioni da Primo Ministro, e' stato un buon politico, coraggioso ecc ecc. Belle parole, ma perche' indugiare cosi' su Cameron? E perche' sti musi lunghi? Stanno forse realizzando la cazzata immane (aka suicidio politico) che hanno fatto?

La seconda cosa e' un fatto che non e' avvenuto. Sappiamo oramai tutti le cazzate che si sono dette durante la campagna elettorale: Farage che ritratta sui £350M all'NHS, Hannan sull'immigrazione, e chi ne ha piu' ne metta. Be', una e' passata piu' in sordina: Cameron aveva promesso che se vincevano i Leave, lui avrebbe iniziato le procedure per l'uscita dall'UE il giorno dopo il voto (avrebbe invocato il famoso Articolo 50 del trattato di Lisbona), prendendosi quindi tutte le responsabilita' annesse. Be', non l'ha fatto: con il suo discorso di uscita, ha detto (parafrasando) "io me ne vado, ora sono cazzi vostri (Gove e Johnson) uscire dall'UE e spiegare al popolo tutte le stronzate che avete detto".

Insomma, Cameron non si prende la resposabilita' di uscire dall'Unione, dicendo che sara' responsabilita' del nuovo PM farlo. E chi sara' nuovo PM? 99% Johnson. Vuoi vedere che ieri Johnson era un po' preoccupato perche':
  • Non si aspettava che i Leave vincessero
  • Cameron non ha nessuna intenzione di invocare l'Articolo 50
  • Sara' lui stesso che dovra' premere il grilletto, prendendosi tutte le conseguenze quando i suoi elettori vedranno nero su bianco che poveri sono, e poveri rimangono, con o senza Unione
Johnson non e' stupido. Fa il buffone, ma non e' stupido, ma purtroppo non e' neanche coraggioso. Dovra' trovare una via d'uscita, ce ne sono varie che ho sentito fin'ora:
  • Chiamare un secondo referendum. L'Irlanda l'ha fatto due volte in materia Europea, ma si trattava di cose diverse. In piu' Cameron ha chiaramente detto che il referendum e' uno ed uno solo - nessun foreverendum.
  • Non ratificare il voto del referendum. Il referendum non ha validita' legale, quindi il parlamento potrebbe ignorarne il risultato. Sarebbe un po' una stronzata, e giustamente la gente andrebbe a Westminster a prendere tutti i parlamentari a sassate.
  • Temporeggiare. Per ora questa e' la tattica, ma a Bruxelles invece vorrebbero velocizzare un po' le procedure.
E poi c'e' un'opzione un po' esotica: il veto della Scozia. Secondo alcuni trattati tra UK, Scozia e UE, il parlamento Scozzese ha diritto di veto su materie riguardanti l'UE. Ora, sicuramente non farebbe aumentare l'amore tra Inghilterra e Scozia (se mai ci sia stato amore), ma potrebbe togliere Johnson dagli impicci.

venerdì 24 giugno 2016

In

E chi sono io per non contribuire ai mille post sul Brexit che riempiono le prime pagine dei giornali e le bacheche di Facebook?

Questa mattina, intorno alle 8 e mezza, mi sono recato a votare sulla permanenza o meno del Regno Unito all'interno dell'Unione Europea. Ho votato Remain, dopo le seguenti considerazioni.

Iniziamo da come e' nato questo referendum. Nel 2013, David Cameron (leader del partito conservatore britannico), promette un referendum sull'Unione Europea in caso vittoria alle prossime elezioni. In quel periodo i conservatori stavano perdendo voti e parlamentari a favore dello UKIP, un piccolo partito populista che faceva forza su temi come immigrazione, nazionalismo e sentimenti anti-europei. Cameron decise cosi' di arginare questa emorragia proponendo il referendum, credendo di dare un contentino agli euro-scettici del suo elettorato e confidando che la maggioranza del popolo avesse comunque con spirito europeista. Una scommessa molto azzardata sul futuro del paese a fronte di una piccola vittoria all'interno del partito. Cameron vince le elezioni, e deve fissare una data per il referendum.

La campagna referendaria e' una campagna basata tra le bugie di chi vuole l'UK fuori dall'UE e le previsioni nefaste di chi vuole che rimanga dentro. Da una parte lo UKIP e vari parlamentari conservatori che sparano stronzate su quanto l'UK contribuisce all'Unione, dall'altra economisti, istituzioni, labouristi, e conservatori tra cui Cameron stesso che dicono quanto male farebbe l'uscita dall'UE all'economia britannica. Una campagna becera, con insulti a sfondo razzista ad Europei e immigrati in genere, culminata con l'uccisione di una parlametare labourista da parte di uno squilibrato. Come per Cameron, abbiamo gente come Johnson, Gove e Farage che gioca col futuro di 60 milioni di persone solo per una sedia da primo minstro.

Tutto questo ha portato alla concezione del referendum come uno scontro tra l'elite della popolazione, che vede nell'Unione un modo per accrescere le proprie ricchezze, e la gente comune colpita dalla crisi, che vorrebbe dazi e confini per migliorare il proprio stato sociale. Insomma, una guerra di classe che c'entra ben poco con l'Unione Europea e le ragioni per stare o rimanere all'interno dell'Unione.

Scelgo di rimanere per le seguenti ragioni:
  • Personali: ho una casa nel centro di Londra, siamo nel mezzo di una bolla speculativa immobiliare, e ci sono alte probabilita' che la bolla scoppi se l'UK esce dall'Unione.
  • Ideologiche: credo in un'Europa ed in un mondo senza confini - senza sembrare John Lennon, mi sta veramente sulle palle dover fare visti per andare a lavorare in paesi fuori dall'UE.
  • Economiche: la riduzione di barriere e dazi non puo' che aiutare l'espansione dell'economia di un dato paese. Prendete un qualsiasi libro di macroeconomia e leggetevelo, bene.
  • Storiche: l'Inghilterra ha fatto la storia Europea esattamente come ogni altro stato Europeo, e condividiamo valori e principi col continente.