Breve incursione a Londra stasera, durata non piu' di 5 ore in tutto.
Questa sera la Chicago Booth, una delle 5 universita' americane che ad Ottobre ricervera' la mia domanda d'ammissione, teneva una lezione da un'ora e mezza circa ad alcuni aspiranti studenti. La lezione era rivolta piu' su un modello executive mba che full mba, ma tanto bastava per trarne qualche spunto su come possa essere una lezione vera e propria. Io son stato invitato a partecipare, ho partecipato, e qui son le mie considerazioni.
Iniziamo dal contorno. Ho avuto modo di parlare con altre persone invitate: sara' per caso, ma ho solo beccato americani. Gli interventi fatti dopo la lezione erano solo da gente americana. L'insegnante era americano, il presentatore americano, e la tipa seduta a fianco a me che starnazza al cellulare mentre aspetto il treno e' americana. Mi aspettavo inglesi, francesi, spagnoli (per il vero, ho sentito due tipe che parlavano spagnolo), invece solo americani. Ovviamente non ho nulla contro gli americani, ma mi son chiesto perche' gli europei non trovino interessante questo tipo di opportunita',
La lezione non era malvagia, tutt'altro. L'argomento e' quello da far cascar le palle se mal spiegato (company governance), invece l'insegnante e' riuscita a tenermi sveglio per un'intera ora e mezza. Sara' l'accento americano che e' veramente buffo, sara' che urlava come una pazza, sara' che ero in prima fila, e sara' pure che e' proprio brava a spiegare, credo di aver capito l'argomento e la ricerca che ha presentato. Non ha coinvolto molto la platea - non ha smesso di parlare per un minuto - eppure aveva un buon piglio.
Di tutto l'incontro c'e' una cosa che non soffro, il prima e il dopo. Prima della lezione ci hanno radunati tutti in un salone, con l'intento (non formalizzato) di interagire (conoscersi, scambiarsi opinioni, biglietti da visita ecc). Ecco, io sta cosa non la sopporto. Non sopporto che mentre son li' a bermi il succo di frutta e guardarmi le news in santa pace debbano arrivare sti americani a far conoscenza. Non sono una persona sociale, non credo nel networking come strumento per migliorare la propria posizione lavorativa, non me ne frega un cazzo che sei andato via dall'oregon per spostarti a londra (cioe', ti credo poi, che diavolo c'e' da fare nell'oregon? o ti ammazzi o vai via). Eppure se te ne stai da solo sembra che attiri la gente, e se non la attiri vengono quelli che hanno organizzato l'evento ad introdurti ad altri gruppi. Che palle. Son venuto per sentirmi la lezione, non per conoscere nuovi amichetti. Mi ricordo la stessa cosa e' successa il primo giorno all'AO quando ci hanno barricato dentro un'hotel per due settimane. A me non fregava un cazzo di conoscere nessuno, eppure tutti volevano che conoscessi tutti.
Nota sulla location. La lezione si e' tenuta al campus britannico della Chicago Booth: centro di Londra, palazzo stupendo, ampi spazi e cibo a volonta. Insomma, se volevano rimarcare che hanno soldi, be' l'han fatto bene.
Questa sera la Chicago Booth, una delle 5 universita' americane che ad Ottobre ricervera' la mia domanda d'ammissione, teneva una lezione da un'ora e mezza circa ad alcuni aspiranti studenti. La lezione era rivolta piu' su un modello executive mba che full mba, ma tanto bastava per trarne qualche spunto su come possa essere una lezione vera e propria. Io son stato invitato a partecipare, ho partecipato, e qui son le mie considerazioni.
Iniziamo dal contorno. Ho avuto modo di parlare con altre persone invitate: sara' per caso, ma ho solo beccato americani. Gli interventi fatti dopo la lezione erano solo da gente americana. L'insegnante era americano, il presentatore americano, e la tipa seduta a fianco a me che starnazza al cellulare mentre aspetto il treno e' americana. Mi aspettavo inglesi, francesi, spagnoli (per il vero, ho sentito due tipe che parlavano spagnolo), invece solo americani. Ovviamente non ho nulla contro gli americani, ma mi son chiesto perche' gli europei non trovino interessante questo tipo di opportunita',
La lezione non era malvagia, tutt'altro. L'argomento e' quello da far cascar le palle se mal spiegato (company governance), invece l'insegnante e' riuscita a tenermi sveglio per un'intera ora e mezza. Sara' l'accento americano che e' veramente buffo, sara' che urlava come una pazza, sara' che ero in prima fila, e sara' pure che e' proprio brava a spiegare, credo di aver capito l'argomento e la ricerca che ha presentato. Non ha coinvolto molto la platea - non ha smesso di parlare per un minuto - eppure aveva un buon piglio.
Di tutto l'incontro c'e' una cosa che non soffro, il prima e il dopo. Prima della lezione ci hanno radunati tutti in un salone, con l'intento (non formalizzato) di interagire (conoscersi, scambiarsi opinioni, biglietti da visita ecc). Ecco, io sta cosa non la sopporto. Non sopporto che mentre son li' a bermi il succo di frutta e guardarmi le news in santa pace debbano arrivare sti americani a far conoscenza. Non sono una persona sociale, non credo nel networking come strumento per migliorare la propria posizione lavorativa, non me ne frega un cazzo che sei andato via dall'oregon per spostarti a londra (cioe', ti credo poi, che diavolo c'e' da fare nell'oregon? o ti ammazzi o vai via). Eppure se te ne stai da solo sembra che attiri la gente, e se non la attiri vengono quelli che hanno organizzato l'evento ad introdurti ad altri gruppi. Che palle. Son venuto per sentirmi la lezione, non per conoscere nuovi amichetti. Mi ricordo la stessa cosa e' successa il primo giorno all'AO quando ci hanno barricato dentro un'hotel per due settimane. A me non fregava un cazzo di conoscere nessuno, eppure tutti volevano che conoscessi tutti.
Nota sulla location. La lezione si e' tenuta al campus britannico della Chicago Booth: centro di Londra, palazzo stupendo, ampi spazi e cibo a volonta. Insomma, se volevano rimarcare che hanno soldi, be' l'han fatto bene.