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lunedì 31 ottobre 2016

Cose curiose per un italiano ad Hong Kong

Sono passati 73 giorni da quando sono atterrato a Hong Kong, e non passa giorno che trovo una cosa strana o curiosa da raccontare. Come avevo già iniziato a fare in questo post, di seguito andrò ad elencare le cose che mi hanno colpito di più.

I ponteggi delle case sono fatti di canne di bambù. Esattamente, non ferro o acciaio come siamo abituati a vedere nelle nostre città, bensì un reticolato di canne che assomiglia molto ai quadri svedesi che avevamo nelle palestre delle nostre scuole in Italia. Solo alto come un palazzo di 15 piani! Ogni volta che passo sotto un'impalcatura fatta di bambù, ho sempre una paura che crolli tutto da un momento all'altro. E se un panda allo stato brado si sia messo a masticare una canna nella notte, ed improvvisamente venga giù tutto?? Ok, non impanichiamoci. Non ho mai visto panda allo stato brado aggirarsi affamato per le strade di Hong Kong, e non penso francamente che ci sia, ma non pensavo neanche che ci fossero volpi allo stato brado che si aggiravano per il centro di Londra, invece erano di norma nel mio giardino di casa.

Hong Kong ha la nomea di essere una città dove si lavora tanto. Mediamente, le persone lavorano 50 ore a settimana, con turni che possono arrivare a 10 o 11 ore al giorno. Ho chiesto al mio prof di Cinese dei pareri su queste statistiche, e lui mi ha risposto: "ah beh, ma tanto hai il Sabato e la Domenica per te, ben due giorni di riposo!". L'idea di lavorare come un mulo per tutta la settimana e poi passare il weekend a recuperare le energie non mi è troppo congeniale, così ho chiesto al mio professore cosa lui pensasse del fatto che, in paesi come in Europa, si tende a lavorare meno durante la settimana. La risposta è stata che, secondo lui, ad Hong Kong la gente lavora molto perché punta ad andare in pensione presto, intorno ai 50 anni. Ha senso, sempre e solo se ci arrivi a 50 anni lavorando di questa lena!

Alla domenica, le filippine e le indonesiane occupano il centro città. Immaginate di camminare per il centro della vostra città e di trovarvi a fare lo slalom tra donne sedute per terra su dei cartoni che mangiano, giocano a carte, parlano a dormono. Ovunque vi giriate, una distesa di persone sedute per terra, un mix tra un sit-in di protesta e una giungla di barboni. Questo è il centro di Hong Kong ogni domenica, unico giorno di festa per le badanti quasi esclusivamente donne filippine e indonesiane che approfittano del loro giorno libero per ritrovarsi con le amiche in posti tipo sotto i cavalcavia, nei corridoi della metropolitana, sotto le tettoie dei negozi. Inutile dire che trovo tutto questo spettacolo di una tristezza incredibile, sapendo che queste persone non possono neppure comprarsi un caffè allo Starbucks tanto sono pagate poco, e quel poco lo devono mandare alle loro rispettive famiglie di origine. Il comune chiude un occhio su questa pratica, anzi aiuta queste donne nel loro ritrovo settimanale chiudendo alcune strade per permetter loro di accamparsi nel mezzo della careggiata.

Per finire questa carrellata di cose curiose, voglio fare una rettifica su alcune cose scritte su questo post. No, gli abitanti di Hong Kong non rispettano i semafori pedonali, se ne fregano completamente e attraversano la strada indipendentemente se c'è il rosso, il verde o il blu. Invece, fanno la fila ai bus, in maniera ordinata e precisa, meglio che a Londra!

lunedì 14 gennaio 2013

Fare la cosa giusta - non andare all'ospizio

Oggi pomeriggio ho passato un'ora e mezza della mia vita a parlare con un vecchietto in un ospizio.

L'anzianotto in questione e' un amico di un amico. I due si conoscono da una vita, e si sono sempre scambiati corrispondenza. Succede che il vecchietto non ha risposto all'ultima lettera invitata dal mio amico: l'ultimo contatto infatti risale al 2011, ed il mio amico era giustamente preoccupato per le sorti del vecchietto.

Il mio amico mi ha cosi' incaricato di andare alla ricerca di questo anziano, che casualmente vive a Londra. Non sono riuscito a trovare un recapito telefonico, cosi' oggi pomeriggio dopo aver fatto due commissioni, mi sono messo in marcia per Kilburn alla ricerca di questa persona. Trovarlo non e' stato difficile: avevo il suo nome ed il suo indirizzo di posta, che risulta poi essere un'ospizio. Dopo aver convinto la portinaia a farmi entrare, arrivo nell'appartamento di questo uomo.

Il tipo e' completamente sordo. La portinaia mi avverte - se vuoi parlargli, devi urlare.
io: "Hello, my name is Luca, I'm here on behalf of.. "
lui: "Whaaaat?"
io: "HELLO - MY - NAME - IS..."
lui: "I CAN'T HEAR YOU, SPEAK LOUDER!"
io: "For folks sake.. HELLOOOOOOOOOOO!!" (ho poca pazienza..)
e cosi' via..

Dopo una buona 20ina di minuti, usciamo dall' empasse delle introduzioni, e inizia la mia fine. Questo simpatico vecchietto pare che non parlasse con anima viva dalla guerra 15-18, cosi' inizia a raccontarmi tutta la sua vita. E mi racconta del suo tempo passato nel Libano, a Roma, a lavorare per Thomas Cook etc. Cioe', una vita pienotta, in giro per il mondo.

Io ho il livello di sopportazione pari a 0, ma mi sembrava brutto mollarlo li' a meta'. Allora dopo avermi raccontato tutto della sua vita, inizia a raccontarmi di quanto e' scazzato in ospizio, che nessuno lo viene a vedere, che la sua famiglia si e' dimenticato di lui, che paga troppo per questa camera, che nella sua agenda ha ancora numeri di tante donne ma non gli va piu' di chiamarle..

Alla fine, mi ha messo una tristezza dentro che la meta' basta. Solo che ero troppo scazzato dopo un'ora e mezza a star li a sentirlo parlare, che ad un certo punto gli ho detto che vabbe', mi faceva piacere averlo conosciuto, che sarei andato a trovarlo tra un po' di mesi e amen.

A vedere le sue condizioni di salute, mi sa che la prossima volta che lo vado a trovare sara' al Brompton cemetery. In compenso, mi ha dato un po' di indirizzi di ottimi ristoranti in centro, mi ha detto di andare e farsi dare qualche sconto dicendo che sono suo amico :/