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lunedì 14 gennaio 2013

Fare la cosa giusta - non andare all'ospizio

Oggi pomeriggio ho passato un'ora e mezza della mia vita a parlare con un vecchietto in un ospizio.

L'anzianotto in questione e' un amico di un amico. I due si conoscono da una vita, e si sono sempre scambiati corrispondenza. Succede che il vecchietto non ha risposto all'ultima lettera invitata dal mio amico: l'ultimo contatto infatti risale al 2011, ed il mio amico era giustamente preoccupato per le sorti del vecchietto.

Il mio amico mi ha cosi' incaricato di andare alla ricerca di questo anziano, che casualmente vive a Londra. Non sono riuscito a trovare un recapito telefonico, cosi' oggi pomeriggio dopo aver fatto due commissioni, mi sono messo in marcia per Kilburn alla ricerca di questa persona. Trovarlo non e' stato difficile: avevo il suo nome ed il suo indirizzo di posta, che risulta poi essere un'ospizio. Dopo aver convinto la portinaia a farmi entrare, arrivo nell'appartamento di questo uomo.

Il tipo e' completamente sordo. La portinaia mi avverte - se vuoi parlargli, devi urlare.
io: "Hello, my name is Luca, I'm here on behalf of.. "
lui: "Whaaaat?"
io: "HELLO - MY - NAME - IS..."
lui: "I CAN'T HEAR YOU, SPEAK LOUDER!"
io: "For folks sake.. HELLOOOOOOOOOOO!!" (ho poca pazienza..)
e cosi' via..

Dopo una buona 20ina di minuti, usciamo dall' empasse delle introduzioni, e inizia la mia fine. Questo simpatico vecchietto pare che non parlasse con anima viva dalla guerra 15-18, cosi' inizia a raccontarmi tutta la sua vita. E mi racconta del suo tempo passato nel Libano, a Roma, a lavorare per Thomas Cook etc. Cioe', una vita pienotta, in giro per il mondo.

Io ho il livello di sopportazione pari a 0, ma mi sembrava brutto mollarlo li' a meta'. Allora dopo avermi raccontato tutto della sua vita, inizia a raccontarmi di quanto e' scazzato in ospizio, che nessuno lo viene a vedere, che la sua famiglia si e' dimenticato di lui, che paga troppo per questa camera, che nella sua agenda ha ancora numeri di tante donne ma non gli va piu' di chiamarle..

Alla fine, mi ha messo una tristezza dentro che la meta' basta. Solo che ero troppo scazzato dopo un'ora e mezza a star li a sentirlo parlare, che ad un certo punto gli ho detto che vabbe', mi faceva piacere averlo conosciuto, che sarei andato a trovarlo tra un po' di mesi e amen.

A vedere le sue condizioni di salute, mi sa che la prossima volta che lo vado a trovare sara' al Brompton cemetery. In compenso, mi ha dato un po' di indirizzi di ottimi ristoranti in centro, mi ha detto di andare e farsi dare qualche sconto dicendo che sono suo amico :/

giovedì 1 settembre 2011

Sul perche' non scrivo piu'

Ok, forse sono l'unico a cui frega a qualcosa di sto blog. Eppure Domenica scorsa, a casa di amici, si e' iniziato a parlare di blog, ed e' venuto fuori che non scrivo piu' sul blog perche' sono condizionato dal titolo.

Un mio amico ha da poco iniziato un blog, dove parla un po' di politica, un po' di cazzi suoi, un po' di roba filosofica. Il blog si chiama "Appunti" e ci scrive un po' di tutto sopra: alla fine, tutto puo' benissimo essere categorizzato come appunto. Partendo da questo, e' venuta fuori la discussione sul mio blog, ed il motivo per cui io non scrivo piu'. Il mio blog, questo blog, si chiama vado via da casa, perche' quando me n'ero andato ad Edinburgh a studiare ero effettivamente andato via da casa e volevo raccontare quell'avventura.

Ma andare via da casa e' una fase transitoria, che ha un capo e una coda. Analizzando la frequenza dei post per anno, direi che casa l'ho trovata circa nel 2009:

  • 83 post nel 2007
  • 63 post nel 2008
  • 15 post nel 2009
  • 11 post nel 2010
  • 7 post nel 2011 so far
Nel 2009 ho messo una pietra sopra al fatto che son andato via da casa, e paradossalmente sono tornato al punto di partenza, solo 1000 miglia piu' a nord ovest di dove sono partito.

Tutta questa pallosissima analisi per dire che non scrivo perche' non c'ho piu' un cazzo da scrivere. Rileggevo i primi post, avevo scritto dell'avventura di aprire un conto in banca o di andare alla posta, perche' effettivamente i primi mesi erano un'avventura. Ora boh, se dovessi scrivere di quando vado in banca e' solo per insultare il solito consulente finanziario che vuole propormi il nuovissimo-edge-funds-che-mi-fara'-guadagnare-miliardi-e-che-ora-e'-troppo-sottovalutato (chi sa come mai eh..), oppure se devo andare in posta mi incazzerei per la coda. Insomma, non troppo diverso da quando stavo a Torino e andavo a parlare in Fineco o alla posta di c.so Taranto. Altro che non troppo diverso, e' fin troppo uguale. 

Il fatto e' che avrei pure voglia di scrivere, ma il titolo mi frega. Quindi i casi sono due: o cambio titolo, o cambio vita. Ovviamente cambiare titolo al blog sarebbe piu' facile, eppure questo titolo mi ispira parecchio, ed ultimamente ho lavorato per andar via da casa, di nuovo. Spero alla fine dell'anno di aver modo di riaprire il blog degnamente!

venerdì 14 dicembre 2007

Ai -quasi- neo laureati

Ivan e Micky si laureano la prossima settimana.

Rispettivamente Dottor Delise e Dottor Licata. Posso dire che complessivamente tutti i miei amici incontrati all'universita' sono laureati: manca qualcuno ancora, e spero vivamente che quel qualcuno si sbrighi.

Ivan l'ho conosciuto il secondo anno di universita', ma fino al terzo anno non ho mai avuto a che farci. Ivan, quando non lo conoscevo, era quello "simpatico che alle volte spariva per settimane". Poi si inizia a seguire analisi insieme, qualche birra alla sera, pomeriggi all'Opera e al Valentino a studiare, ed e' diventato uno dei miei migliori amici. A differenza di Ricky e Carlo, che ero sicuro che si sarebbero laureati (uno perche' l'informatica e' la sua vita e l'altro perche' e' un paraculo), ho temuto diverse volte che Ivan mollasse l'uni. Ed invece, ingoiando tanti rospi, iniziando balli moderni e trovando l'amur, alla fine l'ha spuntata.

Micky e' la calma fatta a persona. Ma solo quando non parla con suo fratello, che credo sia l'unica persona al mondo che riesca a scompigliare i suoi (pochi) capelli. Non mi ricordo come abbia conosciuto Micky, so solo che da un certo punto in poi ci siam trovati a fare analisi insieme (la stessa che facevo con Ivan) e poi a pranzo ogni santo giorno, per almeno due anni. Micky, tanto calmo quanto puntiglioso, custodisce gelosamente gli appunti di tutti i corsi che ha seguito: appunti che riportano fedelmente ogni singola parola del professore di turno. Il dramma di Micky e' che non tutti sono cosi' scrupolosi nei confronti dei suoi appunti com'e' lui, e quando li presta a qualcuno raramente li rivede. Be', anche lui ora ha finito.

Laurea archiviata, cosa viene dopo?
Micky ha una voglia pari a zero di far la specialistica, quindi, a meno di ripensamenti come Luisa, andra' a lavorare. E a quel punto ci ripensera'.
Ivan e' la solita incognita. Si vociferano triennali in dipartimenti diversi, specialistiche all'interno del dipartimento.. qualunque cosa scelga, lo riempiro' come al solito di critiche.

In bocca al lupo a tutti e due per la prossima settimana :)

lunedì 23 luglio 2007

Fuga da Torino

Due giorni a Torino. Ma che caldo fa?

Dopo la batosta del colloquio alla IBM, arrivo Lunedi' notte a Caselle. Se non altro, IBM mi ha pagato l'andata del viaggetto a Torino! Assenzio con Giorgio al 21, mi mancavano le vecchie sane alcoliche abitudini. E' l'una di notte e fa un caldo fottuto.

Martedi' mattina sveglia presto, Ricky si laurea. 102, complimenti Ricky! Un altro dottore fancazzista in circolazione. Dottore triennale.. Dottorino va. Tornare in dipartimento fa un certo effetto: cinque lunghi anni passati li dentro a studiare (due a cazzeggiare, tre a studiare). Ho dei bei ricordi. Incontro un sacco di compagni che stanno ancora finendo, alcuni della triennale, altri della specialistica. Ma mi sto sciogliendo dal caldo.

Pomeriggio in segreteria studenti a ritirare i miei moduli per la laurea di Settembre (laurea Magistrale la mia, Ricky!), quindi faccio un salto da Simone per un saluto a tutta la comitiva.
Veloce cena a casa, quindi di nuovo fuori: saluto Ale, che mi aggiorna sul nuovo impiego all'Accenture, quindi raggiungo Depa, Raffa, Ivan, Micky, Fabio e Ricky in chupiteria a Rivoli. Ultima sera, ultima sudata.

Mercoledi' mattina sempre piu' intontito becco la prof relatrice, che mi dice di spicciarmi a scrivere la tesi. Ma che cazzo, non e' che sia proprio con le mani in mano di sti tempi. Comunque mi firma due carte per la segreteria, quindi mi fiondo in Via Santa Croce e presento tutti i moduli per la domanda di laurea. La parte burocratica e' finita! Gia' che chi sono faccio che ritirare la pergamena della mia laurea triennale. Alle 2.50 ho l'aereo, e verso le 8 son di nuovo a casa. Casa mia, Nicolson Street. 12 gradi, ora si ragiona.

giovedì 8 febbraio 2007

19 giorni che sono via

Mi sono rotto di scrivere avvenimenti troppo lontani, arriviamo al dunque!

Ieri sera sono andato a mangiare a casa di due ragazze, una cinese ed una coreana, con Craig e Mark. Abbiamo messo a repentaglio la vita di una tartaruga nell'acquario, cercando di prenderla e farla volare, ma alla fine se l'e' cavata solo con qualche botta! La cena e' stata buona, le due ragazze han preparato sushi, ravioli, riso e con salsa piccante.. insomma, non male! Il problema rimane sempre la comunicazione, ma piano piano, moooolto piano piano, mi pare che qualcosa stia migliorando.

Verso le 9 avevo appuntamento con Kay in un bar dalle parti di Hunter Square che mi avevano detto essere molto bello, ma alla fine ne io ne lei l'abbiamo trovato, cosi' ci siamo imbucati al Bannerman's, che era mezzo vuoto. Siam rimasti a parlare dalle 9 circa fino all'una, quella donna beve da paura e parla in continuazione!! Per fortuna i divani del Banner sono comodi! No a parte tutto, son contento di aver trovato lei, almeno ho occasione di parlare molto, vista anche la mole di sms che ci mandiamo ogni giorno. Quando siamo usciti l'ho accompagnata poi a prendere il taxi in Grassmarket, e tornando indietro ho finalmente trovato il posto che stavo cercando stasera: un macello di gente davanti, com'e' possibile che non ce ne siamo accorti prima ne io ne lei? Chi sa a cosa si pensava :P

lunedì 29 gennaio 2007

La prima sera non si scorda mai


Partiamo dicendo che era la prima volta che mi trovavo in un ostello, e che quindi non sapevo cosa aspettarmi. O meglio, quando pensavo ad un'ostello non e' che avessi pensieri troppo positivi: posti generalmente sporchi, abbastanza pericolosi dove devi stare attento che non ti rubino pure gli organi. Bene, non e' cosi'.

Al Budget Backpackers mi sono trovato davvero bene. Ho prenotato una letto in una stanza per 4 persone, per 5 notti, esattamente da Venerdi' sera a Martedi' sera compresi. L'ostello si presenta come un posto accogliente: dopo aver fatto il check-in, che consiste nel saldo della spesa per il pernottamento (il restante 90% che non avevo pagato un mese prima) e di una carta che conferma la tua presenza all'interno, ti vengono ancora presi 2£ come cauzione per l'armadietto di sicurezza, quindi ti vengono date lenzuola, copri piumone e copri cuscino, e piu' importante una card che ti permette di entrare nella stanza. L'impressione che subito ho avuto e' stata di un posto pulito e sicuro: gli armadietti di sicurezza in ogni stanza sono ampi (il bagaglio a mano classico ci sta senza problemi), ed il lucchetto ti viene fornito gratuitamente alla reception. I bagni e le docce sono pulitissimi, insomma, sembra un posto perfetto! L'ostello e' dotato di bagni su ogni piano, di una cucina e di una stanza chill out, anche detta di cazzeggio. Al piano terra c'e' una stanza che assomiglia ad un bunker dove si lasciano i bagagli piu' grossi: anche qua ogni armadietto ha una chiave propria, che ti viene lasciata al prezzo di 1£. Purtroppo ho scoperto sta cosa solo l'ultimo giorno, ed il bagaglione l'ho lasciato sotto un letto in ostello.

Appena entrato in camera ho scoperto di essere il primo, quindi mi son preso un letto alto di uno dei due a castello. Dopo aver fatto il letto, sistemato i bagagli e quanto altro si puo' fare, vado a fare un giro del vicinato. Scendendo giu' per Grassmarket, passo davanti ad una serie di ristorantini e pub, e decido di fermarmi al Mammas. Non che avesse qualcosa di particolare, un classico ristorantino italiano. Credo che comunque qualcosa mi abbia spinto li', perche' li' ho conosciuto la prima ragazza semi edimburghese: Valentina! Vale e' una torinese che si e' spostata da oramai parecchi anni ad Edinburgh, e non vi dico che piacere e' stato incontrare una persona cosi' carina e gentile come lei, proprio la prima sera. Ci scambiamo i numeri: sicuramente mi faro' vivo nei prossimi giorni, in particolare perche' devo cercare casa. Insomma, si inizia bene!!

Dopo la cenetta torno in ostello: ero abbastanza stanco per il viaggio, per la sera prima, per tutto insomma. Al mio ritorno trovo due nuovi ragazzi in camera, anche loro italioti: Enrico e Luigi. Loro si fermavano solo per il weekend ad Edinburgh, quindi avevano fretta di vedere un po' le bellezze locali. Loro avevano stampato un po' di fogli da un sito, Gnocca Travels, sito che promette di trovare gnocca in vari locali in parecchie citta' europee. Seguendo fedelmente la traccia, ci dirigiamo verso un pub %VEDERE NOME PUB%. Nel percorso incrociamo due ragazze, che ci dicono di trovarci dopo ad un club proprio li' vicino, l'Espionage. La serata prosegue bene, il pub e' molto bello, c'e' musica dal vivo ed un sacco di tipe. Si beve un po', io ero a 3 pinte circa, e alla fine decidiamo di muoverci verso l'Espionage. Vado a cambiarmi le scarpe (no scarpe da ginnastica li') e dentro il club ribecchiamo le tipe di prima. La notte passa strana: una delle due tipe, Kayleigh, mi lascia il numero, ma dopo un po' io vado da altre due tipe e passo la serata con loro. Purtroppo di queste altre due tipe non riesco a prendere il numero, non mi reggevo quasi piu' in piedi dato che avevo continuato a bere per tutta la notte ed ero uno straccio. Alle 3 il club chiude, e tutti in ostello!

Direi che come prima serata non e' andata affatto male!! Se e' sempre cosi' ci sara' davvero da divertirsi!

domenica 28 gennaio 2007

Sull'arrivo ad Edinburgo

E' oramai passata una settimana da quando sono ad Edinburgh, e di cose ne sono successe troppe. Purtroppo solo ora ho un tetto e una connessione stabile, quindi da qua a una settimana postero' frequentemente i fatti che son successi in questi giorni, per poi mettermi al pari.

Iniziamo dal viaggio!

Dopo una notte passata in chupiteria con Carlo, Raffa, Depa, Ivan, Enry e tipa (dov'erano Tony e Simo?? Mah.. poco affidabili quei due!) e' iniziata la mia avventura edinburghese. Ho finito di preparare la valigia in mattinata, per quello mi sono svegliato un po' presto. Un po' di maglioni, un po' di magliette, un po' di camice, 'no mamma quello non me lo porto dai, ho gia' quell'altro..', insomma le solite cose! Alla fine la valigia pesava 15.6kg, il bagaglio a mano 9.2kg: al pelo, dato che ste low cost consentono 15kg per la stiva e 10kg a mano, possibilmente solo UN bagaglio a mano.

Alle 10 e 30 un Boeing 737 della compagnia Ryanair si e' alzato in cielo da Caselle, destinazione London Stansted. Era la prima volta che prendevo Ryanair, e a parte una sorpresa iniziale nello scoprire che uno si poteva sedere dove diavolo voleva, e' stato come prendere un pullman di liceali in gita scolastica: c'era un macello che non si poteva neppure leggere in pace. Il viaggio dura due ore, nulla di particolare: tutti si aspettavano di vedere dei paesaggi lunari a Londra dopo l'uragano che due giorni prima si era abbattuto su tutta la Gran Bretagna, invece nulla di particolare, solo un po' di venticello.

Una volta atterrati, vado subito a rifare il check in per Edinburgh. Avevo paura che non mi facessero imbarcare il bagaglio dato che era un po' piu' pesante di quanto il limite consentisse, ma non han fatto storie. Qua, a differenza che a Caselle, mi hanno fatto accendere il Mac, per vedere forse che non si piantava come un Windows.. boh! Mi hanno anche fatto togliere le scarpe, e mi han perquisito dalla testa ai piedi. Detto questo, mancava una cosa: il gate da dove partire alla volta di Edi. Non so che diavolo mi e' passato per la testa, ho guardato sul biglietto ed ho scambiato il gate con un numero di sicurezza, cosi' ho preso il trenino verso quel terminal. Dapprima non ci faccio molto caso: dato che il gate che cercavo non esisteva in quel terminal, ho chiesto all'ufficio informazioni e loro mi han risposto di aspettare il volo in un altro gate, sempre in quel terminal. Cosi' faccio una lauta merenda allo Starbucks locale, mi attacco ad internet, cazzeggio un po'. Il volo era alle 3 e 1/2, erano circa le 3 ed in tutti i monitor del terminal non compartiva il mio volo per Edi. Allora inizio un pelo a preoccuparmi, quindi richiedo informazioni. Sta volta scopro che il gate che cercavo era in un altro terminal, ed ovviamente non potevo andare perche' i trenini che portano da terminal a terminal sono a senso unico. Allora un addetto mi fa andare in pista con lui e con una camionetta mi porta all'altro terminal, dove finalmente trovo il gate giusto! Wow, quasi rischiavo di rimanere a Londra!

Il viaggio procede come quello da Torino a Londra: noioso e rumoroso. Avevo accanto a me una grassa ragazza inglese che non ha fatto che bere alcolici per tutto il viaggio: mischiava Jack Daniels con Red Bull.. uno schifo che solo lei poteva bere!!
L'aereo era pieno zeppo di italiani, che tra tutti erano ancora i piu' composti e civili. Scesi ad Edinburgh dopo un'oretta e mezza di viaggio, la pioggerella immancabile e un vento della miseria mi ha fatto ricordare dov'ero: SCOZIA!

Prendo l'autobus 100, che per 3£ ti porta dall'aereoporto a Waverley Bridge, presumibilmente il centro citta'. Il viaggio e' accompagnato da simpatici omoni scozzesi che cantano canzoni incomprensibili, ma dallo stesso timbro delle nostre 'Osteria numero 100.. paraponziponzipon'. Dopo qualche incomprensione sulla fermata a cui dovevo scendere (cacchio non era difficile, era l'ultima!!) mi ritrovo solo, con la pioggia, due valige in mano, sul buio Waverley Bridge: e ora?? E ora bisogna andare all'ostello! Io furbo furbo mi ero fatto una mappa con Google Maps che ti portasse dal Bridge all'ostello, in una via chiamata Cowgate (porta della mucca? ma che diavolo di nomi hanno!). Inizio subito ad accorgermi che le vie di Edinburgh sono simili alle vie di San Francisco: pendenza del 3000%! Dopo essere arrivato sul cucuzzolo di Bank Street, scendo per Victoria Street, e dopo un po' di viuzze mi trovo finalmente all'ostello! Budget Backpackers, ti domero'!

sabato 6 gennaio 2007

Cerco disperatamente gente

Sto riempiendo diversi blog alla ricerca di qualche anima che vada ad Edimburgo come me e non sappia dove sbattere la testa: possibile che e' cosi' difficile trovare qualcuno? Non credo di essere l'unico in questo periodo a muovermi, in particolare speravo che qualcuno che facesse l'Erasmus in sto periodo ci fosse. Invece per ora nulla, o almeno, nei tre forum su cui ho postato i messaggi (CaffèErasmus, Erasmus.it ed ErasmusWorld) non si sente anima viva.

Non mi spaventa il fatto di partire da solo, non sarebbe la prima volta e me la sono sempre cavata egregiamente. Diciamo che avere qualcuno su cui contare anche per la ricerca della casa non mi dispiacerebbe. E' quella la preoccupazione maggiore per ora, tutto il resto mi pare ampiamente risolvibile.