lunedì 28 maggio 2018

Case infestate... da fantasmi!

Lo scorso settembre io e Ida ci siamo messi a cercare un appartamento in affitto a Hong Kong. Tratterò tutto l'aspetto di come cercare casa in un altro post, oggi mi concentro su una peculiarità del mercato immobiliare hongkonghino, ovvero i fantasmi.

Questa è una conversazione realmente avvenuta tra me ed un agente immobiliare locale:

Agente: "Tutto confermato per gli appuntamenti di domani. Una cosa solo: prima che vada ad ispezionare gli appartamenti, sono obbligato a dirle che all'interno dell'edificio sono avvenuti due omicidi al trentunesimo piano e due sucidi al quindicesimo ed al trentanovesimo piano. È un problema per lei?"
Io (penso): "What the fuck.."
Io: "Non mi interessa sinceramente, non lo dica solo a mia moglie"
Agente: "Oh.."
Io (penso): "Ma un po' di senso dell'humor?"
Io: "Sto scherzando, non si preoccupi davvero"
Agente: "Ah ok, grazie"

I cinesi sono molto scaramantici, e vivere in una casa dove è stato commesso un omicidio o suicidio è un grosso no-no per loro, dal momento che potrebbero esserci dei fantasmi. Non importa che tutta la città sia infestata da scarafaggi o ratti; ciò che conta (e che fa abbasssare il costo al metro quadro) sono gli spiriti dei morti e sepolti, che dall'aldilà influiscono sul mercato dell'immobile hongkonhino rendendo meno appetibili le case. Ovviamente il discorso si applica solo se siete cinesi o credete nel paranormale: se non vi interessa troppo abitare in una casa potenzialmente infestata, potete trovare ottime opportunità cercando appartamenti questo tipo. Squarefoot, uno dei principali motori di ricerca di immobili da acquistare o affittare, offre un'opzione per cercare solo case infestate, giusto se stavate pensando ad un ottimo investimento oltremare!

In realtà non è così facile accaparrarsi questi appartamenti, anche se i cinesi se ne stanno alla larga. Sui Picchi c'è una casa bellissima, il Dragon Lodge, che è rimasta invenduta da circa 30 anni. La casa è stupenda, almeno sulla carta: immersa nel verde, tre piani, ampio giardino, piscina, e vista mozzafiato sulla baia. Perche è invenduta? Nessuna banca presta soldi per comprarla, e anche se aveste i soldi, nessun cinese è disposto a metterci piede anche solo per farci i lavori di ristrutturazione. Ma sono scemi? Secondo me sì, eppure il Dragon Lodge fu teatro di un massacro durante la seconda guerra mondiale, in cui sette suore persero la vita durante l'occupazione giapponese. Andando ancora indietro nella storia, scopriamo che il primo proprietario era un ricco uomo d'affari che andò in bancarotta, ed il secondo proprietario, anche lui ricchissimo, si suicidò nella casa. Dopo il massacro delle suore la casa non trovò più pace. Nel 1970 la proprietaria lasciò il lodge perché convinta di aver visto il fantasma di una bambina di undici anni con una vestaglia bianca che chiedeva aiuto. Insomma, il Dragon Lodge è la casa infestata per antonomasia; gli ultimi lavori di ristrutturazione sono stati sospesi nel 2004, quando gli operai sono scappati via dopo aver visto alcuni spiriti aggirarsi per le camere. Oggi la casa è un rudere desolato, e fa effettivamente venire i brividi quando ci si passa vicino, specialmente se è sera tardi e non c'è nessuno per strada. Trovate altre foto del rudere a questo indirizzo.

Parlando di altri palazzi infestati (ma stavolta venduti sottoprezzo), la conversazione tra me e l'agente all'inizio del post riguardava degli appartamenti al J Residence. Questo palazzo a Wan Chai fu teatro di un duplice omicidio dove un banchiere inglese, Rurik Jutting, ammazzò due giovani prostitute indonesiane, facendole poi a fette e mettendole in una borsa. Non posso poi mancare di citare la casa dell'Hello Kitty murder, dove tre persone torturarono e ammazzarono un hostess di un night-club, per poi decapitarla e mettere i pezzi della testa all'interno di alcune bambole di Hello Kitty. Io e Ida siamo passati a vedere la casa da fuori nella notte di Halloween, giusto per vivere il brivido della notte dei morti viventi. Non è stato nulla di che, non c'era tanto da vedere, non siamo nemmeno sicuri di aver capito quale fosse esattamente la casa.

Per finire, la scaramanzia cinese non si ferma ai fantasmi. Il numero 4, che in cinese si pronuncia [si], suona molto simile a [sĭ], "morte". Questo fa sì che in tutti gli edifici manchi il piano 4, 14, 24, 34, tutto il blocco dei 40, e via dicendo. Di contro, 8, pronunciato [ba], suona simile a [fa], "fortuna", quindi tutti gli appartamenti in un piano che contiene la cifra 8 sono più cari. E non solo i piani: i numeri di telefono, le targhe delle automobili, il conto in banca. Insomma, vivo un paese andato scemo per la numerologia.

Good n8!

venerdì 18 maggio 2018

Il cinese e il rutto

Vivere ad Hong Kong è bello, peccato per i cinesi. 

Se avete mai lavorato in un ufficio pieno di cinesi, sapete sicuramente di cosa io stia parlando. Immaginatevi un floor con venti persone circa, silenzio totale, si sente solo il rumore della tastiera, di tanto in tanto la stampante che gira, ma nulla di più. Tutti con le cuffie attaccate ascoltando musica, podcast, magari nulla e pretendendo solo di sentire qualcosa per non essere disturbato da altri. Ad un certo punto, un rombo di tuono. Un rutto. Forte, pieno, in tutta la sua potenza e profondità. Io mi giro, in un mix di schifo ed odio, cerco di capire con lo sguardo chi ha commesso lo scempio. Con me si girano tutti i non cinesi dell'ufficio, ognuno con aria altrettanto schifata. Senza imbarazzo alcuno, il cinese ruttatore non sbatte ciglio. E non perché si vergogna, ma perché non c'è nulla di male per lui, è normale digerire alla Barney dei Simpsons come se non ci fosse un domani. 

Ma da dove arriva la tradizione del rutto libero cinese, per dirla alla Fantozzi? Si narra che nella Cina di Mao, la pratica del rutto era accettata e ben voluta. Mao credeva in una società contadina, semplice, e disprezzava l'aristocrazia e le buone maniere. Dato che all'epoca quello che diceva Mao era un po' come un vangelo, non avresti mai voluto trovarti in una posizione di contraddirlo (sai com'è, se non eri d'accordo, c'erano sempre i campi di concentramento per mettersi d'accordo), e quindi un milardo di persone si è improvvisamente trovata a ruttare liberamente. Fortuna vuole che il pensiero di Mao si sia fermato al rutto e non ad altre flatulenze.

Sfortunamente i rumori dei cinesi non si fermano alla digestione, ma partono ben prima, durante l'alimentazione. Sono convinto che ci sia un piacere (tutto ancora da scoprire per il sottoscritto) nel tirare su il brodo ed i noodles facendo il più rumore possibile. Se mai vi capita quando siete da queste parti, fate un salto in quasisasi tipico noodle shop, e molto probabilmente vi troverete seduti ad un tavolo rotondo con quattro o cinque cinesi del tutto sconosciuti che pare facciano a gara a chi fa più rumore con la bocca. Un concerto senza strumenti che vi lascierà senza parole (o senza appetito, dipende dai gusti).

Inutile sparare sulla croce rossa parlando del casino che fanno quando parlano. Hanno un timbro di voce particolarmente alta, e sarà che personalmente non adoro il suono della loro lingua, trovo spesso fastidioso essere vicino a due cinesi che parlano. Più sono vecchi più sembrano urlatori, sarà che l'udito cede e quindi sopperiscono con la voce.

Quello che mi fa più sorridere di tutto questo però sono gli hongkonghini che danno dei trogloditi ai cinesi mainland. Un po' come il bue che da del cornuto al toro. Probabilmente sono qua da troppo poco tempo per distinguere le due fazioni, ma in questo anno e mezzo di permanenza non sono ancora riuscito a trovare grosse differenze tra i due. Tutti ruttano, tutti fanno casino quando mangiano, tutti urlano, indipendendemente se sono nati da questa o dall'altra parte del confine con la Cina. Tutto ciò mi fa ricordare alcune figure nostrane che ritenevano alcuni italiani migliori di altri solo ed esclusivamente in base alla loro latitudine di provenienza, e più recentemente qualche personaggio inglese che ha convinto una nazione intera nel dire che i mainland europei sono brutti e cattivi. Ripensandoci, c'è poco da sorridere.

martedì 15 maggio 2018

Jogging a Hong Kong

È da un po' di anni che mi piace andare a correre all'aria aperta; ho iniziato a Darlington ad Hamstely Forrest, per poi proseguire più seriamente quando mi sono spostato a Nottingham ed infine a Londra. Lo preferisco alla corsa sul tapis roulant perché mi piace sentire l'aria fresca quando corro, vedere ambienti diversi e non pagare l'abbonamento alla palestra. Naturalmente, da quando mi sono trasferito a Hong Kong ho inziato a cercare percorsi per jogging, e sono rimasto piacevolmente sorpreso da quello che la città offre.

L'isola di Hong Kong ha tantissimi percorsi immersi nel verde letteralmente a due passi dalla città. Basta infatti andare sui picchi, nel centro dell'isola, per immergersi nella natura e perdersi nei tantissimi sentieri che portano da una parte all'altra della città. Un percorso pedonale su tutti, Bowen Road, collega Happy Valley a Central, passando su una balconata che da direttamente sulla baia. Alla sera è uno spettacolo unico, con tutte le luci dei grattacieli accese e la vista di Central, Kowloon e tutto quello che c'è in mezzo. Da Bowen Road poi si può salire a piedi su Victoria Peak, percorrendo un sentiero ben illuminato che porta fino al circuto di Harlech / Lugard Road, per poi scendere giù direttamente all'Hong Kong University, tutto sempre a due passi dalla città. I percorsi che per ora ho registrato sono disponibili sulla mia pagina di Endomondo, ed includono sia quelli su Hong Kong Island che su Kowloon Bay. Quest'ultima non sarebbe male come percorso di corsa, non fosse la puzza di fogna che qualche volta si sente all'altezza del Central Tunnel. È veramente pesante, non capisco come non ci facciano nulla. Mi sono anche avventurato qualche volta nei New Territories, ovvero le zone a nord di Kowloon al confine con la Cina. La si trova il MacLehose trail, ovvero 50 miglia di sentiero che percorre i nuovi territori da est a over, toccando spiagge semi-isolate e punte montagnose. Per ora ne ho fatto solo alcuni tratti, e da quello che ho visto lo consiglio a tutti.

Qui sono alcuni dei miei percorsi preferiti:
Ovviamente, il clima di Hong Kong non è l'ideale per la corsa. O meglio, dipende dai mesi. Da Aprile a Settembre il caldo e l'umidità rendono la corsa molto più difficile di quella che dovrebbe essere. A volte sembra proprio che manchi l'aria, e per uno come me che suda parecchio, il rischio di rimanere disidratato è dietro l'angolo. Consiglio spassionato: portatevi sempre (tanta) acqua dietro quando andate a correre o fare hiking ad Hong Kong, in particolare se non sapete dov'è la prossima fontanella d'acqua (ma anche se lo sapete portatevi dell'acqua dietro, che non si sa mai). Specialmente se non siete abituati, il caldo e l'umidità possono giocare brutti scherzi, con improvvisi cali di pressione, sensazioni di nausa ecc.

Parlando di fontanelle d'acqua potabile, Hong Kong fortunatamente è molto ben attrezzata. Ci sono parecchi punti di abbeveraggio locati strategicamente sui vari percorsi, con tanto di bagni pubblici attrezzati. Una domanda sorge spontanea: sono mappati da qualche parte? Fortunatamente sì! Poco tempo fa ho scoperto l'app Water For Free, che lista tutte le fonti d'acqua potabile disponibili a Hong Kong, dento e fuori i parchi. Ci sono segnati anche punti di ristoro all'interno di shopping centers, giusto se avete sete mentre fate acquisti in centro.

Buona corsa!