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domenica 17 luglio 2016

MBA finito, considerazioni sul cambio di carriera

Dove sono?
Finalmente sono arrivato alla fine del mio Executive MBA, hurrah! Giovedi' e' stata una giornata di celebrazioni. prima alla Royal Festival Hall per il Congregation, poi il party all'universita', poi cena tra me e Ida. Sono stra soddisfatto di questa esperienza, e consiglio questo MBA a tutti.

Salto la parte del networking che oramai la conoscono pure i muri: si va ad un MBA per espandere la propria rete di conoscenze, ed il network ad LBS e' sicuramente eccellente.

Vorrei invece soffermarmi su un punto meno discusso, ovvero acquisire nuove conoscenze. A parte i corsi generali in amministrazione aziendale, molto utili e ben fatti, ho avuto l'opportunita' di seguire tantissimi corsi in finanza. Questa opportunita' non e' banale, dato che e' praticamente impossibile per una persona come me - che non ha esperienza in finanza - entrare in un Master in Finance o seguire dei corsi di alta specializzazione finanziaria.

Uno dei motivi per cui io, e molti dei miei compagni, ci siamo iscritti all'MBA e' proprio quello di un cambio di carriera: chi da finanza vuole entrare in marketing, chi da IT vuole imparare di piu' finanza ecc. LBS mette a disposizione una marea di corsi sia in marketing che in finanza, e quindi mi viene naturale consigliare a tutti quelli che vogliono spostarsi da un ramo all'altro di considerare un master alla LBS.

Prima di chiudere, voglio ringraziare Ida, che mi ha supportato e sopportato in questi due anni di studio, ed ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto. Non sono sicuro che ce l'avrei fatta senza l'aiuto di tutti loro.

Alla prossima avventura.. ad Hong Kong!

martedì 7 ottobre 2008

A me fa un po' sorridere

A me fa un po' sorridere che uno dei popoli piu' colpiti da questa crisi finanziaria (che si puo' riassumere sinteticamente in queste quattro slides presentate da Paulson e Bernanke ai leader mondiali in un meeting segreto ad altissimo livello) sia quello Islandese. 300k anime e milioni di ettari di ghiaccio, dell'Islanda fino a ieri si sapeva solo che aveva una capitale impronunciabile e la cantante Björk. Oggi son con le pezze al culo, e la stampa italiana non ha nulla di meglio da fare se non pigliarli in giro.

Che piu' ci penso e mica me li vedo sti Islandesi pirati della finanza mondiale, speculatori sui derivati a Wall Street o ricettatori di opzioni sui mutui. Sembrano tanto carini, piccini, con le guancette rosse e dediti ad una vita morale e in sintonia con la natura.

E invece no: vuoi che i banchieri islandesi sono dei diavoli avidi di danaro, oppure vuoi che avevano semplicemente le fette di prosciutto sopra gli occhi, oggi la povera isoletta in culo ai lupi si ritrova con le pezze al culo. Che sfiga, mi sa che ora gli tocca pure aderire all'Europa Unita: oltre il danno, la beffa!

domenica 28 settembre 2008

My Money

Qualche volta mi ricordo anche di essere un informatico, e che in un modo o nell'altro ho imparato a programmare. Non mi e' mai piaciuta molto la programmazione fine a se stessa: un conto e' trovare la soluzione ad un problema, un conto e' implementarla. Quando risolvo un quesito, la parte implementativa poi diventa un noioso post-lavoro, che tendo a far fare ad altri.

Questa volta invece mi son buttato sia sul design che sull'implementazione. Nulla di grosso o troppo pretenzioso, semplicemente un programma per gestire i (pochi) soldi che vanno e vengono dalle mie tasche. Fino ad ora ho sempre usato i mitici fogli excel. Riconosco la potenza di Excel, e' una sorta di tuttofare che ti torna sempre utile. Vuoi pero' che sono disordinato di mio, o che appunto sono informatico quindi Excel bisogna schifarlo a priori, ho deciso di scrivere un'applicazione tagliata su misura per me.

Il fatto che l'applicazione, chiamata con molta fantasia My Money (volevo chiamarla iMoney in realta', poi ho pensato di non esser cosi' malato per la Apple), abbia uno scopo abbastanza definito e tratti un problema non troppo complicato, non significa che debba risultare in una manciata di classi java sparse a casaccio o peggio ancora in tre o quattro file .c

Siamo nel 2008, quasi 2009, e, seppure con meno clamore dell'hardware, anche il software fa passi avanti. Cosi', a fianco dell'analisi del problema, use cases e class diagrams scritti in UML (dove in genere finisce il mio lavoro), mi son cosi' buttato nel magico mondo del j2ee, del framework spring e della persistenza con hibernate. Insomma, anche questa piccola applicazione per uso personale avra' un suo orgoglio e un suo perche'.

Alla fine scopro anche che non e' cosi' male tornare a programmare, ci son anche diverse soddisfazioni. Anche settare l'ambiente di lavoro, dopo che si ha bestemmiato in 30 lingue diverse perche' non funzionava una policy, non e' malvagio.

Nota per chi vuol far design con UML su Mac. In ufficio uso Together, e mi trovo bene. Ma ovviamente non e' freeware. L'unico freeware che ho trovato, per Mac, si chiama Visual Paradigm, che nella versione Community e' gratis. Questa versione ha ovviamente diverse limitazioni in termini di feature usabili, ed ovviamente e' per uso personale.