La settimana enigmistica non mi manca per nulla, il titolo serve ad introdurre il mio weekend.
Alla fine ci sono ritornato ad Edinburgh. Con la mia nuova macchinina (il prossimo post lo dedichero' a lei!) ho percorso l'A68 all'andata e l'A1 al ritorno. Tre ore e mezza a viaggio, sette ore complessive, per mettere davvero una pietra sopra alla vita da universitario.
Edinburgh con la macchina e' piccola. Dal bypass al centro ci saranno 10 minuti scarsi: quando andavo al centro commerciale, che si trova nei paraggi della circonvalla, col bus il viaggio mi sembrava lungo una vita.
Ho passato il weekend a casa di Craig, che mi ha gentilmente ospitato: ho finalmente potuto notare che Craig ed i suoi amici hanno un fortissimo accento scozzese. Non me n'ero mai accorto quando ero la, probabilmente perche' e' stato il primo posto dove sono atterrato quando son arrivato in UK, e mi sembrava normale che tutti parlassero in quel modo che ora trovo buffo. Il weekend e' andato giu' bene: son andato con Adam, che pure lui ha studiato all'uni di Edi e voleva rivedere i suoi vecchi conoscenti; cosi' ho passato due giorni con amici vecchi e nuovi, accompagnati da massicce dosi di alcool, musica, fumo e quant'altro.
Non posso che trarne tristezza io da questi viaggi. Rivedere il flat in Nicolson St mi ha fatto venire alla memoria tanti episodi successi lo scorso anno in quella casa, quando ancora ero studente. Lo stesso e' successo rivedendo il club, le strade, i negozi: un salto nel passato. Constatare che e' tutto finito e' un po' triste.
Con gli amici li' e' stato un po' la stessa cosa con gli amici a Torino. Bello rivederli ma..
Questo mi ha portato a pensare un po' alle relazioni che ho con i miei amici. Gran parte della gente che conosco ha una sua cerchia di amici, e rimane tranquilla e felice con quella, frequentandosi sempre e comunque. Io no. A parte Giorgio, amico d'infanzia, e qualche altra rara eccezione, ho sempre avuto gruppi di amici "a tempo e a scopo": quelli del liceo, quelli del primi anni d'uni, della fine dell'uni, della specialistica, di Edinburgh, e ora di Darlo, per citarne alcune. Non ho mai mischiato i gruppi, e quando ci ho provato ho avuto scarso successo. Questa frammentazione e' un po' dovuta al mio modo d'essere ed alla mia vita (che e' un po' conseguenza del mio modo d'essere), e devo ammettere che e' interessante conoscere sempre nuova gente, ed e' allo stesso tempo triste sapere che dopo un po' li lascerai. E tornare poi a trovarli funziona poco e male, come gia' si e' visto a Torino, come si e' visto a Edinburgh.
Alla fine ci sono ritornato ad Edinburgh. Con la mia nuova macchinina (il prossimo post lo dedichero' a lei!) ho percorso l'A68 all'andata e l'A1 al ritorno. Tre ore e mezza a viaggio, sette ore complessive, per mettere davvero una pietra sopra alla vita da universitario.
Edinburgh con la macchina e' piccola. Dal bypass al centro ci saranno 10 minuti scarsi: quando andavo al centro commerciale, che si trova nei paraggi della circonvalla, col bus il viaggio mi sembrava lungo una vita.
Ho passato il weekend a casa di Craig, che mi ha gentilmente ospitato: ho finalmente potuto notare che Craig ed i suoi amici hanno un fortissimo accento scozzese. Non me n'ero mai accorto quando ero la, probabilmente perche' e' stato il primo posto dove sono atterrato quando son arrivato in UK, e mi sembrava normale che tutti parlassero in quel modo che ora trovo buffo. Il weekend e' andato giu' bene: son andato con Adam, che pure lui ha studiato all'uni di Edi e voleva rivedere i suoi vecchi conoscenti; cosi' ho passato due giorni con amici vecchi e nuovi, accompagnati da massicce dosi di alcool, musica, fumo e quant'altro.
Non posso che trarne tristezza io da questi viaggi. Rivedere il flat in Nicolson St mi ha fatto venire alla memoria tanti episodi successi lo scorso anno in quella casa, quando ancora ero studente. Lo stesso e' successo rivedendo il club, le strade, i negozi: un salto nel passato. Constatare che e' tutto finito e' un po' triste.
Con gli amici li' e' stato un po' la stessa cosa con gli amici a Torino. Bello rivederli ma..
Questo mi ha portato a pensare un po' alle relazioni che ho con i miei amici. Gran parte della gente che conosco ha una sua cerchia di amici, e rimane tranquilla e felice con quella, frequentandosi sempre e comunque. Io no. A parte Giorgio, amico d'infanzia, e qualche altra rara eccezione, ho sempre avuto gruppi di amici "a tempo e a scopo": quelli del liceo, quelli del primi anni d'uni, della fine dell'uni, della specialistica, di Edinburgh, e ora di Darlo, per citarne alcune. Non ho mai mischiato i gruppi, e quando ci ho provato ho avuto scarso successo. Questa frammentazione e' un po' dovuta al mio modo d'essere ed alla mia vita (che e' un po' conseguenza del mio modo d'essere), e devo ammettere che e' interessante conoscere sempre nuova gente, ed e' allo stesso tempo triste sapere che dopo un po' li lascerai. E tornare poi a trovarli funziona poco e male, come gia' si e' visto a Torino, come si e' visto a Edinburgh.
2 commenti:
Che dire.. mi torvo in totale disaccordo con tutto quello che sta scritto qui! ..non c'è niente di più bello che conoscere tanta gente in tanti posti! E' vero che poi alla lunga le amicizie si perdono, ma io forse a questo non ci voglio mai credere.. credo anzi che sia bello rivedere amici anche dopo anni, magari cogliendo l'occasione per uscire dalla solita routine e dai soliti gruppi cambiando le proprie abitudini (e perchè no anche cambiando città). Ritrovarsi con amici che non si vede da un po' è spesso meglio che uscire sempre con gli amici del solito giro.. perchè si sentono storie nuove, si rivivono vecchie esperienze, si hanno tante sorprese e difficilmente ci si annoia!
Quindi non venirmi a dire che ci hai messo una pietra sopra a Edi.. perchè se fossi al tuo posto (a 3 ore di viaggio e con un coinquilino che ti aspetta) ci andrei almeno una volta all'anno e ogni volta sarebbe memorabile (per quanto piena di ricordi e nostalgia.. ma è questo che la rende memorabile).
Visto che m'hai fatto scrivere qua (in questo orrendo riquadretto messo a disposizione da google) ora spero almeno un una risposta :D
Bye e buona notte!
Davide (chissà se riesco a non apparire come anonimo)
Dunque, rileggendo il mio post posso trovarmi d'accordo con te: l'ho scritto sull'onda della tristezza domenica sera. Era il primo weekend che passavo ad Edinburgh dopo che me n'ero andato via, e tornare nella vecchia casa, nella disco, vedere l'uni, be', un po' mi ha fatto pensare.
Il fatto che ti abbia detto che ci ho messo una pietra sopra ad Edi non era per dire che non ci tornero' piu': oggi ho appunto organizzato con amici di tornarci due giorni a Pasqua! La questione riguardava ancora la scelta che avevo fatto ad agosto di non rimanere li per il phd, che in sti mesi puntualmente veniva fuori in particolare quando il lavoro mi faceva girar l'anima.
Andando su ad Edi mi son invece convinto che e' stato un bel periodo quello che ho passato, e che son comunque contento che sia finito, per ora iniziarne uno nuovo.
E poi basta, come hai detto te, con sti post-depression :D
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