sabato 6 ottobre 2007

Se la mamma è un bene incurabile

Riporto in toto un articolo apparso oggi sulla Repubblica. Questo e' invece il blog dell'autore, Fabrizio Blini. Non ho ancora avuto modo di leggere il libro, ma sembra interessante. Lo regalero' a Natale ad amici :) E' disponibile all'acquisto online qua.

Se la mamma è un bene incurabile
Viaggio alle radici dei 'bamboccioni'

di MATTEO TONELLI



ROMA - Il libro parte da un un quesito: chi si arrenderà prima, l'uomo o la mamma? Interrogativo che risuona proprio nel momento in cui il ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa lancia il suo j'accuse contro i "bamboccioni", ovvero i giovani che non si muovono da casa. Quelli comodamente, a dire del ministro, piazzati tra le mure domestiche e accuditi da mamme amorevoli mentre veleggiano verso i trenta o i quaranta. E nel pieno della polemica ecco spuntare il libro di Fabrizio Blini che il fenomeno del mammismo lo sviscera fin dentro le pieghe più profonde.
Il titolo è "Mamma mia" (Baldini e Castoldi. 240 pagine. 15 euro) e suona come qualcosa tra un grido d'allarme e una tenera invocazione. Blini, 42 anni, ("non vivo con mia mamma" precisa) lo spiega così: "Un mammone fa sorridere, una generazione di mammoni deve far piangere. In Italia, il mammismo è una malattia che si avvia alla pandemia". Tema delicato quello della mamma in Italia. Icona intoccabile, terreno minato, figura sacra e inviolabile. Fare un libro che, seppur garbatamente, ne mette a nudo i difetti può non essere facile. Blini, però, ci ha provato, mettendo uno dopo l'altro comportamenti e figure tipiche della mamme e dei mammoni.

E allora ecco spuntare la mamma "Imperatrice", che invade tutto quello che confina con lei, " a partire dei figli", la mamma "progressista" che, scrive Blini, "è un ossimoro, perché la mamma è incompatibile con l'idea di progresso". Ed ancora la mamma vittima "che espia mentre i figli espiano". E così via. Una galleria di ritratti e macchiette in cui moltissimi si riconoscono. "Moltissimi mi hanno scritto sulla mia pagina myspace dicendo che leggendo il libro si riconoscevano in tutto e per tutto. Per la verità sono più mammoni i ragazzi delle ragazze..." racconta l'autore. Senza dimenticare, però, le difficoltà economiche che costringono a restare a casa i giovani di 30 e passa anni.
Detto questo, "in giro ci sono quarantenni che si comportano come ventenni - continua Blini - e non è un caso che i dati dicono che moltissimi dopo la separazione o il divorzio, tornano a casa". Dalla mamma, appunto. Che li accoglie a braccia aperte.

E allora, per tornare ai "bamboccioni" di Padoa Schioppa, viene da chiedersi quanto ci sia di vero nelle parole del ministro. Leggere questo passo del libro aiuta: "Nel momento in cui i mammoni diventano protagonisti della vita sociale, gli inetti mammoni privati costituiscono un grosso handicap pubblico. Il mammone non riesce mai ad inserirsi completamente nella collettività, perché una parte di lui è sempre con la mamma". Facile capire, dunque, quale sia l'incidenza materna: "Invece di offrire alla nazione delle giovani promesse, riversa nelle strade giovani minacce". Sintetizzando: la madre è un bene privato, la mamma è un danno pubblico.

Il tutto detto con il sorriso sulle labbra, visto che l'autore è convinto che questa "resistenza culturale" sia propria del Belpaese. In particolare di una generazione che con l'impegno ha avuto un rapporto lontano. Perché, alla fine, la risposta alla domanda iniziale è una sola: la mamma è un bene. Incurabile.

(5 ottobre 2007)

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