mercoledì 19 dicembre 2012

Italiani in vacanza a Londra

Non mi ricordo se in passato ho gia' scritto un post su questo tema. Chissene, lo riscrivo. Questo post sara' volutamente razzista e tirera' fuori i peggior stereotipi: di nuovo, chissene - sono Italiano, posso parlar male dei miei connazionali. Analizzero' gli Italiani a Londra come un documentario di Quark sugli animali della Savana. Quando leggerete questo post, dovete immaginarvi la voce del tizio dei documentari di Quark che vi descrive queste gli atteggiamenti, le abitudini, i movimenti del branco ecc.

Tutto quello che vado a raccontare e' tratto da esperienze nei passati 6 anni. Ho assistito di persona a tutti gli eventi.

Gli Italiani in vacanza a Londra si dividono in tre categorie: famiglie, gruppo di amici misto, gruppo di amici unisex. Oggi mi concentro sulle famiglie.

Famiglie.

Le famiglie sono il mio gruppo preferito. Solitamente composte da padre, madre e due figli (questi ultimi un po' paffutelli, ma varia da stagione in stagione), le famiglie Italiane a Londra sono addobbate tipo spedizione antartica, anche fosse il 15 di Agosto - pantaloni di flanella, piumino che ha segnato la vita ad almeno 10 oche, sciarpa kilometrica e cappello di fustagno sono i tratti tipici. All'interno di questa armatura, la temperatura si aggira intorno a quella del sole, ma gli Italiani non sembrano patirne, anzi, guardano con disprezzo i locali che si aggirano in jeans e felpa.

La mamma in genere e' il capo branco. Si aggira minacciosa con una mappa della tube di Londra, preziosa come la mappa di Zelda. Anche con la mappa in mano, non si fida troppo di quello che c'e' scritto sopra - mai fidarsi dei leaflet gratis, specialmente se arrivi dall'Italia. Di conseguenza, la tipica famiglia Italiana in vacanza a Londra circonda qualsiasi mappa della tube in stazione, in un chiaro intento di non far vedere la mappa ad altri, e col dito percorre miglia e miglia di linea ferroviaria sulla mappa. Per poi perdersi puntualmente il treno.

Salgono sulla metro, riescono ad ostacolare tutte le 10 uscite anche se sono in 4, e si mettono in viaggio. Poi il panico, il terrore nei loro occhi. Il treno si ferma, ed il conduttore inizia la sua tiritera sul perche' il treno e' fermo. "We're being held at a red signal, we'll be on the move shortly". Oddio cosa ha detto. Oddio i tedeschi hanno ripreso i bombardamenti di Londra e non possiamo muoverci. Oddio i Maya avevano ragione. Poi il treno riparte, e tornano a respirare. Fino alla stazione dove devono scendere. La preparazione alla discesa e' paragonabile solo alla partenza dei 100 metri: tutti attaccati porte 10 min prima che il treno vada a fermarsi, figli davanti, mamma e papa' dietro. Appena la porta si apre, la mamma spinge i figli fuori, e tutti scappano dalla metro come se non ci fosse un domani. Cazzo, tanta fatica per trovare la metro giusta, almeno goditi il viaggio.

In giro per Londra, la famiglia Italiana non ha particolari tratti distintivi. A parte rischiare la vita ogni volta che attraversa la strada - un problema che accomuna un po' tutti gli Europei in genere - la famiglia si muove rapida per la citta', in genere apprezzando la pulizia del centro, gli scoiattoli in Hyde Park e commentando i prezzi alti delle attrazioni e dei dei taxi. Commenti razzisti su donne col nijab non si sprecano, e sono solo sorpassati da quelli sulla gente con una pinta in mano. Societa' malata, dicono loro.

Ad un certo punto, la fame prende il sopravvento. Sono in genere le 9 di sera, quando la famiglia Italiana in vacanza a Londra decide di andare a mangiare. Perche' anche se la fame e' arrivata alle 5 del pome, la famiglia Italiana non puo' mangiare alle 5 del pome. E neanche alle 6. E' una di quelle regole Italiane non scritte, tipo che il pasto si puo' solo consumare su un tavolo con una tovaglia o che il pasto consiste in tre portate.

Una volta trovato un ristorante dove mangiare, la famiglia Italiana da il meglio di se. Un po' di imbarazzo all'inizio quando il cameriere chiede "how many?" e il papa' risponde "fud", ma poi a gesti si capiscono. Una volta seduti, la mamma addobba la tavola col suo mini-dizionario italiano inglese, ed inizia la traduzione di tutto il menu', quello dello scorso anno e quello dell'anno precedente. Il cameriere si spazientisce un po', dopo che per la quinta volta e' stato mandato via perche' la mamma e' riuscita solo a tradurre gli ingredienti del primo starter. Si fanno oramai le 10, il ristorante sta quasi chiudendo, il cameriere si fa insistente e alla fine la famiglia desiste. Fish & Chips. Il padre inizia a lodare le qualita' del merluzzo fritto e del pure' di piselli, neanche fosse foie gras e tartufo. Mezza pinta per lui (mezza sega), coca cola per lei e i figli. Si accordano sul fatto che il vino in Inghilterra non sara' mai come quello in Italia, e lasciano perdere.

lunedì 17 dicembre 2012

Poi BT ti impressiona

Quando credi che non ci sia piu' speranza contro organizzazioni che fanno outsourcing di help desk, vieni puntualmente smentito.

Domenica pomeriggio, ore 4, pigramente a casa a recuperare le forze di un weekend un po' delirante, decido di risolvere un problema che mi seccava da un po' di tempo.

Ho una linea adsl con BT, uno dei maggiori ISP del regno. Mi sono sempre trovato bene con BT, a parte quando ho cancellato il contratto un annetto fa e mi hanno fatto un po' di storie. Quando mi sono spostato qua a Hillmarton Road, ho trovato che la mia via non era ancora cablata, e l'adsl piu' economica era appunto quella di BT, quindi boh, tanto valeva aprire di nuovo un contratto con loro.

BT offre un servizio chiamato BT-OpenZone: wi-fi hotspots praticamente ovunque, da Penzance a Newcastle, passando per Cardiff e Hull. E ovviamente pure Londra. Questi hotspots sarebbero a pagamento, ma per i clienti BT sono gratuiti. Gran cosa quando sei in giro e non vuoi attaccarti alla linea 3G.

Nei primi giorni che avevo la linea BT ho provato a registrarmi al servizio BT-WiFi, ma senza successo: per qualche motivo il sistema di registrazione credeva che fossi ancora sul vecchio contratto (che avevo chiuso un annetto fa), e non mi faceva procedere oltre. Oggi, di buona lena, sono andato sulla pagina di supporto, ed ho provato a chattare con l'operatore. Troppo scazzo chiamare.

Memore delle avventure con Vodafone Italia e la loro chat, non ci speravo piu' di tanto: chi sa cosa mi dicono. Invece, l'operatore, probabilmente a 1000 miglia di distanza, e' stato puntuale e preciso. Mi ha fornito una nuova chiave d'accesso, una password temporanea, poi mi fa "Rimango in linea, prova ad accedere e fammi sapere se funziona tutto ok". Io ringrazio, provo, funziona, e gli scrivo "Grazie, funziona tutto bene! ciao!" e stacco la comunicazione.

Contento per la riuscita dell'operazione, configuro iPhone e iPad con le password, e bon, per me finiva li. Per BT no. Non contenti che gli avessi scritto che funzionava tutto bene, mi hanno chiamato sul numero di casa. "Mi scusi, ci stavamo parlando prima in chat, probabilmente e' caduta la linea: ho letto che e' riuscito a far funzionare il servizio, volevo ancora chiederle se potevo aiutarla con qualche altra cosa". Alche' io ho ringraziato di nuovo, dicendo che era tutto a posto per questa volta.

Boh, questo e' un servizio. E mi ha sorpreso. E son qui a scriverne.

mercoledì 5 dicembre 2012

30

Primo post scritto dall' iPad.

Ricapitolando velocemente i primi 30 della mia vita:
  • Nasco 30 anni fa. 30 anni fa non esisteva neppure la tv a colori.
  • Buio assoluto nei primi 5 anni di vita. Per quanto ne so, ho vinto un Nobel, ma non me lo ricordo.
  • Studio per 5 anni alle elementari. Studio, oddio, avevo gia' vinto un Nobel, me la prendo comoda e decido di imparare bene l'alfabeto e la tabellina del 2.
  • Studio per 3 anni alle medie. Una sorta di elementari, con la differenza che i compagni ti chiamano per cognome.
  • Studio per 5 anni al liceo. Imparo cose utili, come la storia del regno di Prussia ( che mi tornera' utile per il mio secondo Nobel, ma all'epoca non lo sapevo).
  • Studio per 5 anni matematica e informatica. Mi insegnano a maneggiare con i numeri, per poi darmi un computer e spiegarmi che tutto quello che posso fare io, lui lo fa meglio e piu'  velocemente.
  • Cambio patria. Decido che un posto piovoso e nuvolo e' piu' adatto al mio stato d'animo.
  • Lavoro per 5 anni alla Atos. Capisco che tutto quello che ho studiato nei precedenti 18 anni di vita non serve ad un cazzo di nulla, si va avanti solo rompendo i coglioni al capo, non a versi di Dante. E' un po' seccante, potevano dirmelo prima, mi concentravo su un altro Nobel.
  • Compro casa. E capisco che se avessi lasciato perdere studio e lavoro, ma avessi intrapreso una carriera da idraulico, ora sarei ricco sfondato.
  • Per conflitto di interessi non posso scrivere nulla sugli ultimi 6 mesi, a meno di non trovarmi a piedi domani.
E poi mi chiedono perche' son scazzato.

giovedì 1 novembre 2012

Anche a Londra ci sono le diatribe condominiali

Una cosa a cui non avevo mai pensato durante l'acquisto della casa erano le diatribe condominiali.

Negli ultimi anni ho vissuto sempre in case - tranne una breve parentesi di 6 mesi a Nottingham in un flat. Per definizione, la casa non e' un condominio, quindi non c'e' nessun territorio da spartire con un estraneo. Ok, hai sempre dei vicini di casa, ma ognuno si preoccupa della propria spazzatura, del proprio giardino, del proprio orticello.

Il mio nuovo flat e' in una casa vittoriana convertita in diversi appartamenti, 6 in tutto. Stando al primo piano, ho vicini di casa sotto, a fianco e sopra. Brava gente, intendiamoci: la coppia di sotto sono due ragazzi, sopra due signori, a fianco un italiano.

Ieri mi e' arrivata una e-mail dalla signora sopra. La lettera, indirizzata a tutti i condomini, mi dava il benvenuto nella mailing list dei proprietari di casa del 32 Hillmarton Road. Ho pensato: "cazzo, questo e' l'inizio della fine. Se questi si sono organizzati con una mailing list, qui siamo alla diatriba condominiale 2.0 - un modo per rompere il cazzo ai vicini di casa pure via internet". E infatti...

La e-mail, oltre a darmi il benvenuto, poneva 5 problemi che alla signora stavano particolarmente a cuore: il tizio del piano terra dovrebbe gentilmente mettere le scarpe dentro casa e non lasciarle fuori dalla porta, il tappeto della scala sarebbe da pulire e dobbiam fare la colletta, qualcuno ha lasciato del polistirolo in giardino vicino ai cassonett.. ops. Ieri sera in fretta e furia sono andato a raccattare il polistirolo, e l'ho messo dentro i bidoni della spazzatura. Che palle.

giovedì 6 settembre 2012

Crepa sul cruscotto

Ansa di oggi:


Notizia triste - un 12enne e' morto trafitto dalla leva del freno della sua bici.

Guardate poi il trafiletto sotto: Crepa sul cruscotto di un aereo per Palermo. Ora, io vi giuro che dopo avere letto la notizia sopra, credevo che qualcuno fosse morto sul cruscotto di un aereo per Palermo, e che l'Ansa avesse il tatto di un elefante per descrivere l'evento.

In realta' no, non e' morto nessuno sul cruscotto. C'era una crepa, un taglio.

Ma perche' diavolo l'Ansa ha dovuto abbinare le notizie cosi' male??

domenica 2 settembre 2012

lunedì 20 agosto 2012

Google, Apple, un po' lo stessa cosa per Repubblica

Ecco la nuova perla di Repubblica:














Qualcuno poi dica a Repubblica che la Apple TV esiste gia'.

Come ho comprato casa a Londra (1)

Basta con sta scaramanzia, iniziamo un a condividere alcune novita'!

Oggi parlero' di come ho comprato la mia prima casa a Londra, in un mix di consigli e informazioni utili per aiutare quelli che, come me, non hanno alcuna esperienza nel mercato immobiliare.

Partiamo da alcuni prerequisiti fondamentali per comprare una casa a Londra, a meno di non avere un pacco di soldi e delegare l'acquisto a terzi:

  1. Parlare Inglese.
  2. Essere residente in UK da qualche anno.
  3. Avere una storia del credito (credit history) di qualche anno in UK, possibilmente pulita. Con il termine pulita, intendo avere pagato regolarmente le proprie carte di credito, non essere andato troppo in rosso con la propria banca, non avere dichiarato bancarotta etc.
  4. Vivere a Londra.
  5. Avere un po' di soldi da parte.
Se credete di non avere i requisiti che ho elencato qui sopra, questo post potrebbe non esservi utile. Non  che non possiate comunque comprare una casa a Londra, ma e' meglio se cercate consigli e informazioni da qualcuno nella vostra situazione.

1. Mettere a posto le finanze - soldi, soldi e ancora soldi.

La prima cosa che ho fatto e' capire quanti soldi potevo spendere nell'acquisto di una casa. Questo passaggio e' fondamentale per evitare di spendere giornate cercando case che non ci si puo' permettere. Il punto per me e e' capire qual'e' il limite massimo di mutuo che posso ripagare ogni mese senza scottarmi troppo. La mio obiettivo e' spendere al massimo 1/3 del mio stipendio per il mutuo.

Londra e' una citta' cara. Il prezzo medio della casa a Londra e' £388,000 (Apr 2012) a fronte di un stipendio medio lordo di £27,000/y (2007): un rapporto 14:1! Per vedere quanti soldi potete chiedere alla banca, vi consiglio di andare sul sito della HSBC. Questo sito vi da un'idea indicativa di quanti soldi potete chiedere in prestito alla banca, a fronte di un deposito iniziale che dovete mettere di tasca vostra. Parlero' piu' avanti dei dettagli del mutuo, per ora basta avere un'idea di quanti soldi puoi prendere dalla banca.

Il prezzo dell'acquisto della casa comporta, oltre alla casa stessa, il pagamento di vari balzelli ed avvocati. La tassa sull'acquisto della casa (stamp duty) e' sicuramente quella che incide maggiormente sulle spese extra. Questa tassa varia dall'1% per immobili acquistati per max £250k a 3% per spese fino a £500k.

Nel mio caso, parto da un deposito iniziale di £140,000, una parte arrivati da risparmi e investimenti, una parte gentilmente dati da genitori e parenti. Il deposito e' molto grande, lo so bene: un po' che mi sono sbattuto nei primi 5 anni di lavoro, un po' che i miei sono stati molto generosi! Non c'e' problema anche per depositi piu' piccoli, direi fino a £50,000.

Dopo vari aggiustamenti di cifre sul sito della HSBC, trovo che un immobile di £300,000 puo' essere finanziato dalla banca al 60% ed al 40% dal sottoscritto. Un mutuo di 180k e' sull'ordine delle £900 al mese ai tassi correnti, circa 1/3 del mio stipendio netto. Mi sono sempre posto come obiettivo di non spendere mai piu' di 1/3 del mio stipendio per la casa (mutuo o affitto che sia), quindi questo e' il massimo che posso chiedere ad una banca.

Il deposito rimanente andra' in stamp duty (£9,000) e in avvocati (non piu' di £1,500). Quello che rimane torna ad essere investito, ma ne riparleremo piu' avanti.

Questo esercizio mi ha aiutato solamente a capire qual'e' il mio budget. Posso permettermi case che costano non oltre le £300,000.

2. Scegliere la zona

Londra, oltre ad essere cara, e' grossa. L'area metropolitana include piu' di 13M di abitanti, tutti ammassati all'interno della M25, 120 miglia di tangenziale che circonda la capitale [cit. Guzzanti]. Il primo problema che mi sono posto e' trovare la zona dove cercare casa. Bisogna mettere piu' criteri di ricerca possibili, perche' il mercato immobiliare e' abbondante, e velocemente si rischia di perdere giornate intere a guardare su internet possibili acquisti. Di seguito ho elencato i miei paletti.

Ho deciso che voglio vivere a Londra, e non fare il pendolare. Anche se le case fuori Londra sono meno care, odio dover prendere il treno al mattino per arrivare in centro citta'. La casa costera' quindi un po' di piu', ma sara' a Londra, il piu' vicino al centro possibile.

Lavoro in centro, nella City, a due passi da Liverpool Street. La City e', con Canary Wharf, il posto dove si concentrano la maggior parte degli uffici a Londra. In futuro, cambiando lavoro e decidendo di rimanere a Londra, c'e' una grande probabilita' che trovero' lavoro ancora nella City. Non voglio spendere piu' di mezz'ora per il tragitto casa-lavoro, quindi la mia casa sara' a 1/2 ora da Liverpool Street.

Come ogni citta' su questo pianeta, ci sono aree piu' o meno belle, aree meglio o peggio servite dai mezzi pubblici, aree piu' o meno verdi. Ogni area di Londra e' un po' una cittadina a se, con la sua via centrale (high street) e il suo quartiere residenziale intorno. La metropolitana (tube) collega diversi quartieri in maniera tutt'altro che eccellente. In 3 mesi che sono qua, l'unica cosa che ho notato e' un servizio inefficiente, sovrappopolato e carissimo. Nonostante tutto, la metro e' l'unico strumento che collega velocemente quartieri distanti miglia e miglia tra loro. La mia casa avra' una stazione della metro ad al massimo 5 minuti a piedi.

La metropolitana, oltre ad essere scadente, e' lenta e cara. Un abbonamento annuale per zona 1 e 2 costa £1,200 circa. Piu' si va fuori zona, piu' il prezzo aumenta e il viaggio diventa lungo. La mia casa quindi sara' in zona 1 o 2.

Come ho detto precedentemente, ci sono zone belle e zone brutte. La cosa migliore e' farsi un giorno in ogni zona, per capire un po' l'atmosfera: prendersi una birra in un certo pub, parlare col kebabbaro locale etc. Il problema e' che le zone sono tante, e non si puo' guardarle tutte. Una guida alle zone di Londra da prendere molto molto con le pinze la si puo' trovare su questo sito. Ripeto, e' da prendere molto con le pinze, ma da un'idea della differenza che c'e' tra Sloane Square a Hackney.

I parchi. Una casa vicino al parco o al fiume? Io vado a correre spesso durante la settimana, e' comodo avere una casa vicino al parco. Ma non e' una priorita', posso sempre prendere la metro ed arrivare ad un parco in un amen.

lunedì 6 agosto 2012

Vodafone e la SIM scaduta - Capitolo 2 - 190.it

Tornato a Londra, la SIM italiana potrebbe ritornare nel solito dimenticatoio. Eppure mi secca darla vinta alla Vodafone: rivoglio il mio vecchio numero indietro, ed il credito residuo ancora su quel numero.

Mercoledi' 1 Agosto, 10.30am - 190.it

Mi viene l'illuminazione: proviamo a risolvere il problema dal sito. A memoria, Vodafone ha un ottimo sito internet dove gestire il profilo telefonico. Magari hanno creato un sistema per recuperare il numero scaduto.

Recupero il mio utente e password dal mio keychain, entro sul mio profilo personale, ma scopro che ogni volta che provo a vedere le informazioni sulla mia scheda telefonica, mi viene mostrata una pagina di errore. Insomma, non c'e' verso di vedere il mio piano tariffario dal sito, il mio credito residuo, nulla di nulla.

Sulla sezione contatti / segnalazioni, trovo il modulo per mandare una segnalazione di errore. Compilo il modulo, specificando il mio numero ed il mio utente, e segnalando il fatto che non riesco a visualizzare alcuna informazione sul mio numero. Vodafone risponde che in 24h rispondera' alla mia segnalazione.

Giovedi' 2 Agosto, 9.00am - 190.it e chat


Di primo mattino, ricevo una risposta alla segnalazione mandata ieri (sono stati di parola, non c'e' che dire). Secondo l'operatore che ha risposto alla mia segnalazione, il mio utente 190.it non e' associato a nessun numero. Il mio numero e' associato invece ad un altro utente, e mi invita a resettare la password in caso io non la conoscessi. Mi invita anche ad usare il supporto di chat online per eventuali problemi.

Ora, il caso si fa sempre piu' strano. Il mio utente e' sempre stato associato al mio numero; l'unico motivo per cui ora non e' piu' associato potrebbe essere che, quando e' scaduto il numero, la Vodafone l'abbia disassociato dal mio account. Seccante, ma ci puo' stare. Quello pero' che non capisco e' come sia possibile che il mio numero sia ora associato ad un altro account, di cui non conosco assolutamente utente e password. E non posso neppure recuperarli, dato che per avere utente e password bisogna avere il numero funzionante, ma ad oggi il mio numero e' ancora in "servizio limitato".

Provo a riloggarmi sul sito del 190 con il mio solito utente, e, con mia grande sorpresa, appena subito dopo essermi loggato, mi manda una pagina di errore. Questa volta la pagina di errore arriva subito dopo il login, non quando provo ad andare sulla pagina del mio conto. Quelli del 190 hanno fatto qualcosa.

Voglio veramente vedere dove posso arrivare con Vodafone. Seguo il consiglio dell'operatore, e mi attacco alla chat.

== INIZIO DIVAGAZIONE ==

Per entrare in contatto con un operatore della chat Vodafone, bisogna inserire il proprio nome ed il proprio numero di cellulare in due campi di testo, quindi premere ok. Si suppone che, una volta inseriti, l'operatore sappia quindi il tuo nome ed il tuo numero prima di parlarti. Supposizione sbagliata.

Operatore: "Qual'e' il numero?"
Io: "Che numero?"
Lei: "Il numero di telefono che da problemi"
Io: "Te l'ho scritto prima di entrare in chat"
Lei: "Eh ma non lo posso vedere"
Io: "Come non lo puoi vedere?"
Lei: "No, purtroppo possiamo vedere solo il nome che hai scritto, non il numero"
Io: "Ma allora perche' devo scrivere il numero per poter entrare in chat?"
Lei: "Non so, ti conviene mandare una segnalazione per aver spiegazioni"
Io: "Ah iniziamo bene.."

== FINE DIVAGAZIONE ==

L'operatrice, tale Paola, e' utile come un gatto attaccato ai maroni. Oddio, non credo sia colpa sua. A prescindere dal fatto che doveva guardare almeno 10 altre chat a giudicare dalla lentezza con cui rispondeva, mi dice le seguenti cose.

  • Il mio account non esiste, anzi, non e' mai esistito.
  • Il mio numero e' associato ad un altro account
Ora, io cerco di spiegarle con molta calma che dire che il mio account "non e' mai esistito" e' un po' una stronzata. L'ho usato per 16 anni, ho una mail del giorno stesso che dice che l'account esiste (anche se non e' legato ad alcun numero) - se lei non lo vede sul suo terminale, e' un problema esclusivamente suo.

Paola va avanti per un po' con la storiella che l'account non esiste, poi di punto in bianco la versione cambia, e dice che l'account esiste ma non e' associato ad alcun numero. Miracolo. Dopo un po' di tira e molla, riesco anche a farmi dare lo user name del nuovo account a cui e' associato il mio numero. Ma nulla da fare per la password. E qui inizia la parte divertente.

Le spiego a Paola che il mio numero non si connette alla rete, e quindi non posso resettare la password con il cellulare. Paola mi dice che questo e' un problema, ma ci sono due soluzioni:
  • Lei mi chiama a pagamento, mi autentica, e cambia la password
  • Devo chiamare il 190, mi autentico, e loro cambiano la password
Io le dico che sono all'estero, il 190 non posso chiamarlo. Paola mi da il numero del 190 da chiamare dall'estero, a pagamento, ma mi dice comunque che lei puo' chiamarmi, se le do il mio numero di cellulare.

Io: "Ma ti sembra normale che voi create un problema ed io devo pagare per risolverlo?"
Lei: "Purtroppo non ci sono altre soluzioni dal momento che sei all'estero. Se mi dai il tuo numero di cellulare ti chiamo li' e ti autentico".
Io: "Come il mio numero di cellulare?"
Lei: "Si', mi dai il tuo numero di cellulare, io ti chiamo li' a tue spese, ti autentico e cambiamo la password"
Io: "Ma quanto mi costa che mi chiami sul numero inglese? Gia' che pago io, magari mi costa meno chiamare il 190 da qua".
Lei: "Ah ma io non posso chiamarti sul numero inglese, posso solo chiamarti su un numero italiano in Italia".
Io: "Perdonami, ma se e' da 10 minuti che ti sto dicendo che a) sono all'estero b) il mio numero italiano non funziona, come pretendi di chiamarmi su un numero italiano in Italia?"
Lei: "Vero".
Io: "Vero che? Quindi posso solo chiamare il 190 dall'estero."
Lei: "Mi sa di si'".

venerdì 3 agosto 2012

Vodafone e la SIM scaduta - Capitolo 1 - Il 190

Sabato 30 Luglio, alle 2 del pomeriggio circa, mentre sono in coda davanti al bancone della Hertz dell'aereoporto di Genova, decido di chiamare Depa per chiedere se sono gia' in spiaggia. Da li' a poco li avrei raggiunti a Borghetto - code sulla A10 permettendo. Accendo il mio cellulare italiano, e con sorpresa noto il messaggio "servizio limitato" al posto del solito "Vodafone IT".

Spengo e riaccendo il cellulare. Nulla, sempre "servizio limitato". Provo a fare il furbo e chiamare lo stesso, ma una voce registrata mi dice che il numero e' abilitato solo per chiamate d'emergenza. Dentro di me penso che la mia e' una chiamata d'emergenza, dato che se non so in che spiaggia sono i miei amici, e' dura che li trovi. Poi penso che la signorina della voce registrata ha un concetto di emergenza diverso dal mio. Poi penso che penso troppo, tiro fuori il cellulare inglese e li chiamo da li'.

Durante il pomeriggio interrogo i miei amici sul problema del servizio limitato, e capisco che probabilmente la mia scheda e' scaduta, ma non c'e' da preoccuparsi, dato che posso riattivarla.

30/07/12 - 4.00pm - Prima chiamata al 190

Dal momento che non posso chiamare il 190 col mio cellulare, chiamo col cellulare di uno dei miei amici. L'operatore, Bora, sembra gentile e pratica. Dopo aver esposto il mio problema, Bora mi dice che  la scheda e' stata effettivamente disattivata in quanto e' scaduta, ma lei puo' riattivarla subito. La procedura di attivazione puo' durare fino a 24 ore, passate le quali il mio cellulare verra' attivato e potro' fare una ricarica.

Sembra semplice. La serata passa tranquillamente tra birra e farinata di Verzi. Ogni tot lancio uno sguardo al cellulare, che impietosamente continua a darmi il messaggio "servzio limitato". Io e i miei amici ci avventuriamo in ipotesi di batch job notturni lanciati a Ivrea per riattivare le schede, ma le ore passano e nulla accade.

Il giorno dopo decido di comprare una ricarica da 5 euro, mentre aspetto di avere la scheda riattiva. Si fanno le 4pm, e la scheda e' ancora staccata. Passa qualche ora, e decido di effettuare la ricarica dal numero Vodafone del mio amico, pensando che magari la scheda ha bisogno di una ricarica per attivarsi. La ricarica va a buon fine, ma la scheda e' sempre disattivata.


31/07/12 - 7.00pm - Seconda chiamata al 190

Chiamo il 190 per chiedere lumi. Antonio risponde questa volta. Antonio dice che a lui la scheda risulta attiva, e che probabilmente e' smagnetizzata. In quel caso, dovrei cambiare scheda. Scheda smagnetizzata? Ma cosa vuol dire? Mi sembra strano che una scheda sia selettivamente smagnetizzata sulle frequenze della Vodafone. Posso accedere alla rubrica della scheda, effettuare chiamate di emergenza, navigare i servizi Vodafone installati sulla scheda. Come fa ad essere smagnetizzata? Mi sa tanto che Antonio voleva sbarazzarsi della mia chiamata, e la scusa della scheda smagnetizzata e' la prima cosa che gli e' venuta in mente.

31/07/12 - 9.00pm - Terza chiamata al 190


Un po' seccato dalla risposta di Antonio, chiamo di nuovo il 190. Questa volta c'e' Sara dall'altra parte della cornetta. Sara mi racconta che il mio numero e' attivo, ma devo aspettare 48 ore prima che possa prendere la linea. Ora cerco di spiegare a Sara che e' la terza volta che chiamo il 190, e che su 3 operatori ho ottenuto 3 risposte diverse. Sara dice che lei ha ragione e gli altri hanno torto. Beata lei, io continuo ad avere i miei dubbi, ma me li tengo per ora.

La serata passa allegramente con una birra e una pizza a Tovo San Giacomo, i miei amici tornano a Torino, io vado a bere qualcosa da Giorgio e poi torno a casa. Il giorno dopo torno a Genova, poso la macchina, ed in aereoporto controllo il cellulare. Ancora "servizio limitato". 48 ore non sono ancora passate, per ora Sara ha ancora ragione.

Torno a Londra. Dopo 48h dalle 9pm di Domenica sera, c'e' ancora "servizio limitato". Mi sa che Sara si sbagliava, quanto Bora e Antonio.

Vodafone e la SIM scaduta - Intro

Quella che vi andro' a raccontare e' la storia di una SIM Vodafone scaduta e del tentativo di riattivazione da parte del suo proprietario (il sottoscritto). Il mio obiettivo non e' (solo) quello di esporre al lettore quanto il customer care della Vodafone faccia schifo, bensi' quello di fornire una semplice e pratica guida per la riattivazione della SIM scaduta alle generazioni future.

Partiamo da alcune considerazioni iniziali. Sono cliente Vodafone da 16 anni circa, ho sempre tenuto lo stesso numero ed ho cambiato il piano tariffario si' e no un paio di volte. I 16 anni di fedelta' alla Vodafone sono dimostrati dal fatto che la mia scheda ha ancora inciso il logo verde della Omnitel sul retro. Per i piu' piccoli, Omnitel era il nome della societa' comprata da Vodafone all'inizio del XXI secolo.

In questi 16 anni, non ricordo di aver mai avuto particolari problemi con Vodafone. Il servizio ha sempre funzionato, la ricezione era eccellente pressoche' ovunque, nessuna perdita di credito. Negli 5 ultimi anni ho usato il numero sempre meno, dato il mio allontanamento dai patri confini. Essendo conscio che ogni SIM italiana ha una data di scadenza (come il latte, per intenderci), ho sempre cercato di ricaricare la SIM almeno una volta l'anno, per prolungare la vita del mio numero italiano. E' comodo infatti avere un numero italiano per quei pochi giorni che torno in Italia, dati i costi proibitivi del roaming internazionale.

Succede che negli ultimi 12 mesi mi sono completamente scordato del numero italiano e della sua scadenza. Idiota io, lo ammetto: avevo un task su RTM con scritto "Ricarica la SIM italiana", ma l'ho completamente ignorato a causa di una cattiva gestione delle liste.

La scorsa settimana torno in Italia per un weekend al mare, e con mia sorpresa mi ritrovo con la mia SIM italiana disattivata. Dopo una reazione iniziale del tipo "Cazzo, perche' non funziona?", alcuni amici mi illuminano sul fatto che la mia SIM potrebbe essere scaduta, e che quindi Vodafone potrebbe avermi disattivato il numero. Il mio cellulare infatti mi dava il messaggio "servizio limitato", che nel suo vocabolario significa "ciccio, non trovo una rete a cui agganciarmi, puoi solo chiamare il 112 e ringraziami gia' che te lo faccio fare".

Un giro di consultazione con gli amici e scopro che:

  1. Vodafone disattiva i numeri dopo 12 mesi dall'ultima ricarica.
  2. Vodafone puo' riattivare i numeri, su richiesta.
  3. Una legge Bersani del 2007 stabilisce che l'operatore (Vodafone), in caso di cancellazione del numero, debba ridarti il credito residuo sulla scheda.
Forte di questa introduzione al fantastico mondo delle SIM scadute, decido che e' possibile avere il numero riattivato da Vodafone. E per averlo riattivato, devo semplicemente chiamare Vodafone e farmelo riattivare. Insomma, non dovrebbe essere una cosa complicata.

E qui inizia la storia.

venerdì 13 luglio 2012

Pubblicita' gratuita

Questa sera avrei parecchio da fare. Il solicitor mi ha mandato tutte le scartoffie da firm.. uff non ho ancora detto nulla su quello che mi e' successo in questi ultimi mesi! Niente spolier, raccontero' piu' avanti.

Il punto di questo post e' quello di fare pubblicita' ad una persona che si sa presentare male. Stasera e' capitato che, per qualche oscuro motivo, tal Stefano Manzotti ha deciso di seguire i miei cinguettii. "Cazzi suoi" direte voi: con quel poco che cinguetto (e quel poco sono pure stronzate), sai cosa ci guadagna. Se davvero avete pensato quello, siete dei niubbi come me, gente che non capisce un cazzo del nuovo web tre-mila-punto-zero ed i nuovi spazi pubblicitari per noi ggiovani tipo facebook e twitter. Quindi, a mo di trota a cui e' stata piazzata un'esca davanti alla bocca, appena ho visto che Stefano Manzotti mi segue su twitter, mi son detto: "E chi cazzo e' Stefano Manzotti?". Casualmente, il suo profilo twitter era accompagnato da un link al suo sito: http://www.ilguadagnonline.com/.

5 minuti di navigazione, e, parafrasando Sheldon Cooper, "I snorted in derision and threw my arms in the air, exhausted by his constant tomfoolery".

Mi sono messo un task su RTM per leggere tutti i suoi post nei momenti di assoluta depressione. Per ora, mi sono letto la pagina "Chi sono". Perche' la domanda che mi son fatto dopo "chi cazzo e' Stefano Manzotti?" e' stata "ma che cazzo fa un Internet Marketer"? Gia', perche' Stefano e' un Internet Marketer. Poveri internet marketers, non hanno neanche una pagina su wikipedia, vi giuro! Senza wiki sono perso io, non so neanche come mi chiamo. A dir la verita', c'e' la pagina Internet Marketing. Quindi presumo che un Internet Marketer faccia Internet Marketing. Ma sono pigro, queste associazioni mentali sono fuori dalla mia portata alle 10 sera di Giovedi' - non che alle 10 del mattino di Martedi' sia molto differente. Tutto sto giro di parole per dire che son finito sulla pagina "Chi sono".

Cosa faccio, smonto frase per frase la pagina? No, che palle, non c'ho voglia. Ne avrei fino a domani. Leggetevela voi e fatevi due risate. Altrimenti io mi becco la solita mail di insulti e minacce "io la denuncio bla bla bla come si permette bla bla bla diffamazione bla bla bla". E dopo la lettera di insulti e minacce, devo fare un altro post rincarando la dose, un'altra serata spesa a scrivere cazzate.

Quindi, per arrivare ad un punto in questo post inutile, ho deciso di far pubblicita' a Manzotti. Insomma, se non lo puoi combattere, fattelo amico. Ho scritto il suo nome almeno 6 o 7 volte, c'e' la speranza che un cacchio di web crawler peschi questo post ogni volta che qualche pirla cerca di lui su google. E ho anche citato il suo sito, double bonus. Il post verra' pubblicato su facebook, google+ e twitter, quindi i miei pochi amici (si', perche' davvero, tra tutte le persone in questo mondo, ha preso proprio quella con il minor numero di amici sui social media piu' trendy del momento - chiamala sfiga) vedranno e sapranno di lui.

"E' tutta una questione di benchmarking", ama dire un mio cliente ogni volta che dobbiamo comparare qualsiasi cosa, dalle prestazioni del nuovo processo agile firmato dal sottoscritto fino al prezzo delle patate giu' al Tesco. E dopo aver fatto il benchmarking della tua vita con Stefano, vedi che anche se oggi e' stata una giornata di merda, poteva andarti molto peggio. Poteva essere la sua giornata migliore.

lunedì 9 luglio 2012

Non mi torna

C'e' qualcosa che non mi torna dei prezzi delle case di Londra. 

Mi appresto a comprare la mia prima casa, e la scelta e' caduta sulla seguente:
http://www.rightmove.co.uk/property-for-sale/property-23290965.html?premiumA=true 

Ora, la casa mi pare carina, la zona e' N7, che non e' il massimo, ma intorno a quella casa c'e' tutta una conservation area che tiene il quartiere abbastanza verde e ben messo (nonche' tiene i prezzi alti e la brutta gente fuori portata). E' vicina alla metro, c'e' un ampio giardino e mi vendono anche una fetta di terreno, insomma mi sembra abbastanza ok.

Adesso inizia il balletto di offerte, rilanci e conferme, forse la parte piu' divertente di tutto il processo dell'acquisto della casa.

Per curiosita', mi son detto: ma con £300k, che cacchio posso comprarmi in un'altra citta' molto cara, tipo New York? Pensavo che a Manhattan non potessi comprarmi neanche una fogna, invece:
http://realestate.nytimes.com/sales/detail/44-2251427/475-Park-Avenue-NEW-YORK-NY-10022

Casa al 475 di Park Avenue. Cioe' cazzo, Park Avenue, come se comprassi una casa qua a Mayfair. E non ti vendono proprio un buco di casa, ti vendono 800sq/ft, circa 80mq2.

martedì 24 aprile 2012

Tesco, you're greedy

Ever wondered why batteries cost a fortune at Tesco? I think Tesco guys are just being extremely greedy as of late.

2x 3V Coin battery: £3.5 @ Tesco
2x 3V Coin battery: 60p @ Amazon

Maybe Duracell battieries last 6 times longer, compared to Panasonics. No, they don't.

Mini recensione del Kindle (Touch)

Dopo la mini recensione del Kindle fatta a Natale, voglio completare il post precedente con una mini recensione del Kindle Touch.

Non c'e' molto da aggiungere. Il software del Kindle Touch e' identico a quello del Kindle senza tastiera fisica, e l'unica differenza notevole sta nel fatto di poter pigiare i bottoni direttamente sullo schermo del Kindle. Dico pigiare perche' io sono e rimango un contadino per questi nuovi strumenti: in realta' si possono fare tutte le cose fighe che si fanno con gli smartphone, tipo lo scroll col dito o lo zoom a due dita. Avevo letto parecchie recensioni del Kindle Touch: molte persone si sono trovare male con il touch sullo schermo e-ink in quanto non lo trovavano scattante. Cazzate, funziona benissimo.

Oltre a questo, Amazon da la possibilita' di importare i pdf sul Kindle tramite il proprio account Amazon. Forse mi ero perso questa funzionalita' nel Kindle precedente, e l'ho trovata una piacevole sorpresa sul Kindle nuovo. Appena comprate un Kindle, Amazon crea una casella di posta @kindle.com a vostro nome. I pdf mandati a quella casella di posta (esclusivamente da un indirizzo autenticato) verrano messi in condivisione sul Kindle in maniera istantanea. Insomma, trasferite tutto sul cloud Amazon, date la vostra vita - ed i vostri pdf - in mano ad Amazon e tutto sara' piu' semplice.

venerdì 20 aprile 2012

Why Apple, why?!

After one week spent playing around with my brand new iPhone 4S, I still can't figure out why so many features are missing from this beautiful smartphone.
  • I can't send pictures via bluetooth. My old Nokia could send pictures via bluetooth, my old Moto Razr could send pictures via bluetooth, my expensive - state of the art - brand new shiny iPhone can't. I'd like an explanation, please.
  • I can't choose the colours of my calendars. Maybe it's just me, but over the years I've familiarised with some specific colours associated to my calendars. Red is the colour of my personal calendar, green is the colour of my work calendar, blue is the study calendar, and so on. Unfortunately Apple decided that such a simple feature wasn't worth the effort, so they didn't include it on the iPhone. I'm now stuck with some random colours (violet? yellow?) picked by Job's developers.
  • Now, that's really annoying. Ok, I'm obsessed with calendars, but I'd love Sunday to be the first day of the week. I know, I grew up in Italy, I shouldn't care less, but I've had Sunday my first day of the week for the past 5 years. My diary (UK diary) still shows Sunday as the first day of the week, I can't understand why my iPhone shouldn't do the same. Looks like somebody in California had no idea on what the first of the day of week in England is.
  • Notifications. I'm still exploring this fascinating world, however I've found the notification setting system a little bit clumsy. I'm not sure it's all iPhone fault, sometimes notifications are pushed to the desktop correctly, sometimes not. Gmail notifications seem to be working just fine, FB and LinkedIn work at random. Some apps push their notifications on the dashboard, others simply can't, unless they're configured properly.
Still, I love my iPhone. 

lunedì 16 aprile 2012

On the move, again

Goodbye Atos (Origin)! After 5 years spent half in Darlington and half in Nottingham, it's now time to move again. Early this week I handed over the first resignation letter of my life to my line manager: I'm leaving the company on Thu 17th of May, just in time to start my new adventure at Codehouse the week after.

"It seems like only yesterday when I arrived in Darlington...". No, this post won't go that way, I'm really not good at writing such dramatic lines! I've spent 5 great years in Atos and I'm sorry to leave, but I'm also very excited to move to London. I'll be working full time as project manager for a small company based in the City, a challenging position in a fantastic city - I couldn't ask for more.

Besides, this relocation is in line with my (very slow) migration towards the South. From Edinburgh to Darlington, then Nottingham, next stop London. I'll end up in Torino again, one day!

I would like to thank all the people who came across my life during these 5 years at Atos, starting from my colleagues in Faverdale, Beeston and those in India, all my friends in Darlington and Nottingham, and I can't forget the language conversation group - you've all been great!

venerdì 13 aprile 2012

La lettera della Regina

Questa la racconto in Italiano, gli Inglesi non ci troverebbero nulla di strano.

L'altro giorno dovevo spedire una lettera importante. Non mi soffermo sul perche' la lettera fosse importante, sappiate solo che era importante, una di quelle lettere di cui dovete essere sicuri al 100% che arrivi al giusto destinatario nel minor tempo possibile. Royal Mail offre un buon servizio di tracciatura + spedizione entro le 9am del giorno dopo, per la modica cifra di £5. Il rapporto prezzo / qualita' non e' malvagio, cosi' intorno alla mezza mi son recato al Post Office vicino al mio ufficio ed ho spedito la lettera, ricevendo in cambio la ricevuta con il codice di tracciatura.

Dopo due ore, panico. Ho realizzato che ho spedito la lettera senza specificare alcun destinatario preciso, ma semplicemente scrivendo il nome della compagnia del destinatario sul retro della busta. Mi seccava parecchio che quella busta venisse aperta da una qualsiasi altra persona che non fosse il destinatario che avevo in mente, ed inizio a pensare come rimediare. Erano le 2.30pm circa, vuoi che la busta fosse gia' in viaggio?

Cerco su internet il numero dell'ufficio postale, e no, non lo trovo. Tutti i PostOffice inglesi fanno capo ad un unico numero a pagamento che dopo il sesto menu' telefonico fa cadere le braccia dalla disperazione. Pazienza, mi catapulto all'ufficio postale per bloccare la lettera. Il commesso, tutto orgoglioso di se, mi dice che - no, l'efficenza della Royal Mail fa si' che le lettere contrassegnate "special delivery" vengono raccolte ogni ora e portate all'ufficio smistamento piu' vicino.. e sono 200 anni che garantiamo le lettere in tempo.. e non abbiamo mai perso.. - ok, guardi, me lo racconta un'altra volta: mi dia il numero dell'ufficio di smistamento, li chiamo e blocco la lettera li'.

Chiamo l'ufficio di smistamento.
Io: "Buongiorno, due ore fa ho spedito una lettera special delivery, ho sbagliato il mittente, me la potrebbe gentilmente bloccare?"
Lei: "Mi sta chiedendo di interferire con lo smistamento di una lettera??" - voce sorpresa
Io: "Be', interferire e' una parola grossa - vorrei semplicemente che mi blocchi la lettera che ho appena spedito.. ho il codice di tracciatura dav.."
Lei: "Ma cosa mi sta chiedendo!! Ma lo sa che e' un reato gravissimo interferire con la lo smistamento delle lettere prese in gestione dalla Royal Mail - la R-O-Y-A-L M-A-I-L! Il servizio della R-E-G-I-N-A! La sua lettera e' ora della regina e sara' consegnata special delivery domani mattina"
Io (scoppiato a ridere quando mi ha fatto lo spelling della regina): "Guardi, con tutto il rispetto per la regina, la lettera e' mia, l'ho scritta io, l'ho imbucata io, la regina la lasci tranquilla a Buckingham Palace. Le chiedo semplicemente di aggiungere un nome all'intestatario, nulla di piu'"
Lei: "Ma si figuri che si puo'.. poi non sa quante lettere che abbiamo qua?? 2 milioni di lettere!"
Io: "E' per questo che ho il codice di tracciatura, cosi' la puo' facilmente individ.."
Lei: "No no per piacere non mi chieda queste cose, interferire con lo smistamento e' un reato.. " (e rinizia la cantilena).
Io: "Va be', grazie lo stesso" (e mi saluti la regina).

La mia lettera e' poi arrivata nelle mani giuste, per puro caso. La regina ci avra' messo una parola buona.

domenica 12 febbraio 2012

Reuters, La Repubblica e gli hackers cattivoni

Con solo 5 giorni di ritardo, la Repubblica ha riportato un articolo su uno scambio di emails tra un impiegato della Symantec - azienda produttrice dei noti antivirus - ed un personaggio che sostiene di essere in possesso di codici sorgente dell'antivirus.

Nella copia delle email diffuse su questo sito, si intuisce che un certo individuo abbia in mano dei codici sorgente dell'antivirus PCAnywhere e stia ricattando l'impiegato della Symantec (o chi per lui) per evitare la diffusione di questi codici. L'impiegato prende tempo, ed alla fine la trattativa pare che si aggiri su $50k. Purtroppo (o per fortuna) non sappiamo come andra' a finire, perche' le copie delle email si interrompono a trattativa in corso. Diamine, la pubblicita', proprio sul piu' bello.

La Symantec pare abbia confermato l'accaduto alla Reuters, negando pero' che i negoziati siano stati condotti da un impiegato della Symantec. La Symantec sostiene che una "enforcement law agency", al servizio della Symantec, ha tenuto i contatti con il personaggio in possesso dei codici sorgente.

D'altro canto, questo personaggio si dichiara affiliato ad un gruppo chiamato YamaTough, e - sempre alla Reuter - dichiara di aver scambiato queste mail per "fare in modo che [la Symantec] provasse a  corromperci e che noi potessimo umiliarli". Anonymous, un gruppo associato a YamaTough, sostiene che fosse stato deciso di rilasciare il codice fin dal primo minuto (purtroppo non riesco a trovare il twitter di questa dichiarazione, ma e' riportata su parecchi giornali).

Il codice e' poi finito sulla rete pubblica, e questa e' l'unica cosa certa.

Ora, la Symantec ha davvero offerto soldi? Quelli di YamaTough hanno davvero scherzato con la Symantec, o volevano veramente dei soldi e poi la trattativa non e' andata in porto? Boh. Io non lo so, la Reuters non lo sa, giornali di mezzo mondo non lo sanno, ma la Repubblica si'.

Iniziamo dal titolo. La Reuters infatti inizia con l'unico fatto certo di tutta la vicenda:


Hacker releases Symantec source code

La Repubblica d'altro canto inizia a girare il suo film personale:

Symantec beffata dagli hacker - "50mila dollari per il vostro codice".

Non c'e' uno straccio di prova che sia vero. La Symantec non ha confermato, le email sul sito possono essere false, e la parola beffata e' veramente inappropriata.

L'articolo prosegue con perle da blockbuster di Hollywood del tipo:

Una mossa tutto sommato da codice d'onore hackeresco, il segno di Zorro aggiornato al digitale.
Una beffa, certamente, ma in grado di far tremare i polsi a chiunque dall'altra parte del web
In effetti, un'onta grave per un'azienda che produce antivirus.

E dove non arriva l'immaginazione, se non nel far recitare direttamente i protagonisti:

"Li abbiamo attirati in una trappola, facendo in modo che ci offrissero dei soldi, per umiliarli. E ce li hanno offerti", dice. 


La parte in grassetto e' stata palesemente inventata dal giornalista di Repubblica, dato che non compare in nessuna dichiarazione ufficiale di YamaTough.

L'articolo chiude con: 

"Se il codice verrà mai rilasciato non si sa, la data prevista per la diffusione pubblica era il 7 febbraio. Ma anche se non dovesse mai accadere, la storia rimarrà negli annali della pirateria."

Vaglielo a spiegare che i codici sono gia' pubblici dal 7 Febbraio..

Era troppo chiedere una traduzione pari pari dell'articolo della Reuters? Limitandosi a descrivere i fatti, le cose certe e le cose presunte? Evitando di scrivere quell'articolo come se si stesse raccontando di un episodio di Guerre Stellari? Evitando di mettere la solita foto del tizio travestito da Guy Fawkes, che ora quella maschera la mette pure il mio cane a Carnevale?

martedì 31 gennaio 2012

At last, after 5 years

There was a time when I was studying at the uni of Edinburgh. It was 2007, and in order to improve my life as a skint student, I decided to get a part-time job at some local pub. Moreover, jobs as bartender or receptionist are a good opportunity to crack on with a new language, without having to pay any money for it. I wasn't looking for anything fancy: a job to pay the rent and some random house parties, the same sort of job that most of my peers had. It didn't take me too long to find my way to the Citrus Club, where I worked as bartender for a year - probably the best job I've ever and will ever have.

Before landing to that position, I remember that I applied for other vacancies. One night I was out with some friends at the bowling alley, not too far from where I lived. We had a good night, laughing and drinking til late. When we were leaving the bowling centre, I noticed a job-ad at the entrance of the complex: "We urgently need to fill some positions - please leave all your details, we'll be in touch asap". Cool, I thought, here it is, that's my job.

Back in 2012. Last Friday I got a message on my voicemail from a lady who apparently has just received my application and would like to set up an interview at the World of Football (WoF from now on). No mention of what WoF was or what the position was about. The message was quickly followed by an email, which repeated pretty much the same story: "Following your recent application, WoF would like to organise an interview bla bla bla." I politely replied to the email, telling that they must be mistaken: I wasn't looking for any job, I haven't applied to any position recently, namely to a company called WoF. Still, I was curious to understand what this WoF was all about.

Their second email clarified all my doubts. WoF was a bowling centre based in Edinburgh and, according to the manager, I handed my application not long ago. Suddenly, all started coming back to me: the night at the bowling, me and my friends there, the application form. After 5 years, I managed to get an interview. I declined.

People out there waiting for a call back, don't lose hope - it might take 5 years.


domenica 22 gennaio 2012

Megaupload shut down is not the end of the world

A lot of people reacted to the closure of Megaupload as if the Maya prediction of the end of the world was finally fulfilled. Here are my 2 cents on the topic - nothing more, really, Megaupload shout down is not worth that much.

We all know what Megaupload was all about - if you don't, take a look here. Basically, Megauplad was a company that made money from file sharing. These money came from the website Premium Account fees, which used to allow users a better file sharing experience in exchange for $10 a month. According to the US DoJ, Megaupload was shut down in January because of "engaging in a racketeering conspiracy, conspiring to commit copyright infringement, conspiring to commit money laundering and two substantive counts of criminal copyright infringement". Kim Dotcom and his affiliates were making huge profits out of copyright-protected work sharing, investing their returns in dodgy activities all around the world. The US government sentence is not against some poor Samaritans who helped others enjoy the latest Rihanna hits or the last Sherlock Holmes movie, it is against some criminals engaging in illegal activities using illegal profits. We could argue whether copyrights are useful and valuable to the whole society nowadays, whether they should be abolished or encouraged, but that's not the point of this post.

For those of you who still need the latest Rihanna album and can't be bothered to spend a penny (I can't blame you), take a look at Torrent Pond, one of the best torrent search engine I've ever come across.  

lunedì 16 gennaio 2012

Spinach and ricotta cheese pasta shells

To say goodbye to some colleagues (and introduce my new Kenwood food processor!), yesterday I baked some good spinach and ricotta cheese pasta shells:




To make 4 servings:

  • 250gr pasta shells
  • 250gr spinach
  • 125gr ricotta cheese
  • some butter
  • some grated parmesan cheese
  • some extra virgin olive oil
Cook the pasta shells into salted boiling water until it's slightly underdone, remove the water and leave the pasta cool down - make sure to use some oil to keep the shells detached each others.

Wash the spinach and transfer them into a hot pan. Add some salt and let the spinach boil for a few minutes, then remove the spinach from the pan and rince them with cold water.

Pour the ricotta cheese and the spinach into the food processor and let them blend to a paste for a couple of minutes. Fill each pasta shell with the spinach paste.

Dispose all the shells on a bake tray and cover them with a thin slice of butter. Pour some parmesan all over the pasta shells, then cover it up with some kitchen foil and bake it in the oven for 15 minutes.

Remove the kitchen foil and turn on the grill for 5 minutes.

Serve hot!

martedì 10 gennaio 2012

Ma quanto e' complicato cambiare la batteria al TomTom

Sono un felice possessore di un TomTom Go 530 XL, comprato 3 anni fa e mai abbandonato. Mi ha accompagnato in tutti i viaggi di qua e di la dell'oceano, aiutandomi a trovare sempre la strada giusta e soprattutto tracciando e memorizzando tutti i percorsi fatti, funzione che permette di tenere una sorta di diario di bordo da esportare su Google Earth una volta tornati a casa.

In uno slancio di sportivita', ultimamente mi son dato alla bicicletta. L'East Midlands offre parecchi percorsi ciclistici, prevalentemente nel famoso (?) Peak District. Il distretto dei picchi e' un parco naturale collinoso, senza picchi, ma con abbastanza grande da coprire un'area di circa 1500 km2, con un groviglio di stradine asfaltate o meno al suo interno. La prima volta che sono andato al Peak District mi sono attrezzato solo di una mappa cartacea, con un basso dettaglio e buona solo per andare in macchina. Inutile dire che mi son perso due o tre volte, e quello che doveva essere un piacevole giro di 4 ore si e' trasformato in un'avventura di 7. Dal momento che per ora mi sono rifiutato di aggiornare il mio vecchio cellulare ad uno di quegli stra-fighi smartphone che fanno pure il caffe' e prendono il segnale GPS, ho pensato di montare il mio TomTom go sulla bici.

Detto fatto. Ho comprato un comodo porta TomTom impermeabile per la bici, l'ho montato, ed ho messo il mio TomTom sopra. Non ho fatto in tempo ad accendere il TomTom che mi si e' spento. Cazzo, la batteria. Erano tre anni che il TomTom stava sempre acceso con il caricatore da macchina attaccato, e questo non deve aver fatto troppo bene alle pile; cosi', decido di cambiarle.

Compro la pila nuova (si', compro tutto su Amazon io), e mi avventuro su Google alla ricerca delle istruzioni sul come cambiare la pila al TomTom. Trovo questo video che spiega facilmente come fare - avviso: la musichetta di sottofondo e' delirante. Quei simpaticoni della TomTom hanno nascosto la batteria nel punto piu' complicato possibile, roba che bisogna svitare 6 micro viti, disconnettere 3 cavi, e staccare due piastre a pressione per trovarla. Non contenti, la batteria del mio TomTom era attaccata col SuperAttack alla piastra, e mi ci e' voluta tanta santa pazienza prima di staccarla e non fracassare il TomTom sulla scrivania dalla disperazione.

Comunque, ce l'ho fatta. Cambiato la batteria, TomTom (semi) nuovo, questa Domenica faccio un salto al Peak District e lo provo!

venerdì 6 gennaio 2012

Sotto il sole della Toscana

Che palle le commedie americane in Italia, sono sempre le solite. Tipa o coppia che scappano dall'America fredda, capitalista e senza valori, arrivano in Italia (meglio se in Toscana) e riscoprono l'amore per la vita. Punto. Ah no, poi un po' di Italian Stallion che fa sempre bene, un po' come le veline a Striscia la Notizia.

Under the Tuscan Sun - filmone di stasera su BBC1 - e' esattamente come descritto sopra, ennesimo spin-off di Vacanze Romane o La Dolce Vita che piace tanto agli anglosassoni. Che palle, appunto. Qui abbiamo la tipa di San Francisco con un pacco di soldi che, lasciato l'ex marito nella fredda e grigia Valley, piglia e va in Toscana, compra una casa dalla Gerini, assume illegalmente tre polacchi per la ristrutturazione e flirta con Bova. Nel frattempo impara a raccogliere le olive, riscopre la fede nella madonna e invita i suoi amici dall'America a trasferirsi con lei. Vivono felici e contenti? Boh, ho spento a meta', faceva veramente pena.

Non so cosa mi faccia piu' incavolare quando vedo sti film. Forse che, secondo questi film, in Italia e' estate 365 giorni all'anno? Forse che in tutte le inquadrature in citta' c'e' sempre un gruzzolo su preti o suore che camminano? Io a Torino non ho mai visto un gruppo di suore che camminava in centro. E poi, gli americani che vanno in giro per la campagna e trovano sempre le strade intasate da greggi di mucche o pecore. E dopo, sempre gli stessi americani vengono invitati da qualsiasi cazzo di italiano per cena, e per l'occasione sono sempre in 3.000 a tavola con la povera mamma che fa da mangiare per tutti - rigorosamente tutto a mano, neanche il pane dal panettiere puo' comprare, se no che mamma italiana e'.

Ma il bello e' che poi ci credono. Quando andro' in ufficio domani, avro' il solito giro di colleghi che mi viene a dire "ah ma quanto si sta bene in Italia. Hai visto il film di ieri?". Come se io mi guardassi Mazinga e credessi che Tokio e' colonizzata da robot armati. Come se in California mi aspettavo di vedere Terminator su ogni motociclista. Era piu' divertente quando facevano i film sulla mafia, ora se la sono dimenticata.